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Zimogeno: coagulazione del sangue

Zimogeni: proteine inattive che diventano enzimi attivi

Nel mondo della chimica, si definiscono zimogeni o proenzimi un gruppo di proteine prive di attività catalitica che possono essere convertiti in enzimi attivi. L’attivazione di uno zimogeno avviene attraverso processi come l’idrolisi o la proteolisi, in cui le proteine si frammentano in peptidi più piccoli definiti peptidi di attivazione.

La conversione di uno zimogeno in un enzima attivo può avvenire grazie a enzimi specifici o a particolari condizioni di pH, e talvolta richiede la presenza di determinati ioni metallici. Ad esempio, la pepsina, un enzima digestivo, è prodotta sotto forma di pepsinogeno che si attiva quando il pH stomacale scende al di sotto di 5 e funziona al meglio a un pH compreso tra 2 e 3, tipico dell’ambiente acido dello stomaco.

Gli zimogeni, rispetto agli enzimi attivi, vengono di solito secreti dal corpo umano in quanto possono essere immagazzinati, trasportati e rilasciati in condizioni specifiche. Il nome di uno zimogeno solitamente si ottiene aggiungendo al nome dell’enzima il suffisso -ogeno o anteponendo il prefisso pro-.

Zimogeni e coagulazione del sangue

I fattori della coagulazione sono spesso serin proteasi, enzimi che scindono i legami peptidici nelle proteine, con la serina che agisce come amminoacido nucleofilo nel sito attivo. La maggior parte dei fattori della coagulazione si presentano come precursori di enzimi proteolitici inattivi noti come zimogeni che circolano nel sangue.

Nella cascata coagulativa, gli zimogeni delle serin proteasi e i loro cofattori glicoproteici vengono attivati per diventare componenti attivi che catalizzano le reazioni successive nella cascata, sfociando infine nella formazione di fibrina. Un esempio noto è rappresentato dalla trombina, essenziale per l’attivazione del fibrinogeno nel processo di coagulazione del sangue.

Zimogeni gastrici e pancreatici

Tra gli esempi di zimogeni c’è il pepsinogeno, zimogeno digestivo secretato dalle ghiandole gastriche, che è il precursore delle pepsine, enzimi proteolitici presenti nei succi gastrici rilasciati nello stomaco. L’acido cloridrico prodotto dalle cellule parietali nello stomaco attiva il pepsinogeno trasformandolo in pepsina mediante un processo di scissione proteolitica.

Un altro esempio è rappresentato dalla pro-elastasi, zimogeno secreto dal pancreas, che viene attivato per diventare elastasi, un enzima che permette la digestione delle proteine.L’attivazione della tripsina avviene tramite l’azione dell’enterochinasi, che provoca la rimozione di un piccolo peptide N-terminale, mentre l’elastasi è un enzima unico capace di attaccare l’elastina, proteina presente nelle fibre elastiche dei tessuti connettivi.

Zimogeni pancreatici

Altri esempi di zimogeni di origine pancreatica includono il chimotripsinogeno e il tripsinogeno, che vengono attivati rispettivamente in chimotripsina e tripsina grazie all’intervento dell’enteropeptidasi. La chimotripsina è un enzima fondamentale per la digestione delle proteine nell’intestino tenue, in particolare idrolizza legami che coinvolgono amminoacidi come tirosina, fenilalanina, triptofano, leucina e metionina.

Funzione della tripsina

La tripsina, invece, agisce sui legami peptidici contenenti amminoacidi basici come arginina e lisina. Questo enzima è in grado di scomporre le proteine in polipeptidi più piccoli o singoli amminoacidi. La sua azione è di fondamentale importanza per il processo di digestione delle proteine nell’organismo.

Conclusioni

In conclusione, l’attivazione degli enzimi digestivi come la tripsina è un processo essenziale per garantire la corretta digestione e assimilazione dei nutrienti all’interno dell’organismo. La comprensione di come avvengono tali processi biochimici è cruciale per una corretta gestione della salute e dell’alimentazione. Se sei interessato a saperne di più sulla tripsina, puoi visitare il sito [chimica.today](https://chimica.today/biochimica/tripsina/).

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