Analisi chimica degli alimenti: importanza delle titolazioni
L’analisi degli alimenti riveste un ruolo fondamentale per rilevare contaminanti chimici e garantire la sicurezza e la qualità prima della data di scadenza.
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Anche se le titolazioni sono un metodo analitico vecchio di più di 200 anni, rappresentano ancora un’alternativa affidabile ed economica per valutare la composizione degli alimenti. Nonostante l’ampia diffusione di metodi analitici moderni come la gascromatografia, la cromatografia liquida ad alta prestazione e la spettrometria di massa, la titolazione resta un metodo di analisi di primaria importanza.
Nei laboratori di analisi più avanzati, solitamente vengono impiegati titolatori automatici per condurre una vasta gamma di titolazioni potenziometriche, consentendo di determinare la concentrazione dell’analita in modo automatico.
Determinazione dell’acidità negli alimenti
Nell’analisi degli alimenti, la determinazione dell’acidità ricopre un ruolo di rilevante importanza. Gli acidi sono presenti in quasi tutti gli alimenti e la titolazione permette di determinare gli acidi totali come ad esempio l’acido citrico, malico, acetico e lattico presenti in diversi alimenti come succhi di frutta, bevande analcoliche, ketchup, maionese e latte.
Determinazione del cloruro di sodio
Il cloruro di sodio è ampiamente presente negli alimenti, aggiunto per conferire sapidità o come conservante. La sua quantità può essere determinata tramite titolazione ed è presente, ad esempio, in latte, formaggio, snack, patatine, brodo granulare, ketchup, maionese, condimenti per insalate, salsa di soia, prosciutto, salsicce e altri prodotti a base di carne.
Altri metodi di titolazione nell’analisi degli alimenti
Oltre alla determinazione dell’acidità e del cloruro di sodio, esistono altri metodi di titolazione che trovano impiego nell’analisi degli alimenti. Questi includono la determinazione di anidride solforosa nel vino e nel mosto, di zuccheri riducenti nel vino, di alcalinità dell’acqua, del numero di formolo, dell’acido ascorbico nella frutta e nel cacao in polvere, del grado di acidità del pane, del contenuto di azoto secondo Kjeldahl nei prodotti a base di carne e del numero di perossidi nell’olio.