Analisi dei tannini nel vino: un’esplorazione accurata della composizione
I tannini presenti nel vino svolgono un ruolo fondamentale nello stabilire il profilo sensoriale della bevanda. Questi composti, prevalenti soprattutto nel vino rosso, conferiscono colore, corpo e una sensazione di astringenza distintiva in bocca. Originariamente derivanti da piante come querce, castagni e acacie, i tannini sono polimeri fenolici che si formano attraverso la polimerizzazione dei monomeri fenolici. La loro interazione con le glicoproteine presenti nella saliva genera la nota sensazione di astringenza tipica.
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I tannini si trovano in varie parti solide dell’uva e vengono trasferiti nel mosto durante la fase di macerazione, contribuendo così alle caratteristiche sensoriali del vino. Inoltre, nel vino si possono trovare tannini provenienti dalle botti di legno in cui il vino è invecchiato, rilasciati gradualmente nel liquido e influenzando il profilo organolettico finale.
Metodi di analisi dei tannini
Per identificare e quantificare i tannini presenti nel vino, esistono diversi metodi analitici utilizzati in laboratorio. Tra i più diffusi si annoverano i metodi colorimetrici, gravimetrici, cromatografici e di precipitazione. Il metodo Hagerman e Butler del 1978 ha introdotto l’uso della sieroalbumina bovina come reagente per la precipitazione dei tannini. Inoltre, nel corso degli anni sono stati sviluppati altri metodi, come l’utilizzo di metilcellulosa per la precipitazione e la determinazione dei tannini.
Metodo di Bate Smith per l’analisi dei tannini
Il metodo di Bate Smith rappresenta un approccio colorimetrico per l’analisi dei tannini nel vino. Questo metodo prevede l’ossidazione dei flavandioli in un ambiente acido ed alcolico ad alta temperatura per formare proantocianidine colorate. L’analisi coinvolge l’utilizzo di due provette per campione, una delle quali sottoposta a idrolisi acida a caldo e l’altra usata come controllo.
Per eseguire l’analisi, il campione di vino viene diluito in acqua distillata e trattato con acido cloridrico. Dopo un processo di riscaldamento e aggiunta di etanolo, si misura l’assorbanza a 550 nm per determinare la concentrazione di tannini in g/L di equivalenti di catechina. Una variante di questo metodo coinvolge l’utilizzo di differenti condizioni di temperatura per ottenere valori più accurati di proantocianidine.
In conclusione, l’analisi dei tannini nel vino rivela dettagli cruciali sulla composizione e sulla qualità della bevanda, consentendo agli esperti di valutare e migliorare i processi produttivi e di vinificazione.