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Metodi alternativi per la determinazione di composti: una guida dettagliata

Guida Completa agli Standard Secondari nell’Analisi Chimica

Introduzione agli Standard Secondari

Nell’ambito dell’analisi chimica, gli standard secondari rivestono un ruolo cruciale nelle determinazioni volumetriche. Questi standard, che derivano da una standardizzazione effettuata utilizzando uno standard primario, sono inizialmente preparati con un titolo approssimato. La differenza principale con gli standard primari risiede nelle loro caratteristiche intrinseche, come purezza inferiore, stabilità ridotta e maggiore reattività.

Preparazione e Caratteristiche degli Standard Secondari

Gli standard secondari, a causa delle loro proprietà variabili nel tempo, vengono solitamente preparati sciogliendo una quantità nota della sostanza in un solvente appropriato. Successivamente, questa soluzione viene standardizzata utilizzando uno standard primario.

L’Importanza degli Standard in Farmacia

Nel settore farmaceutico, gli standard primari e secondari sono essenziali per l’identificazione e il dosaggio dei farmaci. Gli [standard di riferimento farmaceutici](https://chimicamo.org/analisi/farmacopea-europea/) primari sono sostanze certificate di alta qualità, mentre gli standard secondari, preparati rispetto a un riferimento primario, vengono utilizzati come standard di lavoro dai produttori. Fonti attendibili come la [Farmacopea Britannica (BP)](https://www.pharmacopoeia.com/), la [Farmacopea degli Stati Uniti (USP)](https://www.usp.org/) e la [Farmacopea Europea (EP)](https://it.wikipedia.org/wiki/Farmacopea_europea) forniscono questi standard qualitativi.

Titolazioni e Standard Primari

Le titolazioni sono tecniche di analisi chimica volumetrica che risalgono alla fine del XVIII secolo, quando il chimico francese [François-Antoine-Henri Descroizilles](https://it.wikipedia.org/wiki/Fran%C3%A7ois-Antoine-Henri_Descroizilles) introdusse la prima buretta nel 1791. La validità di questo metodo dipende dalla conoscenza precisa della quantità di uno dei reagenti utilizzati.

Non tutte le soluzioni impiegate nelle titolazioni possono essere standard primari, poiché potrebbero non possedere un alto grado di purezza o potrebbero essere sensibili a determinate condizioni. In tali casi, è necessario standardizzare queste soluzioni utilizzando uno standard primario, trasformandole così in standard secondari per le titolazioni.

Esempi di Standard Secondari

L’acido cloridrico è un esempio comune di standard secondario. Non può fungere da standard primario perché viene commercializzato con una concentrazione del 37% m/m e due cifre significative. La sua standardizzazione avviene usando il carbonato di sodio come standard primario, mediante la reazione:

`Na2CO3 + 2 HCl → 2 NaCl + H2O + CO2`

In alternativa, l’acido cloridrico può essere standardizzato con il borace tramite la reazione:

`Na2B4O7 ∙ 10 H2O + 2 HCl → 2 NaCl + B2O3 + 5 H2O`

Utilizzo di Standard Secondari in Chimica Analitica

Uno degli standard secondari più utilizzati in chimica analitica è l’idrossido di sodio. La standardizzazione dell’idrossido di sodio avviene utilizzando sostanze come il biftalato di potassio, secondo la reazione ionica: `HC8H4O4− + OH− → C8H4O42− + H2O`.

Nelle titolazioni ossidimetriche, il permanganato di potassio è largamente usato come standard secondario. Viene standardizzato a causa delle impurità di MnO2 presenti. Indicatore utilizzato includono l’ossalato di sodio, il sale di Mohr, o il triossido di arsenico.

Un altro esempio di standard secondario è il nitrato di argento, comunemente utilizzato nelle titolazioni per precipitazione per determinare i cloruri. Non può essere considerato uno standard primario a causa della sua sensibilità alla luce e della possibile riduzione dell’ione argento ad argento metallico. La standardizzazione del nitrato di argento viene eseguita usando il cloruro di sodio.

Nelle titolazioni complessometriche, spesso si utilizza l’EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) come agente complessante. Questo non è uno standard primario a causa della sua scarsa solubilità in acqua. Può essere standardizzato utilizzando carbonato di calcio, solfato di magnesio, cloruro di calcio, solfato di zinco o ossido di zinco.

Conclusione

La standardizzazione dei reagenti è una pratica fondamentale per garantire risultati precisi e affidabili nelle analisi chimiche. L’uso di standard secondari gioca un ruolo cruciale in questo processo, consentendo di ottenere misurazioni accurate e riproducibili.

Per ulteriori approfondimenti sulla chimica analitica e sulla preparazione degli standard, visita la nostra [guida completa agli standard chimici](https://chimicamo.org/analisi/guida-completa-agli-standard-chimici/).

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