Nomenclatura dei Composti Binari: Differenze tra Nomenclatura I.U.P.A.C. e Tradizionale
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I composti binari sono quei composti costituiti da due specie chimiche, in cui il numero di atomi di ciascun elemento può variare. Ad esempio, la molecola di acqua è un esempio di composto binario poiché contiene due atomi di idrogeno e un atomo di ossigeno.
La nomenclatura tradizionale, basata sull’uso di prefissi e suffissi correlati al numero di ossidazione degli atomi, è spesso utilizzata per denominare i composti binari. Tuttavia, la nomenclatura I.U.P.A.C. mira a rendere immediatamente evidente il numero di atomi o gruppi chimici presenti in una molecola, eliminando l’ambiguità.
I composti binari possono essere suddivisi in due categorie: composti contenenti ossigeno e composti non contenenti ossigeno.
Composti Contenenti Ossigeno
Per la nomenclatura I.U.P.A.C., i composti contenenti ossigeno sono chiamati ossidi, e per la loro denominazione si utilizza l’espressione “ossido di …” seguita dal nome dell’elemento legato all’ossigeno. Ad esempio, CaO è denominato ossido di calcio. Nel caso di più atomi di ossigeno o più atomi dell’altro elemento, o di entrambi, viene indicato il numero di atomi mediante i prefissi mono, di, tri, tetra, penta, ecc. Ad esempio, Na2O è denominato monossido di disodio, Al2O3 viene denominato triossido di bialluminio.
Per la nomenclatura tradizionale dei composti binari contenenti ossigeno, si fa distinzione tra ossidi e anidridi. Gli ossidi sono costituiti da metallo e ossigeno, mentre le anidridi da non metallo e ossigeno. La denominazione tiene conto degli stati di ossidazione del metallo e del non metallo, utilizzando suffissi come “-oso” e “-ico”.
Inoltre, la nomenclatura tradizionale porta a situazioni singolari: per esempio, il carbonio forma due composti binari con l’ossigeno, CO e CO2. Il primo viene denominato ossido di carbonio, mentre il secondo anidride carbonica.
Composti Senza Ossigeno
Nomenclatura dei Composti BinariPer denominare i composti binari, è necessario prendere in considerazione la formula e seguire alcune regole. In particolare, si aggiunge il suffisso –uro alla radice del nome dell’elemento, presente a destra nella formula. Ad esempio, NaF sarà denominato fluoruro di sodio. Nel caso vi siano più atomi di uno dei due elementi, o di entrambi, viene indicato il loro numero mediante i prefissi: di-, tri- ecc. Ad esempio, Fe2S3 sarà denominato trisolfuro di diferro. Le formule sono scritte mettendo per primo l’elemento meno elettronegativo. Per scrivere la formula di un composto binario a partire dal suo nome, si scrive a destra l’elemento con desinenza –uro e a sinistra l’altro elemento; quindi si inseriscono gli eventuali indici.
Nomenclatura Tradizionale
I composti tradizionali che non contengono ossigeno presentano una molteplicità di denominazioni. Quando vi sono più composti formati dalla stessa coppia di elementi si ricorre , anche in questo caso, ai suffissi –oso e –ico. Si ritiene utile elencare in tabella alcuni composti binari non contenenti ossigeno affiancando, alla nomenclatura I.U.P.A.C. quella tradizionale. Ecco alcuni esempi:
– CaC2: Dicarburo di calcio (Carburo di calcio)
– AlF3: Trifluoruro di alluminio (Fluoruro di alluminio)
– PH3: Triidruro di fosforo (Fosfina)
– SbH3: Triidruro di antimonio (Stibina)
– H2S: Solfuro di diidrogeno (Acido solfidrico)
È importante conoscere questi dettagli per riconoscere e denominare correttamente i composti binari.