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La formazione di una soluzione avviene attraverso la combinazione di due o più sostanze, che possono essere nella stessa fase o fasi diverse. Affinché una soluzione si formi efficacemente, è necessario che le molecole del soluto si legano alle molecole del solvente. Per ottenere questo, i legami intermolecolari tra le molecole del soluto e del solvente devono essere rotti.

Esistono diversi tipi di soluti, tra cui i non elettroliti come il saccarosio e gli elettroliti che si dissociano in ioni e si distribuiscono tra le molecole d’acqua.

La formazione delle soluzioni si verifica spontaneamente e in alcuni casi può richiedere l’agitate della soluzione per favorire il mescolamento.

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I fattori che favoriscono la formazione di una soluzione

La formazione spontanea di una soluzione è favorita dalla diminuzione dell’energia interna del sistema e dalla maggiore dispersione della materia nel sistema, che porta ad un aumento dell’entropia complessiva del sistema.

Se le forze di interazione tra soluto e solvente sono simili a quelle tra soluto e solvente durante il processo di dissoluzione, si ha una soluzione ideale. Questo avviene ad esempio con elio e argon, metanolo ed etanolo, o pentano ed esano.

Diversamente dalle soluzioni gas-gas, le soluzioni liquido-liquido mostrano forze intermolecolari attrattive tra i componenti, senza variazioni di energia dovute alla similitudine della struttura molecolare.

Processi di dissoluzione e forze intermolecolari

Le forze intermolecolari attrattive tra soluto-soluto, solvente-solvente e soluto-solvente influenzano i processi di dissoluzione. Questi processi avvengono in due fasi, una endotermica in cui viene consumata energia per superare le attrazioni soluto-soluto e solvente-solvente, e una esotermica in cui viene rilasciata energia durante la solvatazione.

A seconda della differenza tra l’energia consumata nella prima fase e quella rilasciata nella seconda, il processo di dissoluzione può assorbire o rilasciare energia.

In alcuni casi, le soluzioni non si formano poiché l’energia richiesta per separare le specie è maggiore dell’energia rilasciata durante la solvatazione.

Esempio pratico

Ad esempio, consideriamo la dissoluzione di un composto ionico in acqua. Per ottenere una soluzione, è necessario che le forze elettrostatiche tra i cationi e gli ioni dell’acqua superino le forze di attrazione tra i cationi stessi. Questo processo influenzerà il rilascio o l’assorbimento di energia durante la dissoluzione.Le interazioni tra ioni e molecole d’acqua sono fondamentali nel processo di dissoluzione di un composto ionico. Quando le forze di attrazione tra gli anioni e le molecole d’acqua superano le forze presenti nel soluto, si verifica un’endotermicità significativa. In questi casi, il composto potrebbe avere una scarsa solubilità, essendo poco propenso a sciogliersi.

Al contrario, se le forze di solvatazione prevalgono sulle forze elettrostatiche nel soluto, la dissoluzione sarà esotermica, come nel caso del cloruro di sodio (NaCl) che presenta una elevata solubilità. Tuttavia, esistono situazioni in cui un processo endotermico può portare comunque alla formazione di una soluzione, come nel caso del nitrato di ammonio presente nel ghiaccio istantaneo.

Una dissoluzione endotermica richiede una maggiore energia per ionizzare il soluto rispetto all’energia di solvatazione. Nonostante ciò, il processo è spontaneo grazie all’aumento dell’entropia associato alla formazione della soluzione.
Per approfondire il concetto di anioni, è possibile consultare questo articolo su chimica.today.

Comprendere le Forze di Attrazione e di Solvatazione

Le forze di attrazione elettrostatiche tra ioni e molecole d’acqua influenzano il processo di dissoluzione dei composti. Se le forze elettrostatiche superano quelle di solvatazione, si avrà un’endotermicità significativa, limitando la solubilità del composto. Al contrario, nel caso in cui le forze di solvatazione siano predominanti, la dissoluzione sarà esotermica e il composto sarà più solubile.

L’Importanza dell’Energia di Solvatazione

In una dissoluzione endotermica, è necessaria una maggiore energia per ionizzare il soluto rispetto all’energia di solvatazione. Tuttavia, nonostante questo dispendio energetico, il processo è spontaneo grazie all’aumento di entropia che accompagna la formazione della soluzione. Questi meccanismi sono cruciali per comprendere la solubilità dei composti in soluzione.

Per approfondire i concetti legati ai processi esotermici ed endotermici in chimica, puoi consultare questa risorsa su chimica.today.

Formazione di una soluzione

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