Protezione catodica: tutto ciò che c’è da sapere
La protezione catodica rappresenta un efficace mezzo di prevenzione contro la corrosione su strutture metalliche, soprattutto se poste in ambienti aggressivi, come sommersi o interrati.
Un’interessante tecnica per limitare e ritardare il fenomeno della corrosione è l’utilizzo di metalli sacrificali, proposto per la prima volta da Sir Humphrey Davy nello studio della corrosione dei metalli, in particolare del rame che era utilizzato negli scafi delle navi britanniche. L’aggiunta di zinco al ferro, ad esempio, previene la corrosione, in virtù dei potenziali normali di riduzione associati.
In generale, i metalli utilizzati come anodi sacrificano devono avere la capacità di ossidarsi più facilmente rispetto al metallo in via di protezione. Questi anodi, come zinco, magnesio o leghe di alluminio, presentano un potenziale normale di riduzione negativo e molto alto, il che favorisce il processo.
L’utilizzo degli anodi sacrificali è adatto a preservare strutture come gli scafi delle navi, tubazioni, sistemi di distribuzione e serbatoi. Tuttavia, per strutture di grandi dimensioni, questa metodologia può risultare costosa, pertanto, in questi casi, si preferisce adottare la protezione catodica a corrente impressa.
In ottica di manutenzione, gli anodi sacrificali devono essere ispezionati periodicamente e sostituiti una volta consumati, garantendo un’efficace protezione contro la corrosione.
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*Immagine: metalli sacrificali*