Rodio: storia, proprietà, composti e usi
Il rodio è classificato come metallo di transizione appartenente al Gruppo 9 e al 5° Periodo nella Tavola Periodica degli elementi, con configurazione elettronica [Kr] 4d^8 5s^1.
Storia
La scoperta del rodio risale al 1803, quando il chimico britannico William Hyde Wollaston lo individuò mentre studiava una lega contenente platino proveniente dal Perù. William Hyde Wollaston fu informato da Hippolyte-Victor Collet-Descotils della possibilità di un nuovo elemento presente in una lega. Dopo vari processi chimici, il nome “rodio” fu scelto per il suo colore rosso nelle soluzioni contenenti i suoi sali. Fa parte dei metalli del gruppo del platino, insieme al rutenio, palladio, osmio, iridio e platino, con simili proprietà fisiche e chimiche.
Proprietà
Il rodio è un metallo molto riflettente, di colore bianco-argenteo, scarsamente reattivo e non attaccato dagli acidi. È presente in diversi numeri di ossidazione, ma i più comuni sono 2, 3 e 4. È uno degli elementi meno abbondanti sulla crosta terrestre e si trova nei minerali contenenti platino.
Composti
I composti di rodio più significativi includono il tricloruro di rodio, l’ossido di rodio (III), l’ossido di rodio (IV), il fluoruro di rodio (VI) e il nitrato di rodio (III). Questi composti sono utilizzati come precursore di numerosi composti di coordinazione e come catalizzatori in molte reazioni chimiche.
Usi
Il rodio è utilizzato nella produzione di leghe con platino, palladio e iridio per resistori, termocoppie, industria vetraria e gioielleria. Inoltre, è impiegato come materiale per contatti elettrici a causa della bassa resistenza e dell’alta resistenza alla corrosione. Il rodio è anche utilizzato come catalizzatore nelle marmitte catalitiche dei sistemi di scarico delle vetture.
Inoltre, il rodio trova impiego come catalizzatore, in gioielleria, e per la produzione di contatti elettrici. Il suo utilizzo più diffuso è nelle leghe, impiegato per la sua capacità di conferire maggiore durezza a platino, palladio e iridio.