Azzurranti ottici o optical brightener: modalità di azione

Gli azzurranti ottici o optical brightener sono sostanze chimiche che, aggiunti ai detersivi, rendono il bucato più bianco e luminoso ma non più pulito.
La luce solare, detta anche luce bianca è un insieme di radiazioni a diversa lunghezza d’onda ed è costituita dalla somma di tutti i colori dell’arcobaleno: se un materiale colpito dalla luce  solare non assorbe alcuna radiazione ovvero riflette tutte le radiazioni.

I tessuti come il cotone tendono ad assorbire una parte della radiazione blu della luce solare. Invece  riflettono le altre componenti dalla cui sintesi additiva si ottiene il giallo che dà un senso di sporco.

Per coprire la colorazione gialla si usano gli azzurranti ottici i quali si fissano sulle fibre tessili. Essi hanno la caratteristica di assorbire parte della radiazione incidente nel campo dell’ultravioletto ed emettono parte dell’energia assorbita sotto forma di radiazioni visibili nell’ambito delle lunghezze d’onda corrispondenti al blu-violetto fenomeno tipico della fluorescenza.

La luce riflessa è in tal modo arricchita del colore blu che era stato assorbito dal tessuto che quindi appare bianco.

Modalità di azione degli azzurranti ottici

Essi quindi non agiscono da sbiancanti che inducono trasformazioni chimiche, in quanto il loro effetto schiarente è solo apparente,  ma conferiscono candore al tessuto. Rispetto ai prodotti sbiancanti tipici quali la candeggina o il percarbonato di sodio gli azzurranti ottici  quindi non rimuovono il colore dai capi colorati.

La loro efficacia varia con il tipo di tessuto e con la loro concentrazione e danno un effetto di accumulo dopo alcuni lavaggi.

Circa l’80% dei composti usati quali azzurranti ottici sono dei derivati dello stilbene un  diariletene.  Nella sua struttura presenta un etene sostituito con un gruppo fenilico da ambo i lati ed ha pertanto isomeri cis e trans. Tra gli azzurranti ottici sono usati derivati del trans-stilbene
trans-stilbene

Altri azzurranti ottici sono la cumarina che è un chetone aromatico, l’1,3-difenilpirazolina  composto eterociclico, acidi bicarbossilici derivanti dal naftalene e derivati dell’acido cinnamico.

Ovviamente non tutte le sostanze fluorescenti possono essere usate come azzurranti ottici. Essi  devono essere saggiati sul tessuto in quanto non tutti gli azzurranti ottici a parità di tessuto sviluppano lo stesso grado di fluorescenza.

Essi devono rispondere inoltre a determinati requisiti primo tra i quali l’assenza di tossicità ed inoltre  devono essere assorbiti dalle fibre, non devono impartire alcuna colorazione né devono interferire con altri ioni presenti.

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