Solfobatteri: un’analisi delle funzioni, del ciclo dello zolfo e della corrosione
I solfobatteri, noti anche come batteri solforiduttori (SRB), sono microorganismi capaci di ottenere energia attraverso processi di ossidazione di composti organici o idrogeno molecolare e riduzione del solfato in idrogenosolfuro. Essi hanno la capacità di ridurre anche composti ossidati dello zolfo, come solfati e tiosolfati, parzialmente a H2S.
Questi antichi microrganismi, che risalgono a miliardi di anni fa, si trovano nelle acque superficiali, nelle falde acquifere e nell’acqua di mare. I solfobatteri dimostrano una notevole capacità di adattamento e possono sopravvivere in condizioni aerobiche e anaerobiche, resistendo a temperature fino a 60 °C, mentre alcuni ceppi possono sopportare anche 80 °C.
Funzioni dei solfobatteri
I solfobatteri svolgono un ruolo significativo nel ciclo dello zolfo e parzialmente nel ciclo del carbonio, in quanto utilizzano il solfato come fonte di energia anziché l’ossigeno. Grazie a ciò, sono in grado di competere con i batteri metanogeni nella decomposizione di composti organici e idrogeno per produrre energia. I solfobatteri comprendono gruppi di batteri solfurei verdi e purpurei che effettuano una fotosintesi anossigenica, senza utilizzare né produrre ossigeno.
Corrosione e utilizzi industriali
Nel settore della corrosione, i solfobatteri rappresentano uno dei microbi più pericolosi per la corrosione anaerobica delle tubazioni interrate. Essi riducono i solfati a solfuri attraverso la catalisi dell’enzima idrogenasi, innescando processi corrosivi. Tale azione può provocare la biocorrosione e la formazione di solfuro di ferro (II) sulle superfici metalliche, accelerando così la corrosione del ferro.
I solfobatteri possono tuttavia trovare impieghi utili nell’ambito industriale in presenza di scarti e sottoprodotti contenenti ioni solfato, in quanto sono in grado di trattare le acque reflue e rimuovere il solfato e i metalli tossici. Inoltre, possono ridurre idrocarburi aromatici e sono stati impiegati per la bonifica di terreni contaminati.
Per contrastare l’azione aggressiva dei solfobatteri, è possibile trattare l’acqua di scarico con sostanze come l’ipoclorito di sodio o il cloro gassoso. Ciò nonostante, si consiglia di adottare misure preventive per ridurre al minimo l’azione dannosa di tali batteri, specialmente in contesti industriali.
In conclusione, i solfobatteri svolgono ruoli significativi nell’ambito biologico e industriale, e la comprensione delle loro funzioni e della loro capacità di causare corrosione è cruciale per gestire efficacemente le attività che coinvolgono tali microrganismi.