La storia dello specchio risale all’antichità, quando le prime riflessioni di sé venivano osservate nell’acqua. Già Platone associava le immagini alle ombre e ai riflessi sull’acqua. Tuttavia, fu solo nel XIV secolo, a Venezia, che si iniziarono a produrre i primi specchi come li conosciamo oggi, unendo lastre di vetro a stagno o mercurio.
Nel 1835, grazie al chimico Justus Von Liebig, vennero ottenuti i primi specchi moderni attraverso una reazione chimica che coinvolgeva glucosio e una soluzione alcalina contenente ione diamminoargento. Tale processo, chiamato processo di argentatura, consiste nella formazione di un sottile strato di argento sulla superficie di un vetro.
La preparazione di uno specchio può avvenire facendo reagire l’ossido di argento in ammoniaca concentrata, con la successiva ossidazione del glucosio che porta alla formazione del sottile strato di argento sulla lastra di vetro. Questa reazione ha applicazioni nell’analisi chimica qualitativa ed è conosciuta come saggio di Tollens, utile per rilevare la presenza di un’aldeide o di un gruppo aldeidico in un composto, come nei zuccheri.
I processi moderni per ottenere specchi ricoperti di argento o alluminio utilizzano il cloruro di stagno (II) come fonte di stagno e nitrato di argento come fonte di argento. La reazione di ossidoriduzione che si verifica porta alla formazione dell’argento metallico che ricopre la lastra di vetro. Questi processi hanno rivoluzionato la produzione e la qualità degli specchi nel corso del tempo.