L’anfetamina: una sostanza dal passato controverso
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L’anfetamina, conosciuta anche con il nome I.U.P.A.C di (RS)- 2-ammino-1-fenilpropano, è un composto facente parte della famiglia delle fenetilammine. La sua struttura di base presenta uno scheletro di fenetilammina con un gruppo metile legato al carbonio alfa.
Le sue varianti più conosciute sono la metanfetamina e l’MDMA, comunemente nota come ecstasy. L’anfetamina è uno stimolante del sistema nervoso centrale, utilizzato per trattare diverse condizioni di salute come obesità, narcolessia, e disturbi da deficit di attenzione e iperattività.
Storia dell’anfetamina
Fu il chimico rumeno di origine ebraica Lazăr Edeleanu ad avere il merito di sintetizzare per primo l’anfetamina nel 1887, ma solo negli anni ’30 ne furono scoperte le proprietà stimolanti sul sistema nervoso centrale. Inizialmente, veniva raccomandata dai medici per trattare diversi disturbi, tra cui l’abuso di alcol, la depressione e la narcolessia.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, venne ampiamente utilizzata dai militari per aumentare l’attenzione e la resistenza. Tuttavia, a partire dagli anni ’60-’70, si diffuse l’abuso di anfetamine e metanfetamine, con conseguenti effetti collaterali negativi.
La Food and Drug Administration (FDA) statunitense limitò l’uso di queste sostanze già nel 1959, riconoscendone l’effetto stupefacente. L’Italia recepì le norme più restrittive solo in un secondo momento.
Effetti collaterali
Oltre agli effetti immediati, l’anfetamina e i suoi derivati possono portare a irritabilità, insonnia, perdita di appetito e dipendenza.
Effetti collaterali delle anfetamine
Le anfetamine, una classe di sostanze psicoattive, possono provocare diversi effetti collaterali sull’organismo, tra cui tremore, agitazione, disturbi del sonno, perdita di appetito, aggressività, instabilità dell’umore e depressione. Questi sintomi possono manifestarsi soprattutto in seguito a un uso prolungato e abusivo di queste sostanze.
Rischi legati all’abuso di anfetamine
L’assunzione eccessiva di anfetamine può comportare rischi gravi per la salute. Dosi elevate possono provocare allucinazioni, arresto cardiaco, danni ai reni e al fegato, oltre a disturbi mentali. Inoltre, l’abuso di anfetamine può innalzare la pressione sanguigna e la temperatura corporea fino a 41°C, aumentando il rischio di disidratazione.
Pericoli associati all’uso di anfetamine
Nei casi più gravi, soprattutto se le anfetamine vengono consumate insieme all’alcol, si possono verificare perdita di coscienza, stato comatoso e addirittura emorragie cerebrali. È importante sottolineare che l’anfetamina è più pericolosa della cocaina in quanto il suo metabolismo più prolungato può provocare effetti più intensi e dannosi per l’organismo.
Rilevamento delle anfetamine
La presenza di anfetamine nell’organismo delle persone che ne fanno uso può essere facilmente individuata tramite analisi gascromatografiche delle urine. Queste analisi possono essere integrate con l’impiego di strumenti come apparecchi UV, IR o spettrometri di massa per una conferma più accurata.
Impatto sociale e sanitario
Nonostante le restrizioni e i divieti, l’uso di derivati anfetaminici rappresenta ancora un grave problema politico, sanitario e sociale. Purtroppo, non sempre viene percepito con la dovuta gravità, nonostante gli evidenti rischi per la salute pubblica.
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