L’arabinosio è un monosaccaride aldopentoso presente in abbondanza negli idrolizzati lignocellulosici derivati da produzioni agricole o forestali. A differenza di altri zuccheri che si trovano principalmente nella forma D, l’L-arabinosio è più comune e si trova in natura come componente di biopolimeri come l’emicellulosa e la pectina, presente in tutti gli organismi, dai batteri alle piante agli animali.
Struttura
Con formula C5H10O5, l’L-arabinosio è composto da cinque atomi di carbonio e contiene il gruppo funzionale aldeidico -CHO. Può esistere sia in forma lineare che ciclica attraverso una reazione di semiacetilizzazione intramolecolare che forma un semiacetale stabile. La forma ciclica si ottiene tramite la reazione tra il gruppo aldeidico -CHO e il gruppo alcolico -OH.
Proprietà
L’L-arabinosio si trova in piccole quantità in diversi alimenti, soprattutto in alimenti fermentati come miso, salsa di soia e whisky. Ha un sapore simile al saccarosio, con una dolcezza pari alla metà di quest’ultimo. L’arabinosio ha un effetto inibitorio sulla sucrasi intestinale e riduce l’aumento del glucosio nel sangue dopo l’assunzione di saccarosio.
Funzioni
Nei batteri, l’arabinosio è coinvolto nella via dei pentoso fosfati come xilulosio-5-fosfato, attraverso una serie di conversioni enzimatiche. La prima fase coinvolge l’isomerizzazione dell’arabinosio in ribulosio da parte dell’AraA. Nella fase successiva, il ribulosio viene fosforilato in ribuloso-5-fosfato dalla chinasi AraB. Infine, la ribulosio-5-fosfato 4-epimerasi AraD converte il ribuloso-5-fosfato in xilulosio-5-fosfato. L’arabinosio viene utilizzato anche come fonte di carbonio per la produzione di acidi organici e di amminoacidi come L-glutammato, lisina, arginina, ornitina e putrescina.