Diglima: caratteristiche, sintesi e utilizzi
Il diglima, conosciuto anche come 1-metossi-2-(2-metossietossi)etano, rappresenta un tipo di polietere che deriva dal glicole etilenico. Appartenente alla categoria degli eteri dialchilici, il diglima è un solvente polare aprotico.
Proprietà
Il diglima si presenta come un liquido incolore con un gradevole odore tipico degli eteri. È miscibile con acqua, etanolo, etere etilico e solventi idrocarburici. Questo composto è in grado di solubilizzare diversi polimeri come il cloruro di vinile, il polimetacrilato, il polistirene, il policloroprene e l’acetato di cellulosa. Al contrario, non dissolve la gomma e il polietilene, ma rigonfia il polivinilcloruro. È inoltre un solido solvente per composti metallici inorganici covalenti e per il sodio. Sintesi
Il diglima può essere ottenuto tramite diverse vie sintetiche. Una di queste prevede la reazione tra ossido di etilene e metanolo in presenza di catalizzatori acidi o basici. Può essere prodotto anche combinando glicole dietilenico e dimetilsolfato oppure attraverso la reazione tra metanolo, sodio e 2,2′-diclorodietil etere. Utilizzi del diglima
Il principale impiego del diglima è come solvente per numerosi composti organici. Viene utilizzato, ad esempio, in reazioni di idroborazione con diborano. Inoltre, è impiegato per solubilizzare l’etanolammina al fine di assorbire il biossido di carbonio. Questo composto è efficace nel solubilizzare il sodio esafluorofosfato, usato nelle batterie a ioni di sodio per lo stoccaggio di energia su larga scala. Grazie alla capacità di chelare piccoli cationi, lasciando gli anioni più reattivi, il diglima ottimizza le reazioni che coinvolgono composti organometallici come i reattivi di Grignard o le riduzioni di idruro metallico. Inoltre, in quanto solvente polare aprotico, è in grado di solubilizzare il sodio boroidruro, utilizzato per la riduzione di alogenuri alchilici secondari e terziari ai corrispondenti alcani.