Plastiche biodegradabili: esempi

Materiali biodegradabili: la lista completa dei principali esempi di bioplastiche eco-sostenibili

Le bioplastiche sono materiali che possono decomporsi in acqua, anidride carbonica e metano grazie all’intervento dei microrganismi. L’utilizzo e la produzione di questi materiali si pongono l’obiettivo di rendere il mondo più sostenibile e di ridurre gli impatti ambientali causati dalle plastiche tradizionali, responsabili della formazione di microplastiche che contaminano terra, mare e la catena alimentare, costituendo una minaccia per la salute umana.

Le bioplastiche mantengono proprietà simili alle plastiche tradizionali e offrono vantaggi in termini di riduzione dell’impatto ambientale. È tuttavia fondamentale adottare una corretta gestione dei rifiuti per creare un ciclo virtuoso a vantaggio dell’ambiente. In particolare, le plastiche a base biologica e biodegradabile rappresentano un’alternativa sostenibile per l’industria e offrono un’opzione eco-friendly rispetto a quelle ottenute da fonti non rinnovabili.

Esempi di bioplastiche

Un esempio concreto è rappresentato dal polibutilene adipato tereftalato (PBAT), un copolimero ottenuto da acido adipico, 1,4-butandiolo e acido tereftalico. Si caratterizza per una bassa cristallinità, che si traduce in un basso modulo elastico e rigidità, ma elevata flessibilità e tenacità.

Un altro esempio è l’alcool polivinilico (PVA), ottenuto dall’idrolisi basica di esteri polivinilici. Grazie alla sua solubilità in acqua e biodegradabilità, trova impiego nel campo medico per tubi e drenaggi, nonché nei lubrificanti per lenti a contatto. Una delle sue particolarità è la capacità di reticolarsi senza l’ausilio di reticolanti, grazie all’elevato numero di gruppi alcolici presenti nelle catene laterali.

Materiali provenienti da fonti naturali

Tra gli esempi provenienti da fonti naturali troviamo i poliidrossialcanoati, poliesteri biologici prodotti in particolari condizioni e utilizzati come trasportatori di farmaci, nei materiali biodegradabili e nell’ingegneria tissutale. Essi sono biocompatibili e non tossici, provenienti da numerosi batteri come riserva energetica e presenti sotto forma di granuli nel citoplasma cellulare.

Un altro esempio è l’acido polilattico (PLA), un poliestere alifatico costituito da acido lattico derivato da fonti vegetali come mais, grano o barbabietola. Il PLA è impiegato in articoli monouso come piatti, posate, bicchieri, flaconi, bottiglie e buste di plastica.

Se vuoi saperne di più, dai un’occhiata alle bioplastiche.

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