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Resine epossidiche: sintesi, numero di epossidi

Le caratteristiche delle resine epossidiche e il loro numero di epossidi

Le composte resine epossidiche, con la loro struttura molecolare contenente gruppi epossidici, sono conosciute per le loro proprietà tecniche superiori. Questi materiali sono ampiamente utilizzati per le loro eccellenti qualità meccaniche e la loro resistenza ambientale, rendendoli ideali per diverse applicazioni, tra cui l’industria aerospaziale. Le resine epossidiche vantano inoltre eccellenti proprietà elettriche, adesione a vari metalli e resistenza all’umidità, agli shock termici e meccanici.

Utilizzate principalmente nel settore nautico, nella produzione di manufatti compositi, accessori per moto e articoli sportivi, le resine epossidiche liquide per laminazione si distinguono per la loro superficie asciutta e la loro elevata resistenza meccanica e termica. Queste resine termoindurenti trovano impiego anche negli adesivi e rivestimenti ad alte prestazioni.

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Gli epossidi sono classificati come eteri ciclici composti da tre atomi, con uno di essi costituito da un atomo di ossigeno, dove l’ossido di etilene è il più semplice tra di essi.

Le resine epossidiche, che comunemente contengono due gruppi epossidici, possono essere di basso peso molecolare e liquide, considerate prepolimeri, oppure di alto peso molecolare e viscose, definite polimeri. Questa distinzione determina le varie applicazioni e usi delle resine epossidiche.

Per la loro sintesi, le resine epossidiche più utilizzate derivano dalla reazione tra il bisfenolo A e l’epicloridrina, che dà origine al diglicidil etere del bisfenolo A con gruppi epossidici terminali. Queste resine iniziali sono prepolimeri a basso peso molecolare che, per diventare polimeri, richiedono l’aggiunta di agenti polimerizzanti, come le ammine.

Le resine epossidiche polimeriche possono presentare diversi gradi di purezza, in base al tipo e alle condizioni di polimerizzazione. Per ottenere un alto grado di purezza, vengono spesso impiegati processi di purificazione come la distillazione. Un indicatore della purezza di una resina epossidica è la sua tendenza a formare solidi cristallini.

Un parametro essenziale per valutare il contenuto di epossido in una resina è rappresentato dal numero di epossidi, che è fondamentale per determinare la quantità di coreagenti necessaria nella polimerizzazione. L’utilizzo di quantità stechiometriche di coreagenti garantisce la formazione di resine ad elevate prestazioni.

Similmente ad altri materiali polimerici, le resine epossidiche hanno una formulazione specifica che comprende additivi, plastificanti, cariche e riempitivi, contribuendo a definire le loro caratteristiche e influenzando il costo finale del prodotto.

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