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Tetrametilsilano: sintesi, reazioni, usi

Tetrametilsilano: Struttura e Proprietà

Il tetrametilsilano è un composto organico del silicio con formula Si(CH3)4, il più semplice tra i tetraorganosilani. Derivante formalmente dal silano SiH4, in cui gli atomi di idrogeno sono sostituiti da gruppi metilici, il tetrametilsilano è caratterizzato da un silicio ibridato sp3 che conferisce alla molecola una struttura tetraedrica simile a quella del metano, con angoli di legame di 109.5°.

Proprietà e Sintesi

A causa della sua geometria molecolare, il tetrametilsilano è una molecola apolare, poco solubile in acqua ma solubile in solventi organici come etanolo ed etere etilico. Si presenta come un liquido incolore, meno denso dell’acqua, che emette fumi irritanti e acre quando riscaldato. È facilmente infiammabile e può formare miscele esplosive con l’aria.

Il tetrametilsilano è ottenuto come sottoprodotto della reazione del clorometano con il silicio ad alta temperatura, producendo principalmente dicloro-dimetilsilano.

Reazioni

Il tetrametilsilano agisce come agente riducente e reagisce con l’ossigeno e altri agenti ossidanti. Ad esempio, con l’ossigeno produce biossido di silicio, biossido di carbonio e acqua, mentre in presenza di biossido di carbonio si ottiene biossido di silicio, monossido di carbonio e acqua.

Usi e Applicazioni

Questo composto viene impiegato come carburante nell’aviazione, ma trova il suo uso più comune come standard di riferimento nella spettroscopia di risonanza magnetica nucleare. Il tetrametilsilano è un ottimo standard in quanto presenta protoni chimicamente equivalenti, garantendo un’unica frequenza di assorbimento. Grazie al suo chemical shift, rispetto a un riferimento, risulta essere un efficace standard di riferimento nello spettro.

Inoltre, poiché il silicio è meno elettronegativo rispetto ad altri atomi presenti in composti organici, i nuclei di idrogeno presenti nel tetrametilsilano assorbono a frequenze più alte. Questo lo rende ideale come standard di riferimento con il picco posizionato all’estremità dello spettro.

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