Trielina: cenni storici e caratteristiche
La trielina, conosciuta anche con il nome I.U.P.A.C.
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La struttura della trielina è simile a quella dell’etene, con tre atomi di idrogeno sostituiti da altrettanti atomi di cloro.
Sintesi della trielina
La trielina può essere ottenuta attraverso diverse vie sintetiche, ma la più comune prevede la clorurazione dell’etene in presenza di cloruro di ferro (III) come catalizzatore, portando alla formazione di 1,2-dicloroetano. Successivamente, riscaldando l’1,2-dicloroetano a 400°C in presenza di cloro e di KCl o AlCl3 come catalizzatori, si ottiene il tricloroetilene.
Utilizzi della trielina
La trielina trova impiego nella produzione di prodotti a base di idrofluorocarburi e come solvente in diversi settori. È ampiamente impiegata come agente smacchiante per la rimozione di grasso, nello sgrassaggio di metalli in processi di lavaggio a secco o industriali, nella produzione di colle per calzature e come solvente per smalti e colori. In ambito alimentare, è usata per la decaffeinazione del caffè e per l’estrazione di sostanze.
Tuttavia, è importante sottolineare che la trielina è considerata un probabile cancerogeno, spingendo sempre più all’adozione di alternative sicure come il tetracloroetene. L’uso diffuso della trielina nell’industria per lo sgrassaggio dei metalli comporta rischi ambientali, in quanto può contaminare le acque superficiali e profonde con le sue emissioni atmosferiche.