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Processo di elettrolisi dell’acqua salata del mare.

L’elettrolisi dell’acqua di mare rappresenta tecnologia innovative per la . Questa metodologia ha la capacità di generare energia pulita attraverso la in e ossigeno. Si offre così una soluzione per l’impiego di energia rinnovabile, specialmente nelle aree marittime profonde, consentendo la produzione locale di idrogeno e ammoniaca verde.

Produzione di materiali utili

Oltre alla generazione di idrogeno, l’elettrolisi dell’acqua marina può essere utilizzata anche per produrre materiali come il carbonato di calcio e l’idrossido di magnesio. Questi composti trovano applicazione in vari settori, inclusi l’edilizia, la bonifica ambientale e il sequestro del carbonio.

Tuttavia, l’elettrolisi diretta dell’acqua di mare presenta diverse difficoltà. La concentrazione elevata di sali, alcalinità e la presenza di specie corrosive possono compromettere non solo la stabilità, ma anche le prestazioni dei catalizzatori utilizzati nel processo. La sfida principale riguarda le caratteristiche corrosive dell’acqua marina, che possono ridurre significativamente l’efficienza e la durata dei catalizzatori.

Reazioni chimiche e problematiche

La reazione globale per l’elettrolisi dell’acqua di mare è equivalente a quella scissione dell’acqua pura:
2 H2O → 2 H2 + O2

Composta da due semireazioni, essa dipende dal pH dell’ambiente. In un contesto acido, le semireazioni sono:
HER: 2 H$^+$ + 2 e$^–$ → H2
OER: 2 H2O → 4 H$^+$ + O2 + 4 e$^–$

In assenza di acidità, o in contesti neutri o alcalini, le semireazioni si presentano in questo modo:
HER: 2 H2O + 4 e$^–$ → H2 + 2 OH$^–$
OER: 4 OH$^–$ → O2 + 2 H2O + 4 e$^–$

Un ulteriore complesso di reazioni è dato dalla produzione di cloro, che compete con la generazione di ossigeno, aumentando le problematiche legate alla corrosione e alla formazione di depositi indesiderati.

Le quantità significative di ioni presenti, come Na$^+$ e Cl$^–$, rendono cruciale la ricerca di metodi per mitigare l’impatto di questi elementi sui catalizzatori e sugli elettrodi, al fine di prolungarne la vita operativa. Progresso nella ricerca potrebbe rendere la produzione di idrogeno su larga scala un obiettivo raggiungibile.

Strategie di ottimizzazione per elettrodi e catalizzatori

La reazione di produzione di cloro risulta essere favorita dal punto di vista cinetico rispetto all’evoluzione di ossigeno. Nel contesto di un pH più basso, la barriera termodinamica aumenta con un incremento del pH, associato alla generazione di ipoclorito. Una volta raggiunto un pH oltre 7.5, l’evoluzione del cloro diventa predominante.

Gli ioni cloruro, adsorbendosi sull’anodo, contribuiscono alla corrosione cutanea e all’inefficienza del catalizzatore. È quindi fondamentale adottare una progettazione ottimale per gli elettrodi al fine di alleviare questi effetti avversi e migliorare l’efficienza globale.

La ricerca è attualmente rivolta verso nuovi materiali e strutture di catalizzatori resistenti alla corrosione, inclusi nanomateriali avanzati e rivestimenti protettivi. Questi materiali, tra cui il grafene e i nanotubi di carbonio, mostrano potenziali significativi nell’ottimizzare le prestazioni di elettrolisi dell’acqua marina.

In conclusione, l’elettrolisi dell’acqua marina può rappresentare una soluzione sostenibile per la generazione di energia, a patto di affrontare le sfide legate alla corrosione e alla stabilità dei catalizzatori. Con l’avanzare della ricerca, è probabile che nuovi materiali e tecniche possano emergere, rendendo tale tecnologia sempre più promettente per applicazioni future.

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