Trump ha fatto esplodere i dazi: dal 25% al 50% su alluminio e acciaio, colpendo Canada, Cina, Messico e pure l’Italia! Il Re del Deal dichiara guerra al commercio globale per "proteggere" l’America, ma chissà se è solo una mossa da bullo. Il Regno Unito scappa dall’ira con un accordo, mentre gli altri tremano. #TrumpDazi #CommercioGlobale #USAFirst
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha appena firmato un ordine esecutivo che raddoppia i dazi sull’alluminio e acciaio, portandoli al 50% a partire dal 4 giugno, in una mossa che puzza di ritorsione commerciale e fa tremare i mercati. Con questa bomba, gli USA puntano a gonfiare la produzione nazionale, rendendo l’acciaio made in America più appetitoso di quello straniero – perché, si sa, comprare locale è sempre meglio, no?
Questi nuovi balzelli colpiscono duro tutti i paesi tranne il fortunato Regno Unito, che si è già accaparrato un accordo a aprile. La Casa Bianca sbandiera che è per il bene dell’economia USA, ma in realtà sta colpendo i soliti sospetti: Canada, Cina e Messico, da cui arrivano metà delle importazioni da 110 miliardi di dollari. Praticamente, un calcio nei denti ai partner commerciali.
E l’Italia? Be’, preparati a sudare: siamo tra i top esportatori di questi metalli verso gli USA, decimi al mondo e secondi in Europa dopo la Germania, con esportazioni da 2,73 miliardi di dollari nel 2023 secondo il Financial Times. Questi dazi al 50% potrebbero mandare in tilt le nostre industrie, facendoci rimpiangere gli accordi facili.
Trump, il maestro delle trattative, ha minacciato che i partner devono presentare la loro «migliore offerta» per evitare tariffe extra da luglio – come se fosse un’asta al ribasso! Intanto, restano in piedi i dazi del 10% su tutti i beni stranieri, più quelli extra contro la Cina e roba come le automobili, in un casino globale che fa solo salire i prezzi per tutti.