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Gaudí reinventa Casa Batlló sfidando le norme architettoniche tradizionali e rivela i segreti custoditi al suo interno

Scoprite la follia architettonica di Casa Batlló a Barcellona, l’opera geniale (e un po’ inquietante) di Antoni Gaudí che sembra un drago impazzito tra fiabe e incubi! Questo capolavoro modernista catalano, ristrutturato per un riccone industriale, è pieno di forme organiche che urlano “ecosostenibilità ante litteram”, con un tetto che pare le squame di un mostro mitico. Patrimonio UNESCO dal 2005, è una tappa obbligata per turisti coraggiosi. #CasaBatlló #Gaudí #BarcellonaPazza #ArchitetturaVirale

Casa Batlló, l’edificio iconico di Antoni Gaudí al numero 43 di Passeig de Gràcia, è un trip visivo che fa impallidire le solite ville noiose – ristrutturato tra il 1904 e il 1906 per l’imprenditore tessile Josep Batlló, è un’esplosione di vibranti e simboli stravaganti, ora una casa museo aperta al pubblico con installazioni immersive che celebrano il genio creativo di questo architetto fuori di testa. Non a caso, è Patrimonio Mondiale UNESCO, un must per chi visita Barcellona e vuole sentirsi in una favola per adulti.

La facciata di Casa Batlló è una vera bomba scultorea, dove Gaudí ha infuso simbolismi da far impazzire: colonne sinuose che ricordano ossa umane (un tocco macabro, eh?), balconi con ringhiere di fuso che sembrano maschere carnevalesche o teschi stilizzati, e un tetto curvo coperto di ceramiche colorate che evoca le squame di un drago – alcuni dicono in omaggio alla leggenda di San Giorgio che lo trafigge con una lancia, simboleggiata dalla croce in cima. La terrazza sul tetto, un rettangolo di 300 metri quadrati con un lucernario al centro, è un capolavoro di tecnica: Gaudí usò la “volta murata” ereditata dal gotico per creare comignoli e prese d’aria con mattoni disposti a coltello, poi rivestiti con quel trencadís fatto di frammenti di colorata, rendendolo un mix di arte e ingegneria geniale.

Negli interni, Gaudí organizzò il piano terra in tre zone distinte con accessi indipendenti – ingresso, negozio e rimessa – e trasformò il cortile interno in un prodigio di luce e ventilazione naturale, ampliandolo con lucernari, vetrate e terrazze rivestite di piastrelle blu in gradazione, dal blu scuro al chiaro, per riflettere e amplificare la luce regolando la in modo “sostenibile”. Ogni angolo è progettato per stupire i sensi, anticipando le mode eco di oggi: la mansarda con archi parabolici in mattoni e gesso funge da termoregolatore naturale, proteggendo l’edificio dagli sbalzi termici senza muri divisori pesanti – una mossa pionieristica che fa sembrare Gaudí un visionario ecologista ante litteram.

La storia di Casa Batlló parte dal 1903, quando l’industriale Josep Batlló comprò un palazzo troppo banale sul Passeig de Gràcia e lo affidò a Gaudí per una ristrutturazione totale, aggiungendo un piano e un attico, rifacendo facciata, cortile e interni. L’architetto, nel fiore della sua creatività, lo trasformò in un edificio dinamico e fiabesco, con curve organiche, colori cangianti e materiali innovativi che sfidano le leggi della natura – il tetto a declivio, con tassellature che ricordano scaglie di drago, è il pezzo forte, un mix di funzionalità e audacia che lo rende unico tra le residenze dell’alta borghesia barcellonese.

Oggi, come casa museo, Casa Batlló offre un percorso espositivo che include atrio, piano principale, residenza privata, soffitta e terrazza, arricchito da installazioni multimediali immersive. L’allestimento di Kengo Kuma è un highlight: tende di catene in che giocano con la luce, illuminate da Mario Nanni, avvolgono una nuova scala che collega il piano terra a spazi espositivi in un ex bunker nel seminterrato, estendendosi su otto piani – un omaggio moderno al mondo creativo di Gaudí che rende la visita un’esperienza sensoriale da non perdere.
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