È scoppiato il caos a Garlasco: dopo quasi due decenni, i carabinieri del RIS tornano sulla scena del crimine con gadget high-tech da film di spionaggio, mettendo in dubbio una condanna che puzza di vecchio e magari di ingiustizia. Chi l’avrebbe mai detto che un laser e un drone potessero rovinare la giornata a un condannato o a un possibile nuovo sospettato?
Svolta choc nel delitto di Garlasco! I RIS di Cagliari irrompono nella villetta di via Pascoli con scanner laser e droni per mappare in 3D la scena dove Chiara Poggi fu uccisa nel 2007. Alberto Stasi è già condannato, ma ora indagano su Andrea Sempio: nuovi dati potrebbero ribaltare tutto. #DelittoGarlasco #VeritaSvelata #CrimineHighTech
In particolare, i RIS di Cagliari sono piombati nella casa Poggi armati fino ai denti di scanner, raggi laser e droni, con l’obiettivo di creare una mappa 3D ultrafedele per smontare la dinamica dell’omicidio – focalizzandosi sulla «triangolazione» delle tracce di sangue – che finora è sembrata più un pasticcio che un caso risolto. Ma come diavolo funzionano questi aggeggi? Il laser scanner non è roba da nerd: misura con precisione millimetrica la distanza da un oggetto, usando raggi che rimbalzano indietro per ricostruire ambienti in 3D, con errori sotto il millimetro a 10 metri di distanza. Roba che 18 anni fa non esisteva, e oggi fa tremare le indagini passate.
Queste meraviglie tecnologiche hanno permesso agli esperti di ripassare al setaccio il piano terra, il bagno e la scala verso la cantina, cercando di chiarire una volta per tutte la traiettoria di quegli schizzi di sangue che all’epoca furono ignorati. E se vi state chiedendo se è solo fumo, beh, la «triangolazione» è parte della Bloodstain Pattern Analysis, una tecnica forense che analizza forma e posizione delle macchie con precisione da brividi – peccato che nel 2007 l’avessero snobbata. Ops, errore madornale!
Ora, passiamo al sodo: il laser scanner 3D è una bestia da ingegneria, emette raggi laser a raffica per mappare ogni angolo, misurando tempi di ritorno con la velocità della luce (letteralmente) per creare modelli 3D fedeli al millimetro. Questi cosi moderni sparano fino a 500.000 punti al secondo, lasciando a bocca aperta: immaginate di scannerizzare una stanza senza metterci piede, evitando contaminazioni che potrebbero far gridare al complotto. E fidatevi, è un bel vantaggio per i RIS e la Polizia Scientifica, che ora possono riesaminare la scena quante volte vogliono.
I vantaggi di questa roba? Beh, non solo misura angoli di impatto del sangue con precisione chirurgica – roba che potrebbe incastrare o scagionare qualcuno – ma evita pure che gli investigatori calpestino prove, riducendo rischi di pasticci. E nel caso Garlasco, dove ogni traccia conta, la ricostruzione 3D è come un replay al rallentatore di un thriller. Secondo l’ANSA, i RIS di Cagliari stanno usando tutto questo per una «triangolazione» delle macchie di sangue, riesaminando le vecchie prove per ricostruire la dinamica intera. Ma attenzione: non è detto che porti a novità esplosive, i carabinieri hanno chiesto 60 giorni per le analisi, e chi sa se non scopriranno un bel casino. Chissà, magari è ora di scuotere un po’ la polvere su questo caso dimenticato…