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Iran e Israele si contendono l’impianto nucleare sotterraneo di Fordow nel loro duello strategico

IranMinacciaAtomica: Israele bombarda ma Fordow resta intoccabile! Quel bunker sotterraneo iraniano, con uranio arricchito all’83.7%, potrebbe scatenare la prossima guerra nucleare. Intanto, Teheran fa spallucce. #GeopoliticaEsplosiva #NucleoRischio #MedioOrienteCaos

In un’esplosione di tensione che fa tremare i polmoni del Medio Oriente, ha scatenato una raffica di raid aerei contro i siti nucleari iraniani, ma l’iconico impianto di Fordow rimane lì, beffardo e indistruttibile come una fortezza di un film d’azione. Questa meraviglia tecnologica, soprannominata il gioiello del programma atomico iraniano, è scavata a 90 metri sotto una montagna, con 2700 centrifughe a gas che girano come matte per arricchire l’. Analisti avvertono che da qui potrebbe nascere la prima bomba atomica iraniana, e indovinate? È praticamente inespugnabile per gli israeliani, che se la ridono ma non possono fare granché.

Fordow è una vera e propria fortezza sotterranea, piazzata a 20 km da Qom, la città santa dell’Islam sciita, come se volessero mescolare affari divini con roba atomica. Costruito nella roccia di una montagna alta 960 metri, con tunnel blindati e accessi sorvegliati dai Pasdaran, questo sito è protetto da un "calcestruzzo speciale" che sembra uscito da un laboratorio di supereroi: resiste a terremoti e bombe come niente, con una resistenza di 30 mila psi contro i miseri 4000 del cemento normale. Barriere, sistemi anti-infiltrazione e difese attive rendono Fordow un incubo per chiunque voglia avvicinarsi – e fidatevi, non è una gita al parco.

Ma andiamo alla storia sporca: l’ ha iniziato a costruire Fordow in segreto tra il 2006 e il 2007, proprio dopo aver promesso di sospendere il programma militare. Solo nel 2009 l’hanno reso pubblico, grazie a spifferi da USA, UK e Francia. All’inizio, Teheran giurava che serviva solo per arricchire uranio al 20% per scopi medici, ma tutti sanno che è una scusa bella e buona per qualcosa di più sinistro. Nel 2015, con il JCPOA, promisero di fermare le operazioni per 15 anni, limitando l’arricchimento al 3.67%. Peccato che, dopo l’uscita degli USA dall’accordo, abbiano riattivato tutto, con l’AIEA che ora trova uranio al 60% e scorte gonfiate a 3760 kg – abbastanza per nove bombe atomiche, se ci mettono un po’ di impegno.

E ora, il colpo di scena: l’ambasciatore israeliano negli USA ha tuonato che l’operazione "Rising Lion" andrà avanti fino a neutralizzare Fordow, ma la realtà è spietata. Le bombe israeliane GBU-31 e GBU-32 possono penetrare solo 6 metri, roba da ridere contro questa montagna. Solo gli USA hanno la GBU-57A/B Massive Ordnance Penetrator, una bestia da 14 mila kg che sfonda fino a 60 metri di roccia o cemento. Servirebbero almeno due lanci da un costosissimo B-2 Spirit per fare danni seri, ma chissà se gli yankee si sporcheranno le mani. Intanto, l’Iran scrolla le spalle e attribuisce le misurazioni dell’AIEA a mere “fluttuazioni involontarie”, come se fosse un errore di laboratorio e non un passo verso l’apocalisse. Che circo!

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