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Le molteplici potenzialità delle meduse commestibili e le loro possibili applicazioni
Le meduse commestibili rappresentano una risorsa ancora poco sfruttata nonostante le loro potenzialità. Negli ultimi anni, diverse soluzioni sono state proposte per gestire il fenomeno della “fioritura di meduse”, con particolare attenzione all’utilizzo di questi organismi planctonici in ambiti alternativi come l’alimentazione. Nonostante il potenziale riscontro di repulsione, soprattutto in Occidente, consumare meduse è una pratica consolidata da secoli in diverse culture, in particolare in Asia.
Specie di meduse commestibili
Sebbene esistano oltre 10.000 specie di meduse, solo alcune sono adatte al consumo umano. Tra le principali specie commestibili troviamo la Crambionella, la Rhopilema esculentum, la Aurelia labiata, la Pelagia noctiluca, la Cotylorhiza tuberculata e il Rhizostoma pulmo. La parte edibile è rappresentata dall’ombrello gelatinoso una volta privato degli organi interni e dei tentacoli urticanti. In Europa, si stanno sviluppando nuove tecniche di preparazione per rendere le meduse adatte al consumo.
Valori nutrizionali e sapore delle meduse commestibili
Le meduse sono costituite principalmente da acqua (95-98%) e contengono importanti sali minerali tra cui Sodio, Magnesio, Potassio e Calcio. Rispetto ad altri alimenti, presentano un basso contenuto calorico, un alto contenuto proteico e una ridotta presenza di grassi. Il loro sapore è delicato e spesso paragonato a quello dei molluschi.
Possibili utilizzi alternativi delle meduse
Oltre all’alimentazione, le meduse offrono interessanti opportunità in ambito biotecnologico. Recenti studi ne hanno evidenziato la potenzialità nell’estrazione di collagene per l’industria cosmetica, la creazione di bio-filtri per la cattura di microplastiche, l’utilizzo come fertilizzante ricco di sali minerali per le piante e la capacità di contrastare la proliferazione delle cellule tumorali in vitro. Grazie a queste molteplici applicazioni, le meduse potrebbero contribuire a un’economia circolare e allo sfruttamento sostenibile di una risorsa marina così abbondante.
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