Il cervello umano è spesso considerato un organo statico dopo il suo completo sviluppo durante l’infanzia e l’adolescenza. Tuttavia, il processo di neurogenesi, ossia la generazione di nuovi neuroni, non si esaurisce con la crescita. Sebbene la neurogenesi sia particolarmente attiva nelle prime fasi di vita, essa continua anche nell’età adulta, seppur con intensità variabile in specifiche aree cerebrali. La dopamina, insieme a fattori ambientali come lo stress e l’attività fisica, gioca un ruolo cruciale in questo processo.
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Processo di neurogenesi
La neurogenesi si articola in sei fasi: genesi, migrazione, differenziazione, regolazione, plasticità e consolidamento. Inizialmente, la genesi avviene attraverso le cellule progenitrici, o cellule staminali neurali, che si stabilizzano in aree specifiche del cervello, come la zona subgranulare dell’ippocampo e la zona subventricolare. Da queste aree si sviluppano neuroblasti, ovvero neuroni immaturi, che migrano verso aree che necessitano di ripopolazione o riparazione.
In fase di differenziazione, i neuroblasti si trasformano in neuroni maturi dotati di funzioni specifiche, grazie a marcatori neuronali che influenzano le loro caratteristiche fisiche. La sinaptogenesi, il processo di creazione di nuove sinapsi, è fondamentale per stabilire connessioni neuronali efficaci.
Fattori che influenzano la neurogenesi
La creazione di nuovi neuroni è un fenomeno continuo che cambia in intensità e modalità nel corso della vita. Sebbene la fase più intensa avvenga durante lo sviluppo fetale, postnatalmente già nei primi mesi si osserva una significativa diminuzione della neurogenesi. Durante l’infanzia e l’adolescenza, l’attività neurogenetica continua a ridursi, stabilizzandosi a livelli più bassi nell’età adulta. Negli adulti, i nuovi neuroni nell’ippocampo sono essenziali per funzioni cognitive come memoria e apprendimento, e nella zona subventricolare contribuiscono al rinnovo di interneuroni nel bulbo olfattivo.
Con l’avanzare dell’età, il tasso di neurogenesi tende a decrescere, ma è stato documentato che la neurogenesi ippocampale persiste anche in età avanzata, mostrando variazioni significative tra individui. Fattori ambientali e molecolari influenzano questo processo, migliorandolo o compromettendolo a seconda delle circostanze.
Dopamina e neurodegenerazione
La dopamina riveste un’importanza fondamentale nella neurogenesi adulta, in particolare nella zona subventricolare. Ricerche preliminari suggeriscono che l’interruzione dei segnali dopaminergici attraverso neurotossine riduce significativamente la produzione neuronale. Questo fenomeno ha rilevanza clinica nella ricerca sulle malattie neurodegenerative come il Parkinson, dove si cerca di sfruttare i meccanismi rigenerativi per riparare circuiti neuronali danneggiati.
Disfunzioni simili si osservano anche nell’Alzheimer e nella malattia di Huntington. In quest’ultima, sebbene vi sia un aumento nella produzione di nuove cellule, la loro integrazione funzionante nei circuiti cerebrali risulta compromessa, mentre nell’Alzheimer, la capacità di generare nuovi neuroni nell’ippocampo è significativamente ridotta.
Il dibattito sull’effettiva persistenza della neurogenesi nell’adulto e nelle fasi avanzate della vita è ancora aperto; alcune ricerche attestano la sua presenza, mentre altre mettono in discussione l’entità di questo fenomeno.