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Prezzo di iPhone e altri gadget tech aumentato a causa dei dazi di Trump

#TechCrisis #DaziUSA #iPhoneLuxury Donald Trump colpisce ancora con su Cina, Vietnam e India, e ora i prezzi della tecnologia potrebbero schizzare alle stelle! Gli iPhone potrebbero costare fino a 2300$! Ma non solo, anche tablet, laptop e la Switch 2 sono a rischio. Perché? Perché tutto si produce in Cina, dove Trump ha messo tariffe fino al 54%. Che disastro!

A seguito dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Cina, Vietnam e India e Paesi, i prezzi di molti prodotti tech di largo consumo potrebbero aumentare tra il 30% e il 43%: stando a quanto previsto dagli analisti di Rosenblatt Securities, il costo di un iPhone top di gamma, per esempio, potrebbe lievitare fino a 2300 dollari se Apple facesse ricadere l’aumento dei costi sui consumatori invece che sostenere i costi aggiuntivi abbassando però così i margini di profitto. Questo perché i “melafonini” sono prodotti in buona parte in Cina, su cui al momento gravano dazi fino al 54%. Il possibile “effetto dazi” avrebbe ricadute anche su tablet, portatili e console di gioco, come la nuova Switch 2, i cui preordini sono stati bloccati da Nintendo proprio a causa della delicata situazione attuale. Commento: Sembra che Trump voglia trasformare il tech in un lusso per pochi!

Per comprendere meglio il contesto, è utile sapere cos’è un dazio. Sostanzialmente si tratta di una tassa imposta su merci importate da un altro Paese. Viene spesso utilizzato come strumento di economica o come misura di protezione dell’industria interna di un Paese. Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno annunciato tariffe anche del 54% per prodotti provenienti dalla Cina e del 46% dal Vietnam, aree geografiche dove si concentra la maggior parte della produzione elettronica globale. Questo è un problema particolarmente serio per aziende come Apple, che nonostante i tentativi di diversificare la produzione, dipendono ancora in larga misura dalla Cina: oltre il 90% degli iPhone venduti nel mondo proviene dalle fabbriche cinesi di Foxconn e Luxshare. L’obiettivo dichiarato di Trump è quello di contrastare presunte pratiche commerciali sleali, come la manipolazione valutaria, cioè l’intervento artificiale dei governi per mantenere la propria moneta sottovalutata e rendere così le esportazioni più competitive. Il risultato concreto è una pressione crescente sui prezzi finali dei beni di consumo, che potrebbe disincentivare gli acquisti proprio nel momento in cui la domanda di dispositivi tecnologici è già in rallentamento per motivi vari. In tutto ciò, dopo la precedente “guerra dei dazi” del 2018, molte aziende (come Apple) hanno deciso di diversificare la propria produzione, spostandola progressivamente verso Paesi extra-Cina, tra cui Vietnam e India. Dal momento che anche questi ultimi sono ora colpiti dalle nuove misure di Trump, la loro strategia di diversificazione è risultata inefficace. E per quanto riguarda il trasferire tutta la produzione negli Stati Uniti, come auspicato da Trump, beh… questo si scontra con ostacoli strutturali piuttosto imponenti, in primis i costi della manodopera (in alcuni casi anche dieci volte superiori ai costi da affrontare nei Paesi asiatici summenzionati) e la carenza di personale qualificato. Commento: Trump colpisce ancora, ma forse non ha fatto bene i conti con la realtà economica!

Nel caso di Apple, per esempio, si ipotizza che il modello base dell’iPhone 16, oggi venduto a un di listino di 799 dollari negli Stati Uniti, possa arrivare a superare i 1140 dollari. Il top di gamma dell’attuale generazione di smartphone Apple, ovvero la versione da 1 TB di iPhone 16 Pro Max, potrebbe salire dagli attuali 1599 a oltre 2300 dollari. Stando a quanto previsto dagli analisti di Rosenblatt Securities, infatti, se Apple deciderà di trasferire ai consumatori finali l’effetto dei dazi, il loro prezzo aumenterà del 43%. Tra i prodotti Apple colpiti dagli aumenti legati ai dazi imposti da Trump ai Paesi asiatici da cui si rifornisce l’azienda di Cupertino (dove avviene anche il processo di produzione e assemblaggio dei suoi device), ci sono anche Apple Watch (+43%), iPad (+42%), Mac (+39%) ed AirPods (+39%). Commento: Sembra che il sogno americano stia diventando un lusso proibitivo!

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