La dissoluzione dei sali insolubili può essere ottenuta agendo sul pH o tramite la formazione di complessi, a seconda del tipo di sale. Un esempio di ciò è la dissoluzione del cloruro di argento attraverso l’ammoniaca, che porta alla formazione del complesso diamminoargento.
Alcuni sali poco solubili possono essere resi solubili grazie alla formazione di complessi con cationi, rendendo possibile la loro dissoluzione. Questo avviene quando la costante di formazione del complesso è tale che la concentrazione dell’ione metallico non complessato non supera il prodotto di solubilità.
Un esempio pratico di questo processo si ritrova nel fissaggio della pellicola fotografica, in cui il tiosolfato di sodio forma un complesso solubile con il bromuro di argento residue, consentendone la rimozione mediante lavaggi. In questo contesto, la formazione del complesso solubile con il tiosolfato consente la dissoluzione del bromuro di argento, rendendolo più conveniente per l’uso nella fase di fissaggio.
Nell’equilibrio di dissoluzione del bromuro di argento in acqua, le concentrazioni di ioni argento e bromuro sono uguali. Inoltre, la solubilità molare di AgBr è determinata come 5.0 ∙ 10-13, e la concentrazione di ione argento si trova interamente nella forma complessata Ag(S2O3)3-, in una soluzione di tiosolfato. Utilizzando queste informazioni nell’espressione di K, si calcola che in 1 litro di soluzione di tiosolfato 1.0 M si sciolgono 0.44 moli di AgBr, confermando l’utilità del tiosolfato nella fase di fissaggio.
In sintesi, la formazione di complessi solubili può essere un meccanismo efficace per la dissoluzione dei sali insolubili, come dimostrato nel processo di fissaggio della pellicola fotografica.