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Come funziona e come viene inserito nel profilo

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, una delle applicazioni di messaggistica più diffusa a livello globale, è frequentemente utilizzata dai criminali informatici per realizzare truffe che mirano a ottenere dati personali degli utenti o a metterli in condizione di ricatto. Negli ultimi tempi, i truffatori hanno adottato metodologie sempre più sofisticate, rendendo le truffe più difficili da individuare. Le tecniche di raggiro si sono evolute, passando tradizionale phishing a metodi più complessi, come il furto dell’account WhatsApp abbinato al social hacking. In questa variante, i truffatori manipolano le relazioni personali delle possibili vittime per raccogliere informazioni riservate, sfruttando, ad esempio, l’account compromesso di un amico o un familiare, al fine di indurre l’utente a fornire dati sensibili o a cliccare su link potenzialmente pericolosi. È essenziale rimanere vigili e non abbassare la guardia di fronte a richieste anomale, anche se sembrano provenire da contatti fidati.

Furto dell’Account e Social Hacking

Una delle truffe più comuni involve il furto dell’account WhatsApp, un atto illecito che può avvenire in pochi passaggi. Un metodo frequentemente utilizzato consiste nell’invio di un SMS contenente un codice di verifica, seguito da un messaggio su WhatsApp che appare come proveniente da un contatto fidato, in cui si chiede di inoltrare il codice. Seguire questa procedura consente all’hacker di accedere all’account dell’utente, che immediatamente sequestrato. Una volta ottenuto l’accesso, il truffatore può contattare tutti i contatti della vittima, ampliando così la portata del raggiro.

Un aspetto critico di questo tipo di attacco è che, appropriandosi di un account, il malintenzionato può utilizzarlo per contattare amici e familiari, esercitando il social hacking e, talvolta, estorcendo denaro o rubando ulteriori account WhatsApp. Inoltre, alcune truffe ricorrono alla diffusione di fake news attraverso messaggi ingannevoli. Una frode ricorrente sulla piattaforma riguarda l’erronea affermazione che WhatsApp diventerà a pagamento, invitando gli utenti a condividere un messaggio per continuare a utilizzare l’app . È importante sottolineare che WhatsApp è e rimarrà gratuito. Un’altra variante, potenzialmente più nociva, incoraggia gli utenti a scaricare versioni non ufficiali dell’app, promettendo funzionalità extra; cliccando su tali link, è possibile installare virus che possono compromettere la sicurezza dei dati e del dispositivo.

Prevenzione delle Truffe

Per proteggersi dalle truffe su WhatsApp che utilizzano strategie di social hacking e furto d’identità, è cruciale apprendere a riconoscerle. Gli esperti suggeriscono di prestare attenzione alla scrittura dei messaggi, poiché quelli fraudolenti provengono spesso da paesi esteri e presentano errori grammaticali o frasi poco comuni. Se si notano anomalie nel testo del messaggio, è opportuno riflettere attentamente prima di cliccare su link o di fornire informazioni personali. La fretta può portare a errori. È consigliabile consultare un conoscente, cercare informazioni online, o contattare direttamente la persona che ha inviato il messaggio mediante un altro canale di comunicazione per verificarne l’autenticità.

Per una maggiore tranquillità, gli utenti possono avvalersi delle funzionalità di sicurezza offerte da WhatsApp, come la verifica in due passaggi, attivabile attraverso la sezione Impostazioni > Account > Verifica in due passaggi dell’app.

Come attivare la verifica in due passaggi su WhatsApp.

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Gli aspetti tecnologici, economici e geopolitici del nuovo chatbot AI cinese analizzati.

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La Cina ha recentemente presentato al pubblico il suo di intelligenza artificiale, DeepSeek, progettato per competere con il noto ChatGPT di OpenAI. Questo sviluppo ha generato un notevole scalpore, influenzando il mercato tecnologico globale, con una significativa caduta dei titoli delle aziende big tech statunitensi. DeepSeek è oggetto di critiche per presunti furti di proprietà intellettuale da ChatGPT e per la sua incapacità di rispondere a domande relative alla Cina, oltre ad essere già stato bloccato in Italia dal Garante della Privacy.

Analizziamo gli tecnologici, economici e geopolitici legati a DeepSeek.

DeepSeek-R1: un nuovo standard per il ragionamento artificiale

DeepSeek, ufficialmente conosciuto come DeepSeek-R1, è un chatbot di intelligenza artificiale cinese che ha raggiunto performance comparabili a quelle di ChatGPT. Entrambi i modelli utilizzano la metodologia della “Chain of Thought”, ossia suddividono le domande in sotto-problemi da risolvere prima di fornire una risposta. Un aspetto interessante è il costo di sviluppo: DeepSeek ha richiesto un investimento significativamente inferiore, con impatti notevoli a livello globale.

Costi di sviluppo e innovazione tecnologica

Per addestrare ChatGPT è stato stimato un utilizzo di circa 30.000 GPU, mentre per DeepSeek-R1 ne sono servite poco più di 2.000, segnalando un abbattimento dei costi drastico. La società cinese High-Flyer ha riferito di aver speso tra i 5 e i 6 milioni di dollari per il progetto, a fronte di circa 100 milioni per ChatGPT. La chiave di questo successo risiede in un modello matematico sviluppato dai ricercatori, che ha ridotto significativamente la potenza computazionale necessaria.

Implicazioni economiche e geopolitiche

Il successo di DeepSeek ha avuto un impatto diretto sull’economia degli Stati Uniti, con Nvidia che ha visto il valore delle sue azioni scendere di 600 miliardi in borsa a causa della diminuzione della domanda per le sue GPU. Inoltre, DeepSeek offre servizi gratuitamente, mentre ChatGPT ha recentemente reso disponibile la sua versione a pagamento senza costi. L’aspetto open source di DeepSeek ha ulteriormente amplificato l’interesse, incentivando lo sviluppo di nuovi chatbot affinché possano essere realizzati modelli simili.

Tuttavia, emergono anche problematiche legate alla privacy e all’affidabilità delle informazioni. DeepSeek è bloccata in Italia per questioni di protezione dei dati, in quanto le informazioni inserite nel chatbot vengono archiviate su server cinesi, contrastando così le normative locali. Inoltre, il chatbot presenta limitazioni nel rispondere a domande sensibili riguardanti questioni politiche cinesi.

Resta da vedere come si evolverà la situazione di DeepSeek e quali sviluppi ulteriori potrebbero avere luogo nel panorama globale dell’intelligenza artificiale e della tecnologia.

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Torna lo splendido “bacio” Luna-Marte, visibile a occhio nudo e circondato di stelle cadenti

La sera del 9 febbraio 2025 si preannuncia un evento celeste affascinante, con la congiunzione tra la e Marte. Questo fenomeno sarà visibile a nudo, dato che la Luna si troverà in prossimità della fase di piena, prevista per il 12 febbraio. In aggiunta, nelle ore successive si verificherà anche il picco di uno sciame di stelle .

Canva

Secondo le indicazioni dell’UAI, la Luna transiterà molto vicino al pianeta Marte nella costellazione dei Gemelli, nelle immediate vicinanze delle stelle Castore e Polluce. La mappa dell’evento mostra il cielo del 9 febbraio 2025 attorno alle ore 21:00.

bacio luna marte e stelle cadenti
bacio luna marte e stelle cadenti

©Stellarium

Inoltre, nelle ore successive alla congiunzione, si assisterà al picco delle stelle cadenti psi Leonidi. Questo sciame, anche se meno conosciuto, offre l’opportunità di avvistare numerose meteore. Il radiante sarà visibile per tutta la notte e il suo apice si raggiungerà intorno alle 2:00, quando le meteore appariranno a oltre 60° sopra l’orizzonte.

Il picco dell’attività di questo sciame è previsto nella notte tra l’11 e il 12 febbraio, ma esso è attivo dal 26 gennaio al 28 febbraio, pertanto esiste la possibilità di osservare il “” Luna-Marte accompagnato da alcune stelle cadenti.

Fonti: UAI / UAI meteore

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Scosse di magnitudo fino a 5.0 registrate a Santorini: cosa succede

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Lo sciame sismico che ha colpito l’arcipelago delle Cicladi, in Grecia, prosegue con intensità. Nella giornata di oggi, martedì 4 febbraio, sono state sei scosse di superiore a 4.0, la più significativa delle quali ha raggiunto una magnitudo di 5.0. Data la frequenza e l’intensità di oltre 200 sismi dal 1 febbraio, le autorità sono in allerta, in particolare per un possibile terremoto di maggiore entità. Molti residenti e turisti stanno lasciando l’isola, con voli predisposti dal governo greco per facilitare l’evacuazione. Resta alta l’attenzione anche per il vulcano sottomarino Kolumbo.

Scosse di terremoto a Santorini

La Grecia, noto per la sua attività sismica, sta affrontando una situazione preoccupante a causa del gran numero di scosse in un breve periodo. In particolare, il sisma di lunedì 3 febbraio, con epicentro a oltre 29 chilometri a nord-est di e magnitudo di 5.0, ha sollevato ulteriori preoccupazioni. Secondo l’Istituto greco di Geodinamica, gran parte delle scosse si verifica nei pressi dell’isolotto di Anydros, a nord di Santorini, a causa della subduzione tra la placca africana e quella eurasiatica, fenomeno responsabile dell’intensa attività sismica della zona.

Misure preventive e istituzionali

Per gestire la situazione, l’Earthquake Planning and Protection Organization (E.P.P.O.) ha attuato misure preventive per la popolazione delle Cicladi. Tra le decisioni prese, c’è la chiusura delle scuole fino a venerdì 7 febbraio a Santorini e in altre isole come Anafi, Ios, Amorgos, Paros, Antiparos e Naxos. È consigliato di evitare assembramenti al chiuso e di non sostare vicino a strutture pericolanti. Le autorità sono preparate per l’emergenza: domenica 2 febbraio è allestita una struttura per accogliere gli sfollati e sono arrivate unità di soccorso specializzate per l’estrazione dalle macerie. La compagnia aerea Aegean ha incrementato i voli per coloro che desiderano lasciare le isole.

Preoccupazione anche in Turchia

La preoccupazione per l’attività sismica si estende anche alla Turchia, in particolare nelle province europee e nella costa occidentale affacciata sul Mar Egeo. La protezione civile turca ha emesso un’allerta per tre province, inclusa l’area di Smirne. Le autorità locali invitano anche Istanbul a prepararsi per possibili sviluppi in merito all’attività sismica nel Mar Egeo.

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Il nuovo modello di AI o3-mini è stato rilasciato gratuitamente da OpenAI: come funziona

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Dopo un’anticipazione avvenuta lo scorso dicembre, ha ufficialmente o3-mini, un di intelligenza artificiale mirato al ragionamento avanzato. Secondo l’azienda, o3-mini rappresenta un’evoluzione significativa rispetto ai modelli linguistici tradizionali, grazie alla sua capacità di affrontare problemi complessi con un’analisi approfondita. Questa versione, pur essendo più compatta ed efficiente rispetto al modello di punta o3, conserva capacità avanzate in materie quali matematica, scienza e programmazione, risultando particolarmente indicata per il settore STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Tra le novità principali si evidenzia l’adozione del ragionamento simulato, una tecnica che consente al modello di riflettere sulle proprie risposte prima di generarle, migliorandone l’accuratezza. Inoltre, è stato introdotto un innovativo sistema di sicurezza noto come allineamento deliberativo, che permette di gestire le richieste degli utenti in modo sofisticato, riducendo il rischio di risposte inappropriate e l’impossibilità di accedere a contenuti validi. OpenAI ha reso disponibile o3-mini anche agli utenti free in un contesto competitivo, considerando il rivale cinese DeepSeek.

Le caratteristiche di o3-mini: come funziona

O3-mini punta sul ragionamento, una funzione che aumenta la sua efficacia in compiti logici e deduttivi. Il ragionamento simulato costituisce un miglioramento rispetto al metodo CoT (Chain of Thought), consentendo un’analisi approfondita prima di fornire una risposta. Questa metodica si traduce in una qualità e una precisione superiori, rendendo il modello utile per applicazioni accademiche e tecniche. Inoltre, l’allineamento deliberativo consente una gestione più accurata della sicurezza, valutando il contesto delle richieste anziché applicare semplici filtri predefiniti, e migliorando così la protezione contro usi impropri.

O3-mini offre anche funzionalità interessanti per gli sviluppatori, come la chiamata di funzioni e output strutturati, facilitando la sua integrazione in applicazioni pratiche. È disponibile un’opzione per selezionare tra tre livelli di ragionamento (basso, medio e alto), consentendo un bilanciamento tra precisione e velocità a seconda delle necessità. Secondo alcune analisi, o3-mini è risultato più veloce ed efficiente rispetto al modello precedente o1-mini, con un incremento del 24% nella rapidità di risposta, senza compromettere le prestazioni nelle discipline STEM. Inoltre, il modello ha dimostrato di essere più accurato, fornendo risposte preferite dagli utenti nel 56% dei casi.

OpenAI ha specificato che «o3-mini ora con la ricerca per trovare risposte aggiornate con collegamenti a fonti Web pertinenti», aggiungendo che «questo è un prototipo iniziale mentre lavoriamo per integrare la ricerca nei nostri modelli di ragionamento».

Performance e risultati

O3-mini ha dimostrato performance superiori rispetto al precedente o1-mini in vari test di riferimento. Ha raggiunto un’accuratezza del 96,7% nell’AIME (American Invitational Mathematics Examination), in contrasto con l’83,3% del suo predecessore. Anche nel campo della programmazione si è distinta, ottenendo il 71,7% di precisione su SWE-bench Verified, un benchmark di coding che si basa su problemi reali, con un miglioramento di circa il 20% rispetto a o1. In ambito scientifico, o3-mini ha superato il modello precedente con un punteggio dell’87,7% nel test GPQA Diamond, valutando la capacità di rispondere a domande di livello accademico avanzato. Ha mostrato anche capacità di adattamento superiori, ottenendo un punteggio dell’87,5% nel benchmark ARC-AGI, superiore alla media umana dell’85%.

Dove e quando sarà disponibile o3-mini OpenAI

O3-mini è già accessibile per gli utenti di ChatGPT Plus, Team e Pro, con integrazione per gli utenti Enterprise prevista entro febbraio. Gli utenti Plus e Team beneficeranno di un aumento del limite di messaggi da 50 a 150 al giorno, mentre gli utenti Pro non incontreranno alcun limite di utilizzo. Gli utenti del piano base di ChatGPT possono provare gratuitamente o3-mini selezionando l’opzione Avvia il ragionamento nel compositore di messaggi. Come evidenziato nell’annuncio di OpenAI, «questa è la prima volta che un modello di ragionamento è stato reso disponibile agli utenti gratuiti in ChatGPT».

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Funzionamento di una società per azioni S.p.A.

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La per (.) rappresenta una forma imprenditoriale in cui i soci detengono quote sotto forma di azioni, consentendo loro di gestire l’azienda senza compromettere i beni personali. Questa categoria di impresa offre una responsabilità limitata, poiché gli azionisti sono responsabili esclusivamente per il capitale investito, tutelando così il loro patrimonio privato in caso di insolvenza. La S.p.A. è costituita con un capitale minimo di 50.000 euro, e si finanzia attraverso il patrimonio societario, gestendo spese e debiti in modo autonomo. La di governance include diversi organi, come l’assemblea dei soci, il consiglio di amministrazione e organi di controllo, che garantiscono la trasparenza nelle decisioni aziendali.

Costituzione e struttura di una S.p.A.

Per costituire una S.p.A. è necessario redigere un atto notarile e registrarla nel Registro delle Imprese. Il capitale iniziale, minimo di 50.000 euro, è suddiviso in azioni rappresentative delle quote sociali. Le azioni, tutte uguali, possono essere liberamente scambiate, conferendo flessibilità agli azionisti riguardo entrate ed uscite dall’impresa. Le S.p.A. si classificano in aperte e chiuse: quelle aperte offrono le loro azioni al pubblico, come le quotate in borsa, mentre le chiuse non emettono azioni sul mercato.

Funzionamento organizzativo di una S.p.A.

La governance di una S.p.A. è strutturata in vari organi preposti alla gestione e al controllo dell’impresa:

  • Assemblea degli azionisti: responsabile delle decisioni principali, approva il bilancio e le modifiche statutarie, con obbligo di riunione almeno annuale.
  • Amministratori: responsabili della gestione operativa quotidiana dell’azienda.
  • Collegio sindacale: incaricato di monitorare la conformità della gestione alle normative vigenti e allo statuto.

Procedura di scioglimento di una S.p.A.

Se il capitale di una S.p.A. scende al di sotto del minimo legale o se l’impresa non è più in grado di continuare le attività stabilite, la società è soggetta a scioglimento. In tal caso, nominato un liquidatore per gestire la chiusura dei conti, il pagamento di debiti e crediti, e per procedere alla cancellazione della società dal Registro delle Imprese.

Significato della scrittura "S.p.A."

L’abbreviazione "S.p.A." utilizza la "p" minuscola per una convenzione grammaticale. La "S" e la "A" sono le iniziali delle parole significative "Società" e "Azioni", mentre la "p", essendo una preposizione, viene scritta in minuscolo, evidenziando così l’importanza delle parole principali nell’acronimo.

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La terza spunta blu di WhatsApp è spiegata come una bufala

Sta circolando la notizia che sia in arrivo una “terza spunta ” su per segnalare quando un utente fa uno screenshot di una conversazione, ma è solamente una fake news. Nessuna conferma ufficiale è arrivata da parte di Meta.

@AlfredoRivera/Pixabay

Negli ultimi giorni è tornata a circolare una notizia che ha destato l’interesse di molti utenti di WhatsApp: l’introduzione di una presunta “terza spunta blu” per segnalare quando un utente realizza uno screenshot di una conversazione. Tuttavia, questa informazione è stata identificata come completamente falsa e non riceve conferme ufficiali da WhatsApp o dalla sua società madre, Meta.

Questa non è la prima volta che una simile fake news appare online. Già nel 2021 era emersa una voce secondo cui WhatsApp avrebbe introdotto un ulteriore indicatore nelle chat per avvisare gli utenti riguardo agli screenshot. All’epoca, la notizia fu rapidamente smentita da WABetaInfo, un portale specializzato nel monitoraggio delle nuove funzionalità della versione beta di WhatsApp. Oggi, la situazione si ripete con modalità analoghe: un’indiscrezione si diffonde sui social e ripresa da diversi siti di informazione, generando confusione tra gli utenti.

Come funziona il sistema delle spunte

Il sistema di spunte di WhatsApp attualmente è chiaro e definito, e non subirà modifiche. Le spunte funzionano come segue:

  • Una spunta grigia indica che il messaggio è inviato con successo.
  • Due spunte grigie segnalano che il messaggio è stato consegnato al destinatario.
  • Due spunte blu confermano che il messaggio è stato letto, a meno che l’utente non abbia disattivato la conferma di lettura.

Le funzioni di WhatsApp relative alla privacy

La diffusione di questa fake news ha trovato terreno fertile per due motivi principali. In primo luogo, si basa su un elemento familiare e riconoscibile come il sistema di spunte, il che la rende credibile per gli utenti. In secondo luogo, la mancanza di verifica delle fonti da parte di alcuni ha contribuito a creare confusione.

Sebbene WhatsApp non abbia introdotto alcuna funzione per segnalare gli screenshot nelle chat, ha implementato misure per tutelare la privacy degli utenti. È infatti attiva una funzione che impedisce di effettuare screenshot delle foto profilo. Inoltre, l’app ha introdotto la possibilità di inviare foto e video “visualizzabili una sola volta”, che non possono essere salvati né catturati tramite screenshot.

WhatsApp is NOT developing a third blue check to detect screenshots: it’s fake news.

— WABetaInfo (@WABetaInfo) December 27, 2021

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L’eruzione vulcanica più potente mai vista sulla luna Io di Giove è stata osservata dalla sonda Juno

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Credits: NASA’s Goddard Space Flight Center

Il 27 dicembre 2024, la Juno della NASA ha compiuto un sorvolo ravvicinato della luna Io di Giove, registrando l’eruzione extra-terrestre più intensa osservata. Questa eruzione, un vasto complesso di attività vulcanica, si estende su una superficie pari a quella del Nord Italia e genera una quantità di energia equivalente a quella di tutte le centrali elettriche del mondo messe insieme. Da segnalare è la partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana, che ha fornito lo strumento JIRAM (Jovian Infrared Auroral Mapper) utilizzato per identificare questo hotspot vulcanico. Il sistema recentemente scoperto supera il precedente record stabilito dal sistema di Loki Patera, un lago di lava con un’area di 20.000 chilometri quadrati. Juno prevede di effettuare un nuovo sorvolo il 3 marzo per raccogliere ulteriori dati sulla zona, supportati da osservazioni ad alta risoluzione tramite telescopi terrestri.

Osservazioni della sonda Juno

La missione Juno della NASA ha come obiettivo principale lo studio dell’origine e dell’evoluzione di Giove. Dopo aver fornito informazioni dettagliate sulle lune Ganimede ed Europa, Juno ha focalizzato la sua attenzione su Io, la luna più vulcanica del Sistema Solare. Negli ultimi dodici mesi, la sonda ha effettuato tre sorvoli ravvicinati della superficie di Io, avvicinandosi a 1.500 chilometri dalla superficie. Durante l’ultimo sorvolo, Juno ha raggiunto una distanza di 74.400 chilometri, concentrando la sua strumentazione sull’emisfero meridionale della luna.

Immagine L’immagine ripresa dal rilevatore infrarosso JIRAM mostra l’hotspot vulcanico nell’emisfero meridionale di Io. Credits: NASA/JPL–Caltech/SwRI/ASI/INAF/JIRAM

Utilizzando lo strumento infrarosso JIRAM, gli scienziati hanno rilevato un’emissione termica dalla luna così intensa da saturare il rilevatore, simile a un’immagine sovraesposta quale può succedere quando si fotografa il Sole. Questa emissione è attribuita a un gigantesco hotspot vulcanico, una zona di correnti ascensionali in grado di portare il magma in superficie, generando così manifestazioni vulcaniche corrispondenti. L’eruzione vulcanica ha una portata che rappresenta la più potente registrata nel Sistema Solare, risultante da un complesso di hotspot attivi che emettono contemporaneamente, suggerendo la presenza di un vasto sistema di camere magmatiche sotterranee. L’estensione dell’eruzione è di circa 100.000 chilometri quadrati ed emette 80.000 miliardi di Watt, equivalente al potere di tutte le centrali elettriche della Terra unite.

Immagine L’immagine mostra il confronto di tre immagini ottiche ottenute dalla Junocam, prima e dopo l’enorme eruzione vulcanica, segnata con una freccia viola nella foto. Credits: NASA/JPL–Caltech/SwRI/MSSS Image processing by Jason Perry.

Il JIRAM è progettato per captare la luce infrarossa, non all’occhio umano. Tuttavia, Juno è anche equipaggiata con la Junocam, una camera capace di registrare immagini ottiche. Grazie a questa strumentazione, gli scienziati hanno potuto confrontare le caratteristiche della superficie di Io prima e dopo l’eruzione vulcanica. Le immagini, sebbene a bassa risoluzione, mostrano chiaramente i cambiamenti avvenuti sulla superficie, in particolare per quanto concerne i colori. L’eruzione ha prodotto segni durevoli come depositi piroclastici, colate laviche e depositi vulcanici ricchi di zolfo e anidride solforosa.

Caratteristiche di Io

Io è riconosciuta come la luna più vulcanica del Sistema Solare, e la sua intensa attività vulcanica è direttamente correlata alla sua orbita attorno a Giove. La luna compie un’orbita ellittica attorno al gigante gassoso ogni 42,5 ore, subendo significative variazioni delle forze gravitazionali. Queste forze di marea sono così forti da deformare la luna, generando un’enorme energia attraverso l’attrito che fonde le strutture interne, dando vita a un continuo flusso di pennacchi di lava e cenere da circa 400 vulcani attivi sulla sua superficie.

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L’eredità digitale e le modalità di trasmissione

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Con l’evoluzione tecnologica, la vita è diventata una parte fondamentale della nostra identità, anche se il digital divide rimane un tema sentito, soprattutto in Italia. Dai profili sui social agli account email, dai documenti salvati su cloud ai contenuti multimediali acquistati, il patrimonio digitale è oggi vasto e complesso. Tuttavia, cosa a tutto questo dopo la nostra morte?

L’ereditarietà digitale è un tema sempre più rilevante, che solleva questioni legali, etiche e pratiche. Questo articolo esplora cosa si intende per “eredità digitale” e come pianificare la sua .

Cos’è l’eredità digitale?

L’eredità digitale è l’insieme di tutti i beni e i dati che una persona possiede o gestisce online. Questo patrimonio può includere:

  • Account personali: email, social media (Facebook, Instagram, Twitter), account di streaming (Netflix, Spotify), e-commerce (Amazon, eBay).
  • Dati archiviati: foto, video, documenti e file salvati su dispositivi personali o piattaforme cloud come Google Drive o Dropbox.
  • Beni digitali: criptovalute, NFT, domini web e contenuti acquistati online come eBook o brani musicali.
  • Tracce digitali: commenti, recensioni, post sui social media e altre interazioni pubbliche.

Questi elementi rappresentano non solo una parte della nostra identità personale e professionale, ma in alcuni casi hanno anche un valore economico significativo.

Perché è importante pianificare l’eredità digitale?

La pianificazione dell’eredità digitale è fondamentale per garantire che i dati e beni siano gestiti secondo le volontà del defunto. Senza una gestione chiara, gli eredi potrebbero affrontare numerose difficoltà:

  • Accesso negato: molte piattaforme online proteggono rigorosamente la privacy degli utenti, rendendo difficile per i familiari accedere agli account senza le credenziali.
  • Dati persi: senza indicazioni precise, file importanti potrebbero andare persi per sempre.
  • Questioni legali: in alcuni Paesi, il quadro normativo sull’eredità digitale è poco chiaro, creando incertezze sui diritti degli eredi.

Come si può trasmettere l’eredità digitale su Google, Apple e i social

Per garantire che l’eredità digitale venga trasmessa correttamente, è necessario seguire alcuni passaggi fondamentali:

1. Creare un inventario digitale

Il primo passo è stilare un elenco di tutti gli account, i dati e i beni digitali posseduti. Per ogni elemento, è necessario specificare:

  • Il nome della piattaforma o del servizio.
  • Le credenziali di accesso (se possibile).
  • Il valore economico o personale associato.

L’inventario deve essere aggiornato regolarmente e conservato in un luogo sicuro, accessibile solo a persone fidate.

2. Designare un erede digitale

Un erede digitale è una persona di fiducia che si occuperà di gestire il patrimonio digitale seguendo le volontà del defunto. Molte piattaforme consentono di nominare un contatto legacy per gestire l’account dopo il decesso.

3. Utilizzare strumenti specifici

Alcune piattaforme offrono strumenti per pianificare l’eredità digitale, come:

  • Google consente di impostare un “gestore account inattivo” che avvisa i contatti designati in caso di inattività prolungata.
  • Apple offre la possibilità di configurare un contatto erede tramite l’opzione “Legacy Contact” nei dispositivi recenti.

4. Scrivere un testamento digitale

Un testamento digitale specifica come devono essere gestiti i beni digitali. Potrebbe includere:

  • Indicazioni su quali account devono essere chiusi o mantenuti attivi.
  • Istruzioni per il trasferimento di criptovalute o altri beni digitali.
  • La volontà di preservare o cancellare determinate tracce online.

È consigliabile consultare un avvocato esperto per garantire che il testamento digitale sia valido e conforme alle leggi locali.

Le sfide e il futuro dell’eredità digitale

Nonostante l’importanza della pianificazione, ci sono diverse sfide da affrontare:

  • Leggi diverse da Paese a Paese: la regolamentazione sull’eredità digitale varia notevolmente. In alcuni Stati, i diritti degli eredi sono chiaramente definiti, mentre in altri esistono lacune legali.
  • Privacy e sicurezza: fornire a terzi l’accesso agli account comporta rischi di violazione della privacy e uso improprio dei dati.
  • Dinamiche familiari: la gestione del patrimonio digitale può generare conflitti tra gli eredi se non ci sono indicazioni chiare.

Con il aumento dell’importanza della vita online, il concetto di eredità digitale diventerà sempre più rilevante. Nei prossimi anni, si prevede una maggiore uniformità legislativa, l’emergere di nuovi strumenti e una crescente consapevolezza riguardo alla pianificazione digitale nelle pratiche di gestione patrimoniale.

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Indio nitrurato

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Il nitruro di indio (InN) è un semiconduttore appartenente alla famiglia dei composti III-V, caratterizzato da un band gap diretto di circa 0.7 eV, che lo colloca nella regione del vicino infrarosso dello spettro elettromagnetico. Tale proprietà, unitamente ad altre caratteristiche quali la bassa massa effettiva e l’elevata mobilità elettronica, rende InN un materiale di grande interesse per numerose applicazioni, che spaziano dall’elettronica ad alta velocità alle celle solari multi-giunzione ad alta efficienza.

I III-V si formano attraverso la combinazione di un elemento del gruppo 13 – precedentemente noto come gruppo III (ad esempio boro, , gallio o indio) – con un elemento del gruppo 15 – o gruppo V, tipicamente l’azoto. Ad oggi, oltre venticinque composti di questa tipologia sono stati studiati, includendo materiali ben noti come l’arseniuro di gallio (GaAs), il nitruro di gallio (GaN) e il nitruro di alluminio (AlN). Negli ultimi quindici anni, i nitruri del gruppo III hanno trovato ampio impiego commerciale in dispositivi quali diodi a emissione luminosa (LED) e laser, coprendo una fascia spettrale che va dal verde al vicino ultravioletto.

Storicamente, il nitruro di indio ha ricevuto minore attenzione a causa delle difficoltà inerenti alla sintesi di campioni puri e monocristallini. Inoltre, la presenza di contaminazioni, in particolare da ossigeno, aveva portato ad attribuire a InN un band gap erroneamente compreso nell’intervallo .8–2.0 eV. Recenti studi, effettuati mediante processi di crescita avanzati e su materiali di qualità superiore, hanno evidenziato un band gap reale di 0.7 eV, confermando al contempo una ridotta massa effettiva, una mobilità elettronica maggiore e elevati valori di velocità di picco e saturazione.

Metodi di Sintesi del Nitruro di Indio

La sintesi del nitruro di indio risulta particolarmente complessa a causa della sua relativamente bassa temperatura di decomposizione (circa 500 °C), che impone limitazioni rispetto alle tecniche convenzionali basate sulla nitrurazione degli ossidi a temperature elevate. Di conseguenza, sono state esplorate metodologie alternative per ottenere InN a temperature ridotte, comprese procedure che impiegano precursori organometallici, sintesi diretta ad alta pressione, ammonolisi ad alta temperatura e la pirolisi dell’indio ammide, In(NH₂)₃.

Tra le tecniche di deposizione, i film sottili di InN sono stati prodotti mediante sputtering magnetronico, una tecnica di deposizione fisica da vapore (PVD) in cui un materiale bersaglio viene bombardato da ioni ad alta energia generati in un plasma, favorendo l’espulsione e il successivo deposito di atomi su un substrato. Un’altra tecnica rilevante è l’epitassia in fase vapore metallo-organica (MOCVD), la cui prima applicazione risale al 1968 presso il North American Aviation Science Center, in cui la crescita cristallina avviene per reazioni chimiche piuttosto che per mera deposizione fisica.

Per la produzione di cristalli singoli, è stata adottata l’epitassia a strati atomici, in cui la deposizione degli atomi provenienti fase gassosa avviene su un substrato di silicio drogato e assistito da irraggiamento UV. A temperature più basse, la sintesi di nanocristalli di InN è stata realizzata a partire da bromuro di indio (InBr₃) e sodio ammide (NaNH₂), mentre altre rotte chimiche prevedono la reazione tra ossido di litio e indio (LiInO₂) con sodio ammide a circa 240 °C.

Un’ulteriore strategia, basata su percorsi assistiti da additivi, ha dimostrato la capacità di sintetizzare boruri, nitruri e carburi a temperature relativamente basse. In questo contesto, nanoparticelle di InN sono state ottenute tramite una reazione in fase solida che coinvolge idrossido di indio [In(OH)₃], tiosolfato di sodio (Na₂S₂O₃) e sodio ammide, condotta a temperature comprese tra 250 e 300 °C. Tale metodo si caratterizza per l’alta resa, la riduzione della temperatura di reazione e il contenimento dei costi di sintesi.

Applicazioni del Nitruro di Indio

L’ampio interesse verso il nitruro di indio è principalmente riconducibile al suo stretto band gap, il quale apre la possibilità di utilizzarlo in dispositivi optoelettronici operanti in una vasta gamma spettrale, compresa la fascia compresa tra il vicino infrarosso e l’ultravioletto. In particolare, InN presenta transizioni ottiche interbanda nell’intervallo di 1.5–1.9 μm, permettendo così l’integrazione con altri nitruri come GaN e AlN e, di conseguenza, l’ampliamento delle applicazioni nei dispositivi che richiedono un’ampia copertura spettrale.

La notevole mobilità degli elettroni in InN consente il trasporto a velocità molto elevate, rendendo questo materiale idoneo per l’elettronica ad alta frequenza. In questo contesto, InN può essere impiegato nella realizzazione di transistor ad alta mobilità elettronica e in altri componenti destinati all’elaborazione di segnali a frequenze estremamente elevate, come quelle richieste nelle comunicazioni wireless.

Oltre alle applicazioni nell’elettronica, il nitruro di indio è promettente per lo sviluppo di dispositivi optoelettronici quali LED, laser e fotodetector, specialmente per operazioni nell’intervallo infrarosso. In ambito fotovoltaico, InN, integrato in celle solari multi-giunzione insieme ad altri semiconduttori III-V, potrebbe migliorare l’efficienza complessiva dell’assorbimento della luce su diverse lunghezze d’onda.

Infine, la marcata differenza nei band gap fondamentali tra GaN (circa 3.4 eV) e InN (0.7–0.78 eV) consente la progettazione di leghe (Ga₁₋ₓInₓN) con gap energetici continuamente variabili. Sperimentalmente, il band gap della lega Ga₁₋ₓInₓN risulta variare da circa 3.51 eV (per GaN puro) a 0.78 eV (per InN) nella struttura wurtzite, coprendo così una porzione significativa dello spettro solare e rendendo queste leghe materiali di elevato interesse per l’ottimizzazione dell’efficienza dei dispositivi fotovoltaici.

Il nitruro di indio, grazie alle sue peculiari proprietà elettroniche e ottiche, rappresenta un materiale di grande potenziale per l’innovazione in vari settori , dalla microelettronica alle applicazioni energetiche. Il continuo sviluppo di metodi di sintesi più efficaci e l’integrazione con altri semiconduttori promettono di ampliare ulteriormente l’ambito applicativo di questo versatile materiale.

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Ciclopentano per idrofenantrene: struttura e proprietà di un composto organico complesso.

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Il ciclopentanoperidrofenantrene, noto anche come gonano o sterano, rappresenta un idrocarburo tetraciclico. Questo composto è costituito da un peridrofenantrene, dove uno degli anelli è condensato a un ciclopentano. La sua è formata da tre anelli a sei atomi di carbonio, etichettati come A, B e C, e un anello D a cinque atomi di carbonio, che costituisce la base degli e degli steroidi.

Composizione e Fusione

Con la formula chimica C17H28, il ciclopentanoperidrofenantrene può essere considerato come il risultato della fusione di una molecola di ciclopentano con una molecola di fenantrene completamente idrogenata. Quest’ultimo è un idrocarburo policiclico aromatico (IPA) la cui formula è C14H10, caratterizzato presenza di tre anelli benzenici uniti tra loro, risultando isomero dell’antracene. Essendo presenti quattro anelli fusi, si possono identificare tre punti di fusione: A/B, B/C e C/D, ciascuno di essi costituito da due atomi di carbonio, il che implica che ogni punto di fusione può esistere in forma cis o trans.

Funzione degli Steroidi

Appartenenti alla categoria dei , gli steroidi si distinguono per essere lipidi insaponificabili, con una struttura radicalmente differente rispetto ad altri lipidi. La loro architettura idrofobica è formata dal ciclopentanoperidrofenantrene, il che rende gli steroidi insolubili in acqua, mentre si dissolvono facilmente in solventi organici, quali etanolo, etere e cloroformio.

Nel regno dei mammiferi, si possono identificare sei famiglie di ormoni steroidei, classificabili sia per struttura che per funzione. Queste includono estrogeni e progestinici (steroidi sessuali femminili), androgeni (steroidi sessuali maschili), mineralcorticoidi (come l’aldosterone), glucocorticoidi (come il cortisolo) e vitamina D. Inoltre, gli acidi biliari, che mantengono una stretta correlazione strutturale con il , costituiscono un settimo gruppo all’interno della famiglia degli steroidi. Tutti questi composti derivano biologicamente dal colesterolo, il quale presenta un doppio legame fra il carbonio 5 e il carbonio 6 del ciclopentanoperidrofenantrene, oltre a variegati sostituenti.

Il Ruolo degli Steroli

Gli steroli sono lipidi naturali, caratterizzati dalla presenza di un nucleo di ciclopentanoperidrofenantrene. Essi possiedono una funzione alcolica localizzata in posizione 3, una catena ramificata in posizione 17 e vari doppi legami distribuiti in diverse posizioni. La polarità conferita dal gruppo -OH in posizione 3 sull’anello A contrasta con la natura non polare delle catene alifatiche circostanti.

Questi composti svolgono un ruolo fondamentale nelle membrane biologiche, fungendo anche da precursori per la biosintesi di ormoni steroidei, come i brassinosteroidi delle piante, e sono elementi minori nella frazione insaponificabile dei grassi alimentari, come nel caso della maggior parte degli oli e grassi consumati. Gli steroli possono essere distinti in base alla loro origine in steroli animali o vegetali, e in generale derivano dallo squalene, possedendo una struttura tetraciclica tipica del ciclopentanoperidrofenantrene. Sul carbonio 17, presentano una catena laterale flessibile composta da 8-10 atomi di carbonio.

La presenza di un doppio legame nell’anello B, prevalentemente in posizione 5,6, permette agli steroli di ossidarsi attraverso meccanismi simili a quelli degli acidi grassi monoinsaturi. Inoltre, l’ossidazione può verificarsi anche nella catena laterale a causa di doppi legami o atomi di carbonio terziari. Vari fattori possono influenzare l’ossidazione degli steroli negli alimenti, tra cui l’insaturazione, la temperatura, l’illuminazione, l’attività dell’acqua, e la presenza di metalli o antiossidanti.

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Il ciclopentanoperidrofenantrene noto anche come gonano o sterano

Il ciclopentanoperidrofenantrene, noto anche come gonano o sterano, è un idrocarburo tetraciclico che si compone di un peridrofenantrene con uno degli anelli condensato a un . Esso è caratterizzato presenza di tre anelli a sei atomi di carbonio, designati come A, B e C, insieme a un anello D a cinque atomi di carbonio che forma lo scheletro degli steroli e .

Con formula chimica C17H28, il ciclopentanoperidrofenantrene può essere considerato come il risultato della fusione di una molecola di ciclopentano con una molecola idrogenata di fenantrene, un idrocarburo policiclico aromatico (IPA) con formula C14H10. La presenta quattro anelli fusi e quindi tre punti di fusione: A/B, B/C e C/D, ciascuno formato da due atomi di carbonio, i quali possono presentarsi in configurazione cis o trans.

La struttura del ciclopentanoperidrofenantrene normalmente non include gli atomi di idrogeno. I tre anelli cicloesano, composti da sei atomi di carbonio, sono designati A, B e C, mentre l’anello a cinque atomi di carbonio è identificato come anello D. La numerazione degli atomi di carbonio nella struttura segue le indicazioni fornite dalla I.U.P.A.C.

Derivati del ciclopentanoperidrofenantrene a 27 atomi di carbonio sono stati ritrovati in rocce sedimentarie come fossili molecolari e si ritiene che abbiano origine dal colesterolo, il principale sterolo prodotto da alghe rosse e animali viventi. Analogamente, è ipotizzato che derivati con 28 e 29 atomi di carbonio derivino da steroli di funghi preistorici, alghe verdi e altri eucarioti microbici.

Steroidi e ciclopentanoperidrofenantrene

Gli steroidi appartengono alla classe dei lipidi e presentano una struttura che li distingue dagli altri lipidi in quanto sono lipidi insaponificabili. La loro struttura è caratterizzata da uno scheletro idrofobico formato dal ciclopentanoperidrofenantrene, rendendoli insolubili in acqua ma solubili in solventi organici come etanolo, etere e cloroformio.

colesterolocolesterolo

Nei mammiferi, è possibile identificare sei famiglie di ormoni steroidei che possono essere classificati su base strutturale e biologica, inclusi estrogeni, progestinici, androgeni, mineralcorticoidi, glucocorticoidi e vitamina D. Inoltre, gli acidi biliari sono correlati strutturalmente al colesterolo, costituendo un settimo membro della famiglia degli steroidi. Questi steroidi derivano biologicamente dal colesterolo, che presenta un doppio legame tra il carbonio 5 e il carbonio 6 del ciclopentanoperidrofenantrene, insieme a vari sostituenti.

Steroli

Gli steroli sono prodotti lipidici naturali formati da un nucleo di ciclopentanoperidrofenantrene e presentano una funzione alcolica in posizione 3, una catena ramificata in posizione 17, e alcuni doppi legami in diverse posizioni. Il gruppo -OH nella posizione dell’anello A conferisce polarità, mentre la parte non polare deriva dalle catene alifatiche.

sterolisteroli

Gli steroli svolgono il ruolo di componenti nelle membrane biologiche e sono precursori per la biosintesi di ormoni steroidei, come i brassinosteroidi nelle piante. Inoltre, rappresentano componenti minori nei grassi della dieta umana, specialmente nella frazione insaponificabile di vari grassi e oli commestibili.

Classificati in base alla loro origine, gli steroli possono essere animali o vegetali. In generale, derivano dallo squalene e presentano una struttura tetraciclica di ciclopentanoperidrofenantrene, con un gruppo idrossilico sul carbonio 3 e una catena laterale flessibile di 8-10 atomi di carbonio sul carbonio 17.

A causa della presenza di un doppio legame nell’anello B, principalmente in posizione 5,6, gli steroli possono subire ossidazione. Questo processo può seguire percorsi simili a quelli degli acidi grassi monoinsaturi e può anche avvenire nella catena laterale, influenzato dalla presenza di doppio legame o atomi di carbonio terziari.

L’ossidazione degli steroli negli alimenti può avvenire tramite vari meccanismi di reazione, inclusa autoossidazione, ossidazione fotosensibilizzata e ossidazione enzimatica, ed è soggetta a diverse condizioni come grado di insaturazione, temperatura, luce, attività dell’acqua, presenza di metalli, fotosensibilizzatori, proossidanti e antiossidanti.

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