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Dove si trova oggi il relitto dell’Arca di Noè? Questa tavoletta millenaria rivela.

L’Arca di Noè continua a suscitare interesse e controversie: le scoperte archeologiche Monte Ararat e gli antichi misteri, come l’Imago Mundi, alimentano la ricerca della leggendaria imbarcazione biblica, intrecciando simboli universali e riflessioni moderne.

©British Museum

La dell’Arca di Noè, raccontata nella Bibbia come simbolo di salvezza durante il Diluvio Universale, ha attratto nel corso dei millenni studiosi, teologi e appassionati di misteri. Recenti scoperte hanno riacceso l’interesse su uno dei misteri più antichi della storia umana: la posizione dell’Arca di Noè. Tra gli elementi più intriganti vi è la babilonese nota come Imago Mundi, considerata una delle più antiche rappresentazioni cartografiche del mondo, databile a circa 3.000 anni fa. Questa mappa rappresenta simbolicamente la Mesopotamia circondata da un “fiume amaro”, che sembra fare riferimento al Golfo Persico.

Il testo inciso in accadico menziona un “navire parsiktu”, che descrive un’imbarcazione colossale, suggerendo un legame con l’Arca di Noè. Il mito del Diluvio Universale è presente in molte culture e religioni, da testi sumerici all’Epopea di Gilgamesh, evidenziando come la figura della nave gigante rappresenti l’unico mezzo di salvezza per l’umanità e la natura.

Il Monte Ararat: meta di esplorazioni

Il Monte Ararat, in Turchia, è riconosciuto da secoli come il luogo dove l’Arca si sarebbe arenata dopo il ritiro delle acque. Numerose spedizioni hanno analizzato la regione, soprattutto la formazione Durupinar, una a forma di nave scoperta negli anni ’50. Alcuni studi hanno trovato tracce di materiali argillosi e fossili marini, favorevoli all’ipotesi di un’antica inondazione. Tuttavia, la comunità scientifica resta divisa: mentre alcuni studiosi attribuiscono tali evidenze a eventi naturali, altri considerano queste scoperte come potenziali indizi di attività umane legate al mito dell’Arca.

Simbolo di speranza o realtà archeologica?

L’Arca di Noè possiede una natura duplice, fungendo sia da simbolo universale di speranza e rinascita che da enigma archeologico. La narrativa del Diluvio Universale attraversa culture e tradizioni, mantenendo una rilevanza duratura. Se un giorno venisse rinvenuto il relitto di un’antica imbarcazione tra i ghiacci del Monte Ararat, si potrebbero avere implicazioni straordinarie. È necessario, tuttavia, considerare il rischio che un sito di valore storico e spirituale possa trasformarsi in una meta turistica di massa.

Indipendentemente dalla sua esistenza reale o simbolica, l’Arca di Noè ci invita a riflettere sul legame tra l’umanità e il pianeta, un tema che risuona particolarmente forte in tempi in cui i cambiamenti ambientali e le crisi ecologiche sono sempre più evidenti.

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Una stupenda pioggia di stelle cadenti si sta preparando per arrivare

La notte tra il 30 e il 31 gennaio si prevedono condizioni favorevoli per l’osservazione delle meteore alfa Leonidi, in quanto quest’anno non ci disturbo lunare.

Il fenomeno delle si manifesterà con il picco delle alfa Leonidi. Questo evento è particolarmente interessante per gli appassionati di astronomia, poiché si prevede una visibilità ottimale. La presenza di un cielo scuro, grazie alla fase di Nuova della Luna, garantirà un’esperienza di osservazione unica.

Visibilità delle Alfa Leonidi

Come indicato dalla UAI, il radiante delle alpha Leonidi, il punto dal quale sembrano originarsi le meteore, sarà visibile a partire dalle ore 21.00, raggiungendo il culmine intorno alle ore 2.00, a quasi 60° sopra l’orizzonte. Le condizioni di visibilità saranno ottimali proprio durante drammatica fase di picco. In allegato è disponibile una mappa che mostra la posizione del cielo il 30 gennaio 2025 alle 21.00 circa.

©Stellarium

Fase di Nuova della Luna

Si segnala che il satellite naturale sarà in fase di Nuova il 29 gennaio, il che significa che sarà quasi invisibile durante la notte di picco delle alfa Leonidi. Questa caratteristica aumenta ulteriormente la qualità dell’osservazione, permettendo di godere appieno del fenomeno.

Per ulteriori dettagli e aggiornamenti, è possibile consultare le fonti ufficiali della UAI. Le previsioni puntano a una serata di suggestioni astronomiche, rendendo l’evento un’appuntamento da non perdere per gli appassionati di cieli stellati.

Fonti: UAI / UAI meteore

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Gli oggetti più sporchi che usiamo sono gli smartphone: i batteri più presenti

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Secondo vari studi, gli , dispositivi sempre a contatto con la nostra pelle, sono tra gli più contaminati che utilizziamo quotidianamente. La ricerca suggerisce che possano risultare addirittura più della tavoletta del water, anche se non esistono studi diretti di comparazione. Gli schermi dei telefoni possono ospitare batteri come Staphylococcus ed Escherichia coli, oltre a muffe e funghi, che, sebbene possano essere innocui, in alcune circostanze potrebbero causare malattie. Negli ospedali, inoltre, gli smartphone possono diffondere batteri farmaco-resistenti, rappresentando un rischio per i pazienti ricoverati e vulnerabili. Spesso, i microrganismi trovati sui telefonini provengono dal loro utilizzo in vari ambienti, inclusi i bagni, con il conseguente potenziale di contaminazione alimentare. È raccomandato eseguire una disinfezione regolare dei dispositivi per prevenire la proliferazione di microrganismi.

Quanto sono sporchi gli smartphone

Numerosi studi hanno evidenziato che i telefoni cellulari sono tra i più contaminati strumenti quotidiani, fungendo da contenitori di batteri, virus e funghi. La contaminazione media a livello globale è stimata attorno al 68%, considerando solo i batteri. Questi dispositivi sono considerati veicoli per la trasmissione di microrganismi dalle mani al viso e alle orecchie, incrementando il rischio di malattie e infezioni. Attualmente non ci sono linee guida specifiche per la disinfezione degli smartphone, nemmeno in contesti ospedalieri. Alcuni produttori di smartphone hanno recentemente iniziato a pubblicare raccomandazioni per la pulizia dei dispositivi. È importante notare che i telefoni utilizzati da professionisti sanitari possono diventare vettori di batteri resistenti ai farmaci, causando potenzialmente infezioni a carico di pazienti già compromessi. Perciò, è essenziale implementare efficaci di disinfezione per prevenire la trasmissione di agenti patogeni.

Disinfettare smartphone

È fondamentale mantenere buone pratiche igieniche, come lavarsi le mani frequentemente e disinfettare regolarmente gli smartphone, evitando di portarli in bagno per limitare il rischio di contaminazione.

Quali sono i batteri che si trovano sugli smartphone

Diverse specie batteriche sono state identificate sugli smartphone, sia in ambito ospedaliero che nella comunità. Tuttavia, il numero di specie rilevate è limitato, in parte perché molti microrganismi potrebbero essere presenti ma non testati. I batteri più comunemente trovati includono i Stafilococchi coagulasi negativi e Staphylococcus aureus. Altri batteri identificati includono Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae e Pseudomonas aeruginosa.

Escherichia coli è tipicamente presente nell’intestino umano e può causare problematiche come gastroenteriti e infezioni urinarie. contaminazione è spesso legata all’uso dei telefoni in bagno e al loro utilizzo successivo durante i pasti. Gli Stafilococchi, sebbene generalmente innocui, possono diventare patogeni aggressivi in particolari condizioni, causando malattie gravi, incluse polmoniti.

Klebsiella pneumoniae smartphone

La Klebsiella è comune nella flora intestinale umana e, in determinate circostanze, può causare infezioni delle vie urinarie, polmoniti e altre gravi condizioni nei pazienti debilitati. Pseudomonas è associato a infezioni nosocomiali e può scatenare polmoniti, endocarditi e problemi gastrointestinali. Oltre ai batteri, sono state trovate muffe e funghi, incluso Candida, che possono provocare infezioni cutanee e delle vie urinarie.

Cosa è più sporco di uno smartphone?

Oltre agli smartphone, ci sono diversi altri oggetti domestici che risultano estremamente contaminati, come taglieri, interruttori della luce e spugne per lavare i piatti. Tuttavia, le banconote sono tra gli elementi considerati più sporchi, simili agli smartphone. Uno studio ha evidenziato il grado di contaminazione delle banconote, che risultano frequentemente scambiate e quindi veicolo di numerosi batteri. Durante la pandemia da Covid-19, è stato consigliato di preferire i pagamenti elettronici proprio per ridurre il rischio di utilizzo di denaro contante, considerato un ambito a rischio di contaminazione.

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Significato di ‘patriarcato’: origine del termine, uso linguistico e dibattito odierno

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La parola “ la sua nel termine “patriarca”, derivato dal greco antico patriárches, che significa “capostipite”. Inizialmente, il termine indicava un sistema familiare dominato dal capofamiglia maschile. Con il passare del , il significato si è ampliato, includendo non solo la sfera domestica, ma anche la predominanza maschile nelle istituzioni politiche, economiche e religiose. In ambito religioso, il termine identifica figure maschili di guida spirituale, come i patriarchi delle Chiese orientali. Nel XIX e XX secolo, il patriarcato è stato studiato come un sistema sociale più ampio, caratterizzato dalla subordinazione delle donne, generando un ancora attuale nelle dinamiche di potere e nelle disuguaglianze di genere.

Evoluzione storica del significato di patriarcato

In molte antiche società, il patriarcato era legato alla struttura famigliare, con il capofamiglia, spesso il padre, che deteneva il potere decisionale in ambito economico, sociale e giuridico. Questa organizzazione era giustificata da norme culturali e religiose che conferivano un ruolo dominante agli uomini, relegando le donne a compiti domestici e alla cura dei figli. Nelle civiltà mesopotamiche, egizie, greche e romane, il patriarcato costituiva una componente fondamentale dell’organizzazione sociale. Ad esempio, le leggi di Hammurabi, redatte intorno al 1750 a.C., rappresentano una delle prime codificazioni scritte che consolidavano il potere maschile, stabilendo la dominanza degli uomini sia in famiglia che nella società.

Il codice legislativo definiva ruoli nettamente delineati, attribuendo autorità legale ai padri sui figli e sulle mogli e punendo severamente l’adulterio femminile, mentre correva una maggiore tolleranza verso gli uomini. Similmente, nella Roma antica, il pater familias esercitava un’autorità assoluta su tutti i membri della famiglia.

Critica femminista e analisi sociologica del patriarcato

Il termine “patriarcato” ha assunto nuove connotazioni con l’avvento del movimento femminista, che ha fornito una critica approfondita delle strutture patriarcali. A partire dal XX secolo, importanti teoriche femministe hanno rielaborato il patriarcato come un insieme di pratiche sociali che perpetuano la disuguaglianza di genere. I contributi di queste teoriche hanno avuto un impatto significativo, ispirando movimenti globali e contribuendo all’adozione di leggi contro la discriminazione di genere e per la parità salariale. Importanti figure del femminismo hanno stimolato un cambiamento nel pensiero riguardo a fattori quali la scelta riproduttiva e le politiche per affrontare le disparità di genere in vari settori.

Uso contemporaneo del termine patriarcato

Nell’odierno linguaggio politico e accademico, “patriarcato” è utilizzato per descrivere le dinamiche di potere che avvantaggiano gli uomini a discapito delle donne. Tuttavia, il suo impiego solleva dibattiti, alcuni dei quali critici sottolineano come tale termine possa risultare eccessivamente generalizzato, ignorando le differenze culturali e storiche. L’analisi contemporanea si concentra su argomenti come la disparità salariale, la rappresentanza politica e la violenza di genere, con movimenti femministi che utilizzano questo concetto per denunciare ingiustizie sistemiche e promuovere cambiamenti sociali.

Non tutti gli studiosi sono concordi sull’impiego del termine, e alcune analisi suggeriscono che l’enfasi sul patriarcato possa oscure altre forme di oppressione, legate a classe, etnia o sessualità. Concetti come l’intersezionalità evidenziano come differenti forme di oppressione si sovrappongano, dato che esperienze di donne appartenenti a gruppi marginalizzati devono essere comprese considerando vari fattori. Inoltre, le teorie postmoderne hanno messo in discussione l’idea di un patriarcato universale, proponendo la fluidità dei ruoli di genere come un costrutto contestuale piuttosto che una categoria rigida. Questo nuovo approccio ha aperto vie a ricerche più approfondite su identità e potere nelle dinamiche moderne.

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Il primo robot aspirapolvere con braccio articolato che ordina la casa e raccoglie anche i calzini

Presentato al CES 2025, il Saros Z70 di Roborock non è solo un aspirapolvere: grazie al braccio OmniGrip, riordina leggeri e garantisce una pulizia completa e intelligente.

©Roborock Global

Al CES 2025 di Las Vegas, evento annuale dedicato alle innovazioni tecnologiche, Roborock ha presentato il Saros Z70, un aspirapolvere che integra un braccio meccanico all’avanguardia. Questo dispositivo non solo aspira polvere e detriti, ma è anche in grado di raccogliere oggetti leggeri come calzini, fazzoletti e giocattoli.

Un braccio meccanico per una pulizia mai vista prima

La novità principale del Saros Z70 è il braccio “OmniGrip”, progettato con tecnologia a cinque assi e integrato in un corpo ultracompatto di 7,98 cm di altezza. Questo braccio è dotato di sensori di precisione, una telecamera e una luce LED, che gli permettono di individuare, analizzare e manipolare oggetti fino a 300 grammi.

Durante la prima pulizia, il robot effettua una mappatura degli oggetti e identifica quelli che può muovere. Successivamente, torna per raccoglierli e riposizionarli in un luogo predefinito, procedendo anche alla pulizia delle superfici precedentemente occupate. Attraverso l’app Roborock, gli utenti possono personalizzare il tipo di oggetti da spostare e la loro posizione finale. Per garantire la sicurezza, il dispositivo è dotato di un blocco parentale e un pulsante di emergenza per disattivare il braccio.

Prestazioni di pulizia senza compromessi

Oltre al braccio robotico, il Saros Z70 offre prestazioni di pulizia elevate. Grazie alla potente aspirazione, riesce a rimuovere il sporco da qualsiasi superficie, inclusi gli angoli difficili da raggiungere. Due spazzole anti-groviglio e mop rotanti assicurano un ciclo di pulizia completo, mentre un sistema di sollevamento automatico delle mop evita le zone con moquette.

La tecnologia di navigazione avanzata consente al robot di rilevare fino a 108 tipi di ostacoli e creare una mappatura dettagliata dell’ambiente. Questo sistema di intelligenza artificiale avanzata garantisce un movimento fluido ed efficiente anche in spazi complessi e affollati.

Secondo le prime indiscrezioni, il Saros Z70 disponibile nel 2025, ma il prezzo ufficiale non è stato comunicato. Roborock ha inoltre annunciato il lancio di due modelli alternativi, privi del braccio ma dotati delle stesse funzionalità avanzate, che saranno in vendita a partire da febbraio al prezzo di 1550 euro.

Fonte: Roborock Global

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Il raro “bacio” Venere – Saturno sarà ammirato per due sere consecutive.

Il 19 e 20 gennaio Venere e si presenteranno al pubblico in una rara congiunzione, creando un affascinante “bacio celeste”. Gli eventi saranno visibili anche a occhio nudo, ma per apprezzare al meglio i dettagli di Saturno è consigliabile l’utilizzo di un binocolo.

Canva

Nei giorni 19 e 20 gennaio, Venere e Saturno si posizioneranno vicini l’uno all’altro nella costellazione dell’Acquario, con Venere situata nei pressi del confine con la costellazione dei Pesci. Gli appuntamenti celesti, che si ripetono in sere , offrono una rara opportunità di osservazione.

Visibilità dell’evento

Secondo le indicazioni fornite dall’Unione Astrofili Italiani (UAI), i fenomeni astrali saranno visibili a partire dalle 18:30 circa, offrendo ai raccoglitori di immagini e agli appassionati di astronomia l’occasione di osservare il “bacio celeste” di questi due pianeti. Un binocolo utile per cogliere i dettagli di Saturno e apprezzare appieno il momento.

bacio venere e saturno 19 e 20 gennaio 2025
bacio venere e saturno 19 e 20 gennaio 2025

19 gennaio 2025 ©Stellarium

bacio venere e saturno 19 e 20 gennaio 2025
bacio venere e saturno 19 e 20 gennaio 2025

20 gennaio 2025 ©Stellarium

Una occasione da non perdere

Con le due serate che offriranno l’opportunità di osservare questo fenomeno astronomico, gli appassionati sono invitati a non perdere l’occasione di godere di uno spettacolo così e suggestivo. La combinazione di Venere e Saturno rappresenta un evento da non sottovalutare.

Fonte: UAI

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La curiosa storia del computer ad acqua sovietico utilizzato per prevenire le crepe nel calcestruzzo

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Nel 1936, un ingegnere russo ha concepito un calcolatore ad acqua presso l’Institute of Way and Construction, ora noto come TsNIIS. Questo “ ad acqua”, noto come Water Integrator, è uno dei primi esempi di macchina analogica progettata per risolvere problemi matematici. In mancanza di transistor e circuiti integrati, l’invenzione mirava a calcolare e la formazione di crepe nel calcestruzzo. Il dispositivo utilizzava un sistema di tubi, rubinetti e camere d’acqua per manipolare numeri, consentendo la risoluzione di equazioni differenziali alle derivate parziali.

Com’era fatto e come funzionava il Water Integrator

I calcolatori analogici rappresentavano la tecnologia computazionale più avanzata prima dell’arrivo dell’elettronica. Questi dispositivi utilizzavano componenti fisici per simulare e risolvere problemi matematici complessi. Nel caso del Water Integrator, il suo funzionamento si basava sulla fisica dell’acqua. L’osservatore si trovava in una camera riempita di tubi e pompe in vetro, ogni variazione del flusso d’acqua corrispondeva a un’operazione matematica.

Il calcolatore misurava il livello dell’acqua in vari serbatoi, trasformando in risultati matematici il flusso di liquido. Qui, regolando i rubinetti si alteravano le variabili e i risultati si rilevavano osservando il livello dell’acqua nei tubi. Nonostante la rudimentalità di questo metodo, esso presenta notevoli avanzamenti per l’epoca, date le limitate risorse tecnologiche dell’Unione Sovietica degli anni ’30.

Water Integrator

A cosa serviva il Water Integrator

Il Water Integrator fu sviluppato per risolvere problemi specifici nell’edilizia, in particolare i calcoli necessari per prevenire le crepe nel calcestruzzo. macchina permetteva di analizzare la relazione tra la composizione dei materiali, il processo di stagionatura e le condizioni ambientali, risultando così più rapida e precisa rispetto ai calcoli tradizionali.

Con il tempo, il Water Integrator subì migliorie, con l’introduzione di versioni modulari nel 1941 e modelli bidimensionali e tridimensionali per applicazioni più complesse. Tra i suoi utilizzi significativi figurano la progettazione del Canale Karakum e la costruzione della linea ferroviaria Baikal-Amur. Negli anni ’50, questi dispositivi furono prodotti in serie con il marchio IGL e distribuiti in altri Paesi del blocco sovietico, come Bulgaria, Cecoslovacchia e Polonia.

Nonostante la successiva sostituzione con computer digitali più moderni, alcuni esemplari di Water Integrator rimasero in uso fino agli anni ’80 nell’URSS. , due di questi modelli sono esposti presso il Polytechnic Museum di Mosca.

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Tre strategie infallibili per uscire da un labirinto

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Il tema dell’uscita da un labirinto è oggetto di studio di varie e algoritmi, che possono essere applicati non solo in situazioni pratiche, ma anche in ambiti come l’informatica e la robotica. Quando ci si all’ingresso di un labirinto, si ha la certezza di un’uscita lungo il perimetro, ma non si conosce la sua posizione. Esistono strategie principali che possono garantire l’uscita: la regola della “mano destra”, l’algoritmo di Trémaux e gli algoritmi di “breadth-first search”. Di seguito, si analizzano nel dettaglio queste tecniche.

Uscire da un labirinto: la regola della mano

La regola della mano destra (o sinistra) è un metodo semplice che consente di risolvere un labirinto seguendo un muro. All’ingresso, si decide quale mano utilizzare e quale lato del muro seguire. Mantenendo la mano appoggiata al muro, si essere sicuri di trovare l’uscita in labirinti con una sola entrata e una sola uscita. Tuttavia, se ci si trova già all’interno di un labirinto e ci si è persi, si potrebbe incorrere in “cicli” o “isole”, ovvero sezioni disconnesse dal muro principale. In tale situazione, seguire la regola della mano destra potrebbe portare a un percorso senza uscita.

L’algoritmo di Trémaux

L’algoritmo di Trémaux si rivela efficace anche in labirinti con loop o obiettivi diversi dall’uscita. Questo metodo presuppone di contrassegnare gli incroci e le strade percorribili. Quando si incontra un vicolo cieco o un incrocio già visitato, si deve ritornare all’ultimo incrocio esplorato per tentare una direzione alternativa. La strategia di ricerca in profondità permette di massimizzare l’esplorazione delle vie, e contrassegnando i percorsi non più utilizzabili, le possibilità di smarrirsi vengono notevolmente ridotte. Ogni incrocio viene annotato per evitare di ripetere percorsi già eseguiti, favorendo così un progresso verso l’uscita.

Ricerca in ampiezza per il percorso più breve

La ricerca in ampiezza, o “breadth-first search”, è un approccio che mira a esplorare tutte le possibili strade per trovare la più breve. Questo algoritmo garantisce la possibilità di trovare il percorso più diretto tra ingresso e uscita, anche se richiede un significativo per l’esecuzione. L’algoritmo esplora ogni incrocio e percorre i sentieri, ritornando sui propri passi per assicurarsi di non trascurare opzioni fondamentali. Tale metodo trasforma il labirinto in un diagramma, permettendo di identificare la via più diretta, sebbene possa risultare praticabile solo in contesti in cui è possibile effettuare simulazioni o previsioni, come in informatica o robotica.

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BioHybrid Device: un controller per videogiochi interattivo che può essere coltivato, crescere, adattarsi e biodegradarsi

BioHybrid Device è un controller di gioco che si coltiva biologicamente: cresce, si adatta, si biodegrada e ridefinisce il rapporto tra tecnologia e ambiente, aprendo nuove possibilità per un design più etico e sostenibile.

©Vivien Roussel

Il BioHybrid Device rappresenta un’innovativa soluzione nel campo dei , concepito per essere coltivato anziché prodotto. Questa proposta, che combina , lieviti e tecnologie di fabbricazione digitale, non solo crea un dispositivo interattivo, ma ne permette anche l’evoluzione nel e la biodegradazione finale. Sviluppato da un team di ricercatori, il dispositivo utilizza il SCOBY (coltura simbiotica di batteri e lieviti) come elemento fondante, integrando sensori e componenti conduttivi durante il processo di crescita, al fine di trasformare l’oggetto organico in un dispositivo elettronico.

Il risultato è un controller che sfida i canoni della tecnologia tradizionale, proponendo un’alternativa sostenibile a dispositivi spesso e getta, contribuendo così a ridurre il crescente problema dei rifiuti elettronici.

Il BioHybrid Device si configura come un esempio tangibile di come le tecnologie biologiche possano ridefinire l’interazione con oggetti di quotidiano. Non si limita a essere un semplice controller per videogiochi, ma rappresenta un concetto potenzialmente applicabile a tastiere, dispositivi indossabili e arredi. La possibilità di coltivare dispositivi, piuttosto che produrli attraverso metodi estrattivi, sposta l’attenzione verso processi rigenerativi, offrendo una visione più etica e sostenibile per il futuro.

Design e sostenibilità

Questa tecnologia offre opportunità per un design circolare, in cui niente è sprecato e gli oggetti possono ritornare all’ambiente senza creare impatti negativi. Non si tratta semplicemente di un’innovazione ma di un passo significativo nella lotta contro l’obsolescenza programmata e per la riduzione dei rifiuti tecnologici.

Esteticamente, il BioHybrid Device presenta un design organico e futuristico, in grado di sfidare le convenzioni consolidate. I suoi ideatori intendono non solo offrire un dispositivo funzionale, ma anche stimolare una riflessione su come la tecnologia possa vivere, evolversi e biodegradarsi, influenzando il nostro modo di interagire con gli oggetti.

Il futuro della biofabbricazione

Questa innovazione si allinea con tendenze nel biodesign e nel design speculativo, che esaminano il confine tra naturale e artificiale. Il BioHybrid Device non rappresenta soltanto un prodotto, ma anche un’idea provocatoria che ci invita a riconsiderare il ruolo della tecnologia e a vedere gli oggetti come parte di un ciclo naturale piuttosto che come rifiuti inevitabili.

Pur essendo un esperimento, il dispositivo offre uno sguardo sul futuro. La biofabbricazione potrebbe infatti cambiare le modalità di produzione, utilizzo e smaltimento della tecnologia, integrandola in modo armonioso con l’ambiente.

Le future versioni del BioHybrid Device mirano a ottimizzare i processi di crescita, esplorare nuovi materiali e ampliare le funzionalità del dispositivo, ponendo una sfida a chi sostiene che la tecnologia debba diventare più responsabile e umana.

Fonte: Vivien Roussel

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Influenza del microbiota sul nostro umore

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L’intestino è frequentemente definito “il secondo cervello” a causa della sua interazione complessa e diretta con il sistema nervoso centrale. Il intestinale, che è composto da una vasta comunità di microrganismi, gioca un ruolo fondamentale in questa comunicazione, trasmettendo segnali al cervello attraverso l’asse intestino-cervello. Questo asse utilizza vie neuroendocrine e immunitarie, suggerendo una relazione complessa che influenzare l’ e la salute mentale.

Il percorso di comunicazione

La comunicazione tra intestino e cervello avviene principalmente attraverso il nervo vago, il quale è la via nervosa più lunga del corpo umano. Questo nervo trasmette segnali in entrambe le direzioni, partendo dal midollo allungato e diramandosi attraverso vari organi, tra cui intestino, cuore e polmoni. I segnali vengono trasmessi principalmente tramite impulsi elettrici, influenzati dai intestinali, che producono neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina. Inoltre, il sistema nervoso enterico, che si nel tratto gastrointestinale, collabora con il sistema nervoso autonomo per facilitare ulteriori interazioni tra intestino e cervello.

Microbiota e salute mentale

La disbiosi, ovvero uno squilibrio nel microbiota intestinale, può compromettere la produzione di neurotrasmettitori essenziali come la serotonina. Ciò può scatenare infiammazione e aumentare il rischio di ansia e depressione. Studi hanno evidenziato che pazienti con diagnosi di depressione presentano una minore diversità microbica nell’intestino. Ricerche su animali hanno dimostrato che il trapianto di microbiota da soggetti depressi può alterare il comportamento delle cavie, evidenziando la rilevanza del microbiota nell’umore.

Inoltre, alterazioni nell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, associato alla regolazione dello stress, suggeriscono un meccanismo di retroazione che coinvolge sia il microbiota che la risposta allo stress. Questa interconnessione può esacerbare condizioni di stress e alterare ulteriormente l’equilibrio del microbiota, creando un ciclo vizioso in cui il cortisolo e l’infiammazione influenzano la salute intestinale e mentale. Studi recenti hanno mostrato variazioni specifiche nella composizione del microbiota intestinale di persone con disturbi dell’umore, sottolineando l’importanza di un microbiota sano nel mantenimento del benessere psicologico.

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Il sogno USA delle automobili a propulsione nucleare mai realizzato

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Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, diverse case automobilistiche statunitensi iniziarono a esplorare la possibilità di sviluppare automobili a propulsione nucleare, all’insegna di promettenti autonomie e prestazioni elevate. Tra i prototipi più noti emersero la Studebaker Astral e la Ford Nucleon, i cui progetti suscitarono un notevole interesse, ma che si scontrarono con sfide tecniche insormontabili, tra cui la miniaturizzazione dei reattori, la schermatura dal piombo e la gestione dei rifiuti nucleari. Anche nell’Unione Sovietica, durante la Guerra Fredda, furono realizzati progetti analoghi, come la Volga Atom.

L’idea delle auto a propulsione atomica

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli iniziarono a esplorare l’ pacifico delle tecnologie atomiche, incluso lo sviluppo di auto a propulsione nucleare. La prima automobilistica a presentare un prototipo fu la Studebaker, con la sua Astral, mostrata al South Bend Arts Center in Indiana nel gennaio del 1958. Questo prototipo, sebbene di grandezza naturale e con funzionalità promesse come il volo e la navigazione, non era dotato di un motore a propulsione atomica. La compagnia dichiarò che la versione finale avrebbe incluso tale motore, senza però fornire dettagli al riguardo. Tuttavia, il prototipo che catturò maggiormente l’attenzione del pubblico fu la Ford Nucleon, il cui modello in scala 3:8 suscitò un forte interesse mediatico.

Il prototipo della Ford Nucleon presentava una “capsula di energia” nella parte posteriore, contenente un nucleo radioattivo da ricaricare presso stazioni apposite ogni circa 8000 km. Anche in questo caso, non sono stati forniti dettagli specifici circa il funzionamento del motore. Accanto ai progetti statunitensi, anche nazioni come Francia e Russia tentarono di realizzare prototipi simili, sebbene nessuna vettura funzionante sia mai stata prodotta.

Le criticità delle auto nucleari

Le ragioni per cui questi prototipi non si sono concretizzati risiedono nelle complesse sfide tecniche da affrontare. Non esistevano reattori nucleari di dimensioni sufficientemente ridotte per essere installati nel vano motore di un’auto. Inoltre, si era calcolato che la quantità di piombo necessaria per schermare i conducenti sarebbe stata tale da far pesare il veicolo circa 50 tonnellate, un valore che supera di oltre 25 volte il peso medio di un’autovettura. A queste complicazioni si aggiunse il problema della gestione dei rifiuti nucleari, un aspetto che non fu mai adeguatamente considerato all’epoca.

Per quanto riguarda il futuro di tecnologia, non risultano attualmente in fase di sviluppo progetti simili, sia per la complessità tecnica nel realizzare veicoli di questo tipo, sia per i costi, stimati da alcuni ricercatori dell’MIT fino a 100 volte superiori rispetto a un’autovettura convenzionale.

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Cosa succede a TikTok? Lo stop è confermato dagli Stati Uniti, ma Trump prende la palla.

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Il destino di negli Uniti è soggetto a nuove tensioni legali e geopolitiche. La Corte Suprema statunitense ha confermato l’obbligo per ByteDance, la società cinese proprietaria della piattaforma, di vendere il servizio a un’entità non legata al governo cinese. Questo requisito si è reso necessario per affrontare le crescenti preoccupazioni riguardo alle pratiche di raccolta dei dati e alle relazioni della piattaforma con un potenziale avversario straniero.

La Corte ha respinto il ricorso di ByteDance, che sosteneva che il blocco violasse il primo emendamento della Costituzione americana, che tutela la libertà di espressione. Questa decisione potrebbe avere ripercussioni significative per milioni di utenti e per le delicate relazioni tra gli Stati Uniti e la Cina. Intanto, molti utenti americani stanno migrando verso piattaforme alternative, come l’app cinese REDnote, che guadagnando popolarità.

La cronologia del caso

La questione riguardante TikTok non è nuova. Già nel 2021 durante la prima amministrazione Trump, erano stati tentati divieti, ma senza esito. Sotto la presidenza Biden, il governo ha adottato misure restrittive, inclusa l’interdizione ai dipendenti federali di utilizzare TikTok sui dispositivi di . Recentemente, il Congresso ha approvato una legge che imponeva a ByteDance di cedere TikTok a un compratore approvato entro il 19 gennaio 2025, dopo aver esteso le tempistiche iniziali da sei a nove mesi.

ByteDance ha contestato la legge, sostenendo che interferisce con il primo emendamento. Nonostante abbia ottenuto risultati positivi in contesti legali statali, la società ha subito perdite importanti in cause federali, le corti hanno ritenuto prioritarie le preoccupazioni di sicurezza nazionale.

Le motivazioni del governo americano

Le critiche nei confronti di TikTok si concentrano sull’asserito legame tra ByteDance e il governo cinese. Politici americani temono che la piattaforma possa riservarsi il diritto di raccogliere dati sensibili o di diffondere contenuti manipolatori che potrebbero influenzare l’opinione pubblica. Queste apprensioni risultano amplificate dal controllo che il governo cinese esercita sulle sue aziende.

Nonostante le smentite di ByteDance riguardo la condivisione di dati con Pechino e l’assenza di evidenze dirette, le incertezze permangono. Inoltre, recenti eventi, come le elezioni in Romania annullate per sospetti di interferenze attraverso TikTok, hanno ulteriormente messo in luce i rischi di manipolazione dei contenuti. Anche l’Unione Europea, il Regno Unito e il Canada hanno adottato restrizioni simili, evidenziando un fenomeno globale contro cui TikTok si trova a dover combattere.

L’impatto e le conseguenze di un eventuale ban a TikTok negli USA

Con 170 milioni di utenti, gli Stati Uniti rappresentano il mercato più vasto per TikTok. La piattaforma è diventata una risorsa fondamentale, fungendo da canale informativo, strumenti di marketing e fonte di reddito per numerosi creatori di contenuti. Un potenziale divieto comporterebbe ripercussioni economiche significative, non solo per i singoli creatori, ma anche per l’intero ecosistema digitale.

Tecnologicamente parlando, un bando comporterebbe la rimozione di TikTok dagli store Apple e Google, rendendo impossibile la registrazione per nuovi utenti, sebbene l’utilizzo di VPN potrebbe facilmente eludere tali restrizioni, come già avvenuto in altri Paesi dove TikTok è vietato ma continua a essere accessibile.

Il ruolo di possibili acquirenti e il futuro della piattaforma

Recenti speculazioni hanno sollevato la possibilità che figure imprenditoriali di rilievo possano essere interessate all’acquisizione della piattaforma. Tali indiscrezioni non hanno tuttavia trovato conferma. Qualunque sia il soggetto interessato, il contesto geopolitico complesso e le relazioni tesi tra Stati Uniti e Cina rendono la situazione tutt’altro che semplice.

In attesa di sviluppi, la decisione della Corte Suprema resta in vigore, rimettendo la questione nelle mani della politica.

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