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La nuova variante BF.7 del Covid-19

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La della variante BF.7 del e le sue conseguenze

La variante BF.7 del Covid-19, originata dalla sottovariante Omicron, è responsabile di un’impennata di contagi in Cina. L’incremento di infezioni è associato all’allentamento della politica cinese “Zero Covid” dopo proteste nazionali. La situazione potrebbe peggiorare durante l’inverno, secondo alcune stime.

Contagiosità e preoccupazioni della BF.7

La variante BF.7 del Covid-19 ha un alto indice di trasmissibilità e un di incubazione inferiore rispetto ad altre varianti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha classificata come “Variant of Concern”, sottolineando la necessità di monitoraggio e possibili nuove misure di controllo. L’emergere di questa variante potrebbe portare a gravi conseguenze, con stime che indicano un potenziale rischio di due milioni di decessi in Cina e un’ampia diffusione nell’intera popolazione.

Il ruolo del vaccino nel contrastare la variante BF.7

Le persone vaccinate con almeno due dosi di vaccino anti-Covid o che hanno già contratto la malattia potrebbero essere infettate dalla variante BF.7, poiché i primi vaccini sono stati sviluppati per colpire la variante originale di Wuhan, e il ceppo iniziale ha subito molte mutazioni. Tuttavia, l’immunità sviluppata attraverso il vaccino o l’infezione aiuta il sistema immunitario a combattere le varianti del coronavirus, riducendo l’insorgenza di sintomi gravi.

Misure di controllo e precauzioni per contrastare la diffusione della variante

È difficile bloccare la diffusione delle varianti Covid da un paese all’altro, ma possono essere adottate misure per rallentarne la diffusione. Alcuni paesi, tra cui Italia, Spagna, Corea del Sud, Giappone, India, Israele, Malaysia, Taiwan e Stati Uniti, hanno introdotto restrizioni e controlli per i passeggeri in arrivo dalla Cina. Oltre al vaccino, l’OMS sottolinea l’importanza di pratiche igieniche come il lavaggio delle mani frequente e l’uso di disinfettanti per contrastare la diffusione del virus.

In conclusione, la variante BF.7 del Covid-19 rappresenta una seria minaccia che richiede un’azione di monitoraggio e contro-misure da parte delle autorità sanitarie a livello globale. La diffusione della variante sottolinea anche l’importanza di continuare a promuovere pratiche igieniche e misure di protezione personale per contrastare la diffusione del virus.

Nuovi prefissi nel Sistema Internazionale

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Nuovi prefissi nel di unità di misura

Il 18 novembre, alla 27a Conferenza Generale su Pesi e Misure a Versailles sono stati adottati quattro nuovi prefissi nel Sistema Internazionale di unità di misura (S.I.). Il S.I. è stato introdotto nel 1969 dalla XI Conferenza Generale dei Pesi e Misure ed è oggetto di direttive della Comunità Europea dal 1971 ed è stato legalmente adottato in Italia nel 1982.

Grandezze fondamentali nel Sistema Internazionale

Il S.I. prevede sette grandezze fondamentali definendone le unità di misura:
– Intervallo di tempo: Secondo (s)
– Lunghezza: Metro (m)
– Massa: Chilogrammo (kg)
: Kelvin (K)
– Quantità di sostanza: Mole (mol)
– Intensità di : Ampere (A)
– Intensità luminosa: Candela (cd)

Per i numeri molto piccoli e molto grandi si affiancano prefissi per indicare multipli e sottomultipli dell’unità di misura di riferimento a seconda della scala della grandezza da misurare.

Multipli e sottomultipli nel Sistema Internazionale

I prefissi adottati e i loro simboli sono:
– Deci (d): 10^-
– Deca (da): 10^1
– Centi (c): 10^-2
– Etto (h): 10^2
– Milli (m): 10^-3
– Chilo (k): 10^3
– Micro (µ): 10^-6
– Mega (M): 10^6
– Nano (): 10^-9
– Giga (G): 10^9
– Pico (p): 10^-12
– Tera (T): 10^12
– Femto (f): 10^-15
– Peta (P): 10^15
– Atto (a): 10^-18
– Exa (R): 10^18
– Zepto (z): 10^-21
– Zetta (Z): 10^21

Con l’adozione di questi nuovi prefissi, il Sistema Internazionale migliora la capacità di misurazione e adattamento a diverse scale di grandezze, facilitando le operazioni di calcolo e rendendo più efficienti i processi scientifici e tecnologici.

Il Nuovo Sistema di Prefissi per la Misurazione delle Grandi Quantità

Con il crescente sviluppo e archiviazione di enormi quantità di dati digitali, il mondo sta affrontando la necessità di adottare nuove unità di misura per poter gestire numeri sempre più elevati. Secondo le ricerche condotte dall’International Data Corporation, i prefissi attualmente in uso come yottabyte e zettabyte stanno diventando insufficienti per rappresentare le grandi quantità di dati generati e archiviati. Allo stesso tempo, i prefissi più piccoli come zepto e yocto risultano eccessivi per ambiti come la scienza quantistica e la fisica delle particelle.

Per rispondere a queste esigenze, sono stati introdotti quattro nuovi prefissi di misura:

– Quetta (simbolo Q) – valore 10^30
– Ronna (simbolo R) – valore 10^27
– Ronto (simbolo r) – valore 10^-27
– Domanda (simbolo q) – valore 10^-30

Le lettere utilizzate per i nuovi prefissi sono state scelte in modo da non creare sovrapposizioni con quelli già esistenti nel Sistema Internazionale.

Grazie a queste nuove unità di misura, ora è possibile esprimere la massa della Terra, pari a 6*10^24 kg, come 6 ronnagrammi e quella del Sole, pari a 2*10^30 kg, come 2 quettagrammi. Questi nuovi prefissi saranno un importante strumento per la gestione e la rappresentazione delle grandissime quantità di dati con cui il mondo moderno è chiamato ad confrontarsi.

Quiz sul legame chimico

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Scopri di più sul legame chimico: Test a risposta multipla

Se sei interessato a testare le tue conoscenze sul legame chimico, sei nel posto giusto. Qui di seguito troverai una serie di domande a risposta multipla relative ai vari tipi di legame intermolecolari e intramolecolari. Ogni domanda è corredata da risposte e spiegazioni dettagliate per aiutarti a comprendere meglio il tema.

Sei pronto a metterti alla prova? Inizia il quiz qui sotto e metti alla prova le tue conoscenze sul legame chimico. Buona fortuna!

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Quiz sugli alcheni

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Quiz sugli alcheni: testa le tue conoscenze sulla formula generale, l’ibridazione e la reattività

Se sei interessato a valutare quanto hai imparato sugli alcheni, partecipa al seguente quiz. Le domande riguardano la formula generale, ibridazione e reattività di questo tipo di composti organici. Ad ogni domanda verrà fornita la risposta corretta e una spiegazione dettagliata.

Inizia subito il quiz sugli alcheni per mettere alla prova le tue conoscenze!

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Quiz % massa/massa

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Il significato e il calcolo del % /massa
Il concetto di % massa/massa spiegato con quiz interattivi

Per comprendere meglio il concetto di % massa/massa e la sua importanza nella chimica, abbiamo preparato dei quiz interattivi che ti permetteranno di mettere alla prova le tue conoscenze e di apprendere attraverso la pratica. Risolvi i test e leggi le spiegazioni relative alle risposte errate per migliorare la tua comprensione di questo argomento cruciale.

Prova subito a risolvere i quiz e ad approfondire il tuo apprendimento!

[HDquiz quiz = “183”]

Medicina test di ammissione 2018

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Il Test di Ammissione per Medicina del 2018: Analisi dei Quesiti di Chimica

Il test di ammissione per la facoltà di medicina dell’anno 2018 includeva una sezione dedicata alla chimica, comprendente una serie di quesiti significativi. Oggi verranno analizzati alcuni di questi quesiti al fine di fornire un’approfondita comprensione dei temi trattati in tale esame.

Il primo quesito riguardava la struttura molecolare del metano e richiedeva di indicare il numero di atomi di carbonio e presenti. Sono stati avanzati quesiti sull’interpretazione degli indicatori di e sulla classificazione dei composti in base alle forze intermolecolari.

Un’altra area trattata riguardava le reazioni chimiche, inclusa la distinzione tra reazioni di sintesi, decomposizione, sostituzione e doppia sostituzione. È stato richiesto di bilanciare le equazioni chimiche e di identificare i reagenti e i prodotti delle reazioni fornite.

Alcuni quesiti hanno coinvolto la comprensione delle basi di date, inclusi i concetti di mole e numero di Avogadro. Sono state poste domande sull’interpretazione del peso molecolare e sulla conversione di unità di misura tra grammi, moli e atomi.

Infine, sono stati proposti quesiti riguardanti le proprietà delle soluzioni, compresa la della in mol/L e la stima del numero di moli di soluto in una soluzione.

La sezione di chimica del test di ammissione per medicina del 2018 ha abbracciato una vasta gamma di argomenti, dalla struttura molecolare alle reazioni chimiche, dai concetti di base alle proprietà delle soluzioni. Questa panoramica dei quesiti di chimica è preziosa per coloro che si preparano per test di ammissione futuri e auspica il raggiungimento di prestazioni ancora più elevate in tale disciplina.

Veterinaria test di ammissione 2019

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Test di Ammissione Veterinaria 2019: Domande, Risposte e Spiegazioni

Se sei interessato a intraprendere la carriera in campo veterinario, è essenziale conoscere in anticipo i requisiti di ammissione e prepararti adeguatamente. Di seguito, troverai i test di ammissione dell’anno 2019 per la Facoltà di Veterinaria, accompagnati dalle risposte e dalle spiegazioni corrispondenti.

*Domanda : [testo della domanda]*

*Risposta*: [risposta corretta]

*Spiegazione*: [esplicazione della risposta]

*Domanda : [testo della domanda]*

*Risposta*: [risposta corretta]

*Spiegazione*: [esplicazione della risposta]

E così via, potendo verificare le proprie conoscenze e prepararsi adeguatamente al test di ammissione per la Facoltà di Veterinaria.

Se vuoi testare le tue competenze in modo interattivo, puoi svolgere il test qui sotto e confrontare le tue risposte con le spiegazioni fornite.

Buona fortuna e ricorda di studiare a fondo per ottenere una solida base di conoscenze nel campo veterinario!

Fattori che influenzano la cinetica di reazione

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I fattori che influenzano la cinetica di una reazione chimica

I fattori che influenzano la cinetica di una reazione chimica possono essere molteplici e comprendono la concentrazione, la , lo stato fisico e superficie di contatto, il solvente e la presenza di un catalizzatore. Questi elementi influenzano direttamente il processo di reazione e la sua velocità. Secondo la , affinché avvenga una reazione, i reagenti devono collidere tra loro in un modo specifico e con l’energia necessaria per rompere i legami e formare nuove molecole. La variazione di , inoltre, può determinare la rapidità con cui avviene una reazione.

Concentrazione dei reagenti

L’aumento della concentrazione dei reagenti porta a una maggiore probabilità di collisioni efficaci, accelerando quindi la cinetica di reazione.

Temperatura

Un aumento della temperatura comporta un aumento dell’ delle molecole, consentendo loro di superare più facilmente l’ necessaria per una collisione efficace.

Stato fisico e superficie di contatto

Le reazioni tra reagenti presenti nella stessa fase avvengono più frequentemente rispetto a quando i reagenti sono in fasi diverse, comportando una differente velocità di reazione.

Solvente

La natura del solvente può influenzare notevolmente la velocità di una reazione, a causa della sua capacità di formare legami e della sua viscosità. Ad esempio, la reazione tra l’acetato di sodio e lo ioduro di metile avviene più rapidamente in un solvente organico rispetto a uno protico.

Catalizzatore

I catalizzatori sono in grado di accelerare reazioni che altrimenti avverrebbero molto lentamente, abbassando l’energia di attivazione richiesta per la reazione stessa.

I processi chimici sono influenzati da fattori sia intrinseci che estrinseci, e comprendere questi aspetti può essere cruciale per ottimizzare i tempi di reazione e massimizzare la produzione.

pH di acidi e basi. Esercizi di livello difficile

Il calcolo del di acidi e basi forti e deboli è spesso richiesto negli esercizi di equilibrio chimico. Gli esercizi adottano una approccio integrato che richiede una buona conoscenza della teoria dell’equilibrio chimico. Vediamo alcuni esercizi risolti e commentati.

1) Si vuole determinare il % m/m di una soluzione di acido nitrico. Inizialmente, una soluzione di NaOH è standardizzata con un campione di idrogeno ftalato acido avente pari a 1.518 g e sono occorsi 26.80 mL di NaOH per titolare il campione. Successivamente, sono stati prelevati 10.00 mL di acido nitrico concentrato che sono stati diluiti fino al volume di 500.0 mL. Di quest’ultima soluzione è stata prelevata un’aliquota di 25.00 mL che è stata titolata con la soluzione di NaOH precedentemente standardizzata. Per raggiungere il punto equivalente sono stati necessari 28.35 mL di NaOH. Si determini la concentrazione molare dell’acido nitrico e, sapendo che la densità dello stesso è di 1.42 g/mL, si stabilisca la sua concentrazione %  m/m.

Per prima cosa bisogna calcolare la concentrazione di NaOH. Le moli di potassio idrogeno ftalato sono pari a 1.518 g/ 204.2 g/mol = 0.007434. Poiché il rapporto tra potassio idrogeno ftalato e NaOH è di 1:1 le moli di NaOH  sono 0.007343 e quindi la concentrazione di NaOH è pari a 0.007343/ 0.02835 L =  0.2622 M. Per titolare 25.00 mL di HNO3 sono stati necessari 28.35 mL di NaOH. Moli di NaOH = 0.02835 ∙ 0.2622 M = 0.007433. Poiché il rapporto stechiometrico tra HNO3 e NaOH  è di 1:1 le moli di HNO3 contenute in 25.00 mL della soluzione diluita sono pari a 0.007433 moli. Nei 500.0 mL della soluzione diluita sono contenute 0.007433 ∙500.0/ 25.00 = 0.1567 moli di HNO3 che sono pari alle moli contenute nei 10.0 mL della soluzione iniziale. La concentrazione iniziale della soluzione di HNO3 è quindi pari a 0.1567 mol/ 0.01000 L = 15.67 M. Ciò implica che sono contenute 15.67 moli di HNO3 in 1000 mL di soluzione. La massa di HNO3 è 987.39 g e la massa della soluzione corrispondenti a 1000 mL sono pari a 1.42 g/mL ∙ 1000 mL = 1420 g. Quindi, la concentrazione % m/m è pari a 987.39 ∙100/ 1420 = 69.53 %.

2) E’ data una soluzione di HCl al 30.0 % m/m avente densità di 1.15 g/mL. Per ottenere, dopo diluizione, 5.0 L di soluzione di HCl 0.20 M, bisogna calcolare il volume di tale soluzione che deve essere prelevato. Per ottenere la concentrazione di quest’ultima soluzione si titola lo ione OH- prodotto dalla reazione. Risulta che per 0.7147 g di HgO sono stati necessari 31.67 mL di HCl. Calcolare la concentrazione della soluzione.

Per prima cosa si deve determinare la concentrazione della soluzione iniziale. Si considerino 1.00 L di soluzione al 30.0% m/m con densità 1.15 g/mL. La massa di 1000 mL è di 1150 g. Dalla di % m/m: 30.0 = massa soluto  ∙ 100 / 1150. La massa di HCl è 345.0 g che è la massa di HCl contenuta in 1.00 L di soluzione. Le moli di HCl sono 9.46 M. Usando la formula delle diluizioni: 0.20 mol/L  ∙ 5.0 L = 9.46 mol/L V V = 0.106 L. Dovendo esprimere la risposta con 2 , V = 0.11 L. Ciò implica che bisogna prelevare 110 mL e aggiungere tanta acqua per ottenere 5.0 L di soluzione a titolo approssimato. Per conoscere il titolo esatto di tale soluzione sono stati pesati 0.7147 g di HgO corrispondenti a: moli di HgO = 0.7147 g/ 216.49 g/mol = 0.003301. Dal rapporto stechiometrico tra HgO e OH- le moli di OH- prodotte dalla reazione sono: moli di OH- = 2  ∙ 0.003301 = 0.006602. Le moli di H+ sono 0.006602. [H+] = 0.006602 mol/ 0.03167 L =  0.2085 M.

3) La metilammina è una base debole (Kb = 5.25  ∙ 10^-4). Si calcoli: a) la concentrazione di OH- presente in una soluzione  0.225 M; b) il pH della soluzione dopo aver aggiunto 0.0100 moli di nitrato di metilammonio a 120.0 mL di soluzione 0.225 M di metilammina assumendo che non si abbiano variazioni di volume; c) Le moli di NaOH o di HCl da aggiungere alla soluzione di cui al punto precedente per avere un valore di pH = 11.00 assumendo che non si abbiano variazioni di volume; d) Il pH della soluzione ottenuta aggiungendo 100.0 mL di acqua distillata alla soluzione di cui al punto c)

Scriviamo innanzi tutto la dissociazione della metilammina in acqua: CH3NH2 + H2O ⇌ CH3NH3+ + OH-. A) all’equilibrio: [CH3NH2] = 0.225 –x. [OH-]= [CH3NH3+] = x. Sostituendo tali valori nell’espressione della Kb si ha: Kb = 5.25  ∙ 10^-4= (x)(x)/0.225-x. Da cui x = [OH-] = 0.0109 M. B) calcoliamo la concentrazione dello ione metilammonio: [CH3NH3+] = 0.0100 mol/ 0.120 L = 0.0833 M. Pertanto, possiamo concludere che i problemi che coinvolgono pH di acidi e basi forti e deboli richiedono un’attenta comprensione delle leggi dell’equilibrio chimico.Calcolo del pH di una soluzione tramite

L’equazione di Henderson-Hasselbalch è uno strumento utile per calcolare il pH di una soluzione contenente un acido debole e la sua base coniugata. In questo caso, una base debole viene utilizzata per illustrare l’uso dell’equazione di Henderson-Hasselbalch per calcolare il pH di una soluzione tampone.

Dato che pKb = 3.28, possiamo utilizzare l’equazione di Henderson-Hasselbalch per calcolare il pH della soluzione. Utilizzando l’equazione pH = 14 – pOH, otteniamo pH = 11.2.

Per ottenere un valore di pH = 11.0, è necessario aggiungere HCl poiché il pH deve diminuire. Aggiungendo H⁺, aumenterà la concentrazione di CH₃NH₃⁺ e diminuirà la concentrazione di CH₃NH₂.

A pH = 11.0, il valore di pOH è 3.0. Risolvendo l’equazione, otteniamo x = 0.0228 M. Le moli di HCl da aggiungere sono quindi 0.0228 mol/L × 0.120 L = 0.00274.

La diluizione della soluzione non influirà sul rapporto [CH₃NH₃⁺]/[CH₃NH₂], mantenendo quindi invariato il pH.

Determinare la massa molare e la Ka dell’acido ascorbico debole

Dopo aver sciolti 1.3717 g di acido ascorbico in acqua e titolato la soluzione con 35.23 mL di NaOH 0.2211 M, il pH della soluzione è risultato pari a 4.23. Si procede con i calcoli per determinare la massa molare e la Ka dell’acido ascorbico.

a) La massa molare dell’acido ascorbico è ottenuta dividendo la massa per le moli di NaOH necessarie a raggiungere il punto equivalente, pari a 176.1 g/mol.

b) Dopo l’aggiunta di 20.00 mL di NaOH, si calcola la concentrazione di As⁻ e HAs per ottenere la Ka dell’acido ascorbico, che risulta essere 3.54 × 10⁻⁶.

In conclusione, l’uso dell’equazione di Henderson-Hasselbalch e dei calcoli per determinare la massa molare e la Ka dell’acido ascorbico fornisce una comprensione dettagliata del comportamento delle soluzioni acide e basi deboli, e della loro capacità tampone.

Fenomeno di trasporto dei fluidi

Il fenomeno di trasporto dei fluidi

Il fenomeno di trasporto consiste nello spostamento di una proprietà fisica da un punto a un altro nello spazio, avendo due tipi principali, molecolare e convettivo. Durante il fenomeno di trasporto si osserva una relazione lineare tra la densità del flusso della grandezza trasportata e il gradiente di una variabile intensiva associata.

Possibili casi di fenomeno di trasporto includono la quantità di moto, il calore e la materia. Un fluido si trova in uno stato di non equilibrio se vi è un gradiente di una delle variabili intensive come la , la o le concentrazioni delle diverse specie in caso di una miscela.

Il gradiente di pressione provoca un moto della fluida dalle zone a pressione maggiore verso quelle a pressione minore. Tale moto è contrastato da una resistenza interna, la cui entità è descritta dalla legge di Newton.

Un gradiente di temperatura invece provoca un trasporto di calore nella direzione del gradiente, spiegato dalla legge di Fourier. Nelle miscele non uniformi si osserva un trasporto dei diversi componenti presenti nella miscela, in accordo con la legge di Fick.

Per comprendere meglio il fenomeno, si può fare riferimento a un modello fisico unitario, basato sull’ipotesi che le molecole si possano assimilare a sfere rigide. In base a questo modello, si possono ottenere equazioni che descrivono il moto delle molecole e il trasporto della proprietà in esame.

Tutte le equazioni e le descrizioni sopra menzionate permettono di comprendere come il fenomeno di trasporto dei fluidi si manifesti nelle diverse situazioni e come sia possibile quantificarlo e comprenderlo utilizzando leggi fisiche ben definite.

Equilibri gassosi e relativi esercizi

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Equilibri gassosi: Teoria, esercizi e calcoli

Gli equilibri gassosi rappresentano una parte fondamentale nell’ambito della chimica. Essi coinvolgono specie chimiche tutte nello stato gassoso e sono caratterizzati da costanti di equilibrio come Kc e Kp, dove vengono considerate principalmente le concentrazioni e le pressioni parziali, rispettivamente.

Calcolo della Kc

Un esempio pratico riguarda la reazione di dissociazione dello ioduro di idrogeno (HI) a una temperatura di 730.8 K al 22.3%. Utilizzando la legge di azione di e le costanti di equilibrio, è possibile calcolare la Kc per la reazione HI (gas) ⇄ H2(gas) + I2(gas).

Composizione all’equilibrio

Un’altra situazione pratica coinvolge il fosgene (COCl2) che si dissocia in monossido di carbonio e cloro gassoso a una data costante di equilibrio Kp. Attraverso l’utilizzo di un , è possibile trovare la composizione all’equilibrio e le relative pressioni parziali dei componenti coinvolti.

Calcolo delle pressioni parziali

In un diverso contesto, viene presa in esame la dissociazione del pentacloruro di fosforo (PCl5(gas)  ⇄ PCl3(gas) + Cl2(gas)) a una determinata temperatura e con moli iniziali di PCl5 e di PCl3. Attraverso l’applicazione della legge di Dalton, è possibile calcolare le pressioni parziali dei gas coinvolti all’equilibrio.

Ulteriore calcolo delle pressioni parziali

Infine, viene presentato un esercizio in cui si calcolano le pressioni parziali di 2O4 e di NO2 in un recipiente a una data temperatura, evidenziando l’utilizzo dell’equazione di stato dei gas ideali e il quoziente di reazione per comprendere la direzione della reazione verso l’equilibrio.

Questi esempi pratici sono importanti per comprendere la complessità e l’applicazione pratica degli equilibri gassosi in chimica.

VBT o teoria del legame di valenza

La teoria del legame di valenza (VBT) è una delle due fondamentali teorie, insieme alla , che utilizza la meccanica quantistica per spiegare i legami chimici. Secondo la VBT, un legame covalente si forma dalla sovrapposizione fisica di orbitali di valenza di orbitali semipieni in due atomi.

La funzione di autofunzione relativa allo stato fondamentale è esprimibile come prodotto delle autofunzioni dello stato fondamentale dell’atomo di , indicato con il simbolo 1s. Limitando il discorso all’autofunzione relativa allo stato fondamentale, essa è esprimibile come prodotto delle autofunzioni dello stato fondamentale dell’atomo di idrogeno.

L’hamiltoniano molecolare è esprimibile come somma di quattro termini, in cui ognuno ha una sua specifica funzione e dipendenza. A causa della distanza infinita tra i due atomi di idrogeno, alcuni termini si annullano, semplificando l’equazione.

Per rappresentare correttamente due atomi di idrogeno a distanza finita, è necessario tener conto dell’indistinguibilità degli elettroni al fine di ottenere una funzione corretta. Mantenendo la struttura della funzione, si possono scrivere due nuove funzioni che siano formalmente corrette per quanto riguarda il criterio di indistinguibilità degli elettroni.

Per decidere quale di esse sia relativa allo stato fondamentale della molecola di idrogeno, si riporta la variazione dell’energia in funzione della distanza internucleare. Sperimentalmente si ha che due atomi di idrogeno separati tendono ad avvicinarsi fino alla distanza di equilibrio di 0.74 Å. A tale distanza formano un aggregato (molecola) più stabile di 4.74 eV rispetto alle condizioni di partenza.

La funzione utilizzata da Heitler e London nel 1927 è stata fondamentale per lo sviluppo della teoria del legame di valenza. La figura riporta anche il diagramma relativo alla funzione, indicata come ψ-, che non presenta alcun minimo, corrispondente ad una situazione di . La forma della funzione ψ+, indicata come ψ+, è la traduzione in termini quantistici del concetto di legame a coppia di elettroni. Tale funzione indica, infatti, che i due elettroni appartengono contemporaneamente ai due atomi ed è proprio questo aspetto che determina il minimo della curva.

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