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Cosa sapere sul “chubby filter” di TikTok: il trucco che ci fa sembrare più grassi (e lascia molti perplessi)

La cultura tossica della perfezione

La società contemporanea promuove un associato a corpi snelli e privi di imperfezioni, creando pressioni sulla figura ideale. La cellulite e le smagliature viste come difetti da eliminare, generando una visione distorta realtà.

L’impatto dei social media

I social media amplificano queste percezioni grazie all’uso di filtri ed editing, che consentono di eliminare qualsiasi imperfezione. Questo porta a una crescente difficoltà nell’accettare il proprio corpo, specialmente tra i giovani, che si sentono sempre più insicuri rispetto ai propri standard di bellezza.

Iniziative di contenimento

In risposta a questo fenomeno, piattaforme come TikTok e Instagram stanno vietando i filtri di bellezza per i minori, con l’intento di proteggere la salute mentale degli adolescenti. L’obiettivo è ridurre il rischio di insicurezze legate all’aspetto fisico e promuovere una maggiore accettazione di sé.

Cos’è questa storia del “chubby filter”, il filtro di TikTok che fa ingrassare (e che ci fa inorridire)

Una cultura tossica della perfezione alimentata dai social: è questo che si cela dietro un filtro di TikTok che fa ingrassare e che denigra chi si “riduce ”, come tanti utenti scrivono

@georgia_dan1/TikTok

Viviamo in un’epoca in cui l’idea di un corpo sano si associa quasi automaticamente a una figura snella, tonica e priva di imperfezioni. La cellulite, le smagliature e qualsiasi segno naturale corpo vengono spesso visti come difetti da eliminare.

Questo standard irrealistico è amplificato dai social media, dove filtri ed editing permettono di cancellare qualsiasi imperfezione con un semplice tocco. Di conseguenza la percezione della realtà si distorce, e l’accettazione del proprio corpo diventa sempre più difficile, soprattutto per i più giovani.

Per contrastare questo fenomeno, piattaforme come TikTok e Instagram hanno deciso di vietare i filtri di bellezza ai minori. L’obiettivo è quello di proteggere la salute mentale degli adolescenti, riducendo il rischio di insicurezze,…

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Cos’è e qual è la sua situazione attuale?

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Progetto Runet

Dal 2019, la Russia ha avviato il progetto , un’infrastruttura di rete Internet nazionale progettata per ridurre la dipendenza dal web globale. L’obiettivo principale è rafforzare il controllo statale sulle informazioni online, paragonabile al Great Firewall cinese. Runet consiste convogliare il traffico Internet attraverso nodi statali e implementare sistemi di filtraggio e sorveglianza.

Controllo della rete

Sebbene la Russia non sia completamente disconnessa dall’Internet globale, il governo ha incrementato il controllo sulla rete. Negli ultimi anni, Mosca ha bloccato o limitato l’accesso a diverse piattaforme occidentali, tra cui Facebook e X. Recentemente, state accentuate le sull’uso delle VPN, strumenti utilizzati per bypassare i blocchi imposti.

Situazione attuale

Nonostante i progressi nel rafforzamento del controllo sulla rete, la Russia continua a fare affidamento su tecnologie e infrastrutture estere. La totale disconnessione dall’Internet globale rimane quindi un obiettivo non ancora raggiunto.

cos’è e a che punto è

Dal 2019, la Russia sta lavorando a un’infrastruttura di rete Internet nazionale chiamata Runet, un termine che fonde “ru” (codice per la lingua russa) con “network”, con l’obiettivo di rendere il Paese indipendente dalla rete Internet globale e di rafforzare il controllo sulle informazioni che circolano online. Questo progetto, spesso paragonato al Great Firewall cinese o al modello di intranet Corea del Nord, mira a incanalare il traffico Web attraverso nodi controllati dallo Stato e a implementare sistemi avanzati di filtraggio e sorveglianza. A oggi la totale disconnessione della Russia dall’Internet globale non è ancora avvenuta, e il Paese continua a dipendere in larga misura da tecnologie e infrastrutture estere.

Ciò non significa che il controllo sulla rete non sia aumentato: negli ultimi anni, Mosca ha bloccato o limitato l’accesso a piattaforme occidentali come Facebook e X e, notizia di questi giorni, ha intensificato le restrizioni sull’uso delle VPN (Virtual Private Network), usate dagli internauti russi per aggirare i blocchi. Nonostante questi sforzi, la disconnessione totale…

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Risultati del monitoraggio termico spaziale del suolo nei Campi Flegrei: lo studio dell’INGV.

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Scoperta dell’INGV sui terremoti nei Campi Flegrei

I ricercatori dell’INGV hanno identificato correlazione tra le variazioni della temperatura e i forti terremoti nei , legati al bradisismo. Attraverso analisi delle immagini termiche ottenute dal sensore ECOSTRESS della Stazione Spaziale Internazionale, è emerso che i sismi più intensi sono preceduti da cambiamenti termici che si verificano giorni o settimane prima. Questo , pubblicato su Remote Sensing Letters, apre nuove prospettive sulla sorveglianza sismica nell’area.

Metodologia del monitoraggio termico

I ricercatori hanno esaminato le immagini termiche di due specifiche aree della Solfatara di Pozzuoli, raccolte tra il 2021 e il 2022. Le zone analizzate, la Bocca Grande e Fangaia, si trovano in prossimità l’una dell’altra. La Bocca Grande è caratterizzata da fumarole e emissioni di gas, mentre Fangaia è un’area con attività geotermica significativa. Le variazioni di temperatura in queste aree possono fornire dati preziosi per migliorare le previsioni sismiche.

Cosa emerge dal monitoraggio termico dallo spazio del suolo dei Campi Flegrei: lo studio INGV

Credit: INGV

I ricercatori dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) hanno scoperto che i terremoti più forti nei Campi Flegrei legati al fenomeno del bradisismo sono preceduti di alcuni giorni o settimane da variazioni della temperatura a livello del suolo, analizzando le immagini termiche ottenute grazie al sensore ECOSTRESS della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Lo studio, intitolato A novel algorithm for thermal monitoring using ECOSTRESS time series: the case of Campi Flegrei, Naples, Italy e pubblicato sulla rivista Remote Sensing Letters, suggerisce che monitorare i Campi Flegrei dallo spazio potrebbe rappresentare un importante passo avanti per l’allerta sismica dell’area.

Il monitoraggio termico dei Campi Flegrei dallo spazio

I ricercatori hanno preso in considerazione le immagini termiche di due aree della Solfatara di Pozzuoli, realizzate tra il 2021 e il 2022, e hanno ricavato i relativi dati di temperatura. Le aree considerate sono state quelle della Bocca Grande, sede di fumarole e principale fonte di emissioni di gas, e Fangaia, non molto distante dalla Bocca…

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I formaggi sono sempre vegetariani? Scopri perché non è così!

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Formaggio e dieta vegetariana

Quando si parla di formaggio, si tende a pensare che sia compatibile con dieta vegetariana. Tuttavia, non tutti i lo sono. Il caglio, ingrediente fondamentale nella produzione di formaggi, è spesso di origine animale, provenendo dallo stomaco di vitelli, capretti e agnelli, rendendo questi formaggi non adatti ai . Formaggi DOP come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino Romano richiedono l’uso di caglio animale per ottenerne il riconoscimento.

Alternative al caglio animale

Esistono alternative al caglio animale, fra cui il caglio microbico, derivato da funghi e batteri, il caglio ricombinante, ottenuto da microrganismi geneticamente modificati, e il caglio vegetale, estratto da piante come il cardo. Tuttavia, è importante notare che non sempre il tipo di caglio utilizzato è indicato sull’etichetta. Pertanto, chi segue una dieta vegetariana dovrebbe prestare particolare attenzione a etichette che riportano la dicitura “senza caglio animale” o altre certificazioni rilevanti.

I formaggi sono tutti vegetariani? Non proprio, ecco perché

Quando si pensa al formaggio, lo si associa spesso ai derivati dal latte, quindi adatto anche a una dieta vegetariana. Ma è davvero ? In realtà no, non tutti i formaggi sono vegetariani. La risposta potrebbe sorprendere ma molti formaggi tradizionali contengono un ingrediente chiamato caglio, che, se di origine animale, viene estratto dallo stomaco di vitelli, capretti e agnelli dopo la macellazione ed è dunque incompatibile con una dieta vegetariana. Molti formaggi DOP (Denominazione di Origine Protetta), come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino Romano, richiedono l’uso di caglio animale per mantenere la denominazione protetta. Esistono alternative come il caglio microbico (prodotto da funghi e batteri), il caglio ricombinante (derivato da microrganismi geneticamente modificati) e il caglio vegetale (estratto da piante come il cardo). Tuttavia, non sempre il tipo di caglio è specificato in etichetta, quindi chi segue una dieta vegetariana deve verificare la presenza di diciture come “senza caglio animale” o certificazioni specifiche.

Cos’è il caglio, a cosa serve e dove si ricava


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Cosa sono i Large Language Model (LLM)? Funzionamento e applicazioni da ChatGPT a DeepSeek.

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Cosa sono gli LLM e a cosa servono

Un (LLM) è un’intelligenza artificiale progettata per interpretare, processare e generare testo scritto. Questi modelli rientrano campo del Natural Processing (NLP), che si occupa di insegnare ai computer a comprendere il linguaggio umano. Grazie a questi sistemi, gli utenti possono interagire parlando normalmente, proprio come farebbero con un’altra persona, sostenendo conversazioni, scrivendo testi e riassumendo documenti.

Funzionamento degli LLM

Gli LLM sono capaci di generare risposte coerenti e contestualmente appropriate, basandosi su un vasto corpus di dati ai quali sono stati addestrati. Tuttavia, malgrado le loro avanzate capacità, non possiedono reale comprensione del linguaggio né delle emozioni. Questo significa che possono presentare errori e generare contenuti fuorvianti. Pertanto, è fondamentale utilizzare questi modelli con consapevolezza e critica, tenendo a mente le loro limitazioni.

Impatto sull’uso quotidiano

L’intelligenza artificiale, attraverso modelli come ChatGPT, Gemini, Claude e DeepSeek, è diventata parte integrante della vita corrente, influenzando vari aspetti della comunicazione e dell’elaborazione delle informazioni. L’integrazione di questi strumenti comporta nuove opportunità, ma anche sfide etiche e pratiche da considerare nella loro applicazione.

Cos’è un Large Language Model (LLM)? Da ChatGPT a DeepSeek, ecco come funzionano e a cosa servono

ChatGPT, Gemini, Claude e DeepSeek sono i protagonisti assoluti degli ultimi anni. L’intelligenza artificiale infatti è diventata parte della vita quotidiana grazie ai modelli linguistici di grandi dimensioni (in inglese Large Language Models, LLM). Ma sono esattamente e come funzionano? Gli LLM sono sistemi di intelligenza artificiale capaci di interpretare e generare testo, rendendo possibile interagire con loro parlando normalmente, come faremmo con una persona: sono in grado di sostenere conversazioni, scrivere testi e riassumere documenti, ma, nonostante le loro capacità, possono commettere errori e non hanno una reale comprensione delle risposte che generano. Dobbiamo, quindi, usarli con consapevolezza.

Cosa sono gli LLM e a cosa servono

Un Large Language model (LLM) è un’intelligenza artificiale progettata per interpretare, processare e generare testo scritto. Gli LLM fanno parte del campo del Natural Language Processing (NLP), cioè processamento del linguaggio naturale, che si occupa di insegnare ai computer come interpretare il linguaggio umano. Per questo, possiamo interagire con…

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Dalla cascata artificiale più alta al riconoscimento della “Patente da matto”

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L’Umbria: il Cuore Verde d’Italia

L’Umbria è una regione dell’, definita "Cuore verde d’Italia" per la sua ricca natura, con boschi, torrenti e fioriture. Ha una popolazione di 853.068 abitanti e una superficie di 8.463,97 km². A differenza di molte altre regioni italiane, l’Umbria non si affaccia su nessun mare, essendo situata tra le colline e le montagne dell’Appennino, con un paesaggio caratterizzato da altopiani e valli ampie.

10 curiosità sull’Umbria

1. Perché si chiama Umbria

Il nome "Umbria" deriva da una delle antiche popolazioni che abitavano la regione, gli Umbri, un popolo indoeuropeo stanziato tra l’ e media valle Tevere e le attuali Marche e Emilia-Romagna. I resti della cultura umbra possono ancora essere trovati nel patrimonio storico e archeologico della regione.

L’Umbria è quindi non solo una regione ricca di bellezze naturali, ma anche con una profonda culturale e sociale, traendo origine da antiche tradizioni e popolazioni che hanno segnato profondamente il suo territorio.

dalla cascata artificiale più alta del mondo alla “Patente da matto”

L’Umbria è una Regione dell’Italia centrale conosciuta anche come “Cuore verde d’Italia” in quanto possiede un’anima naturale ben nota caratterizzata da boschi, torrenti e intense fioriture che circondano i piccoli borghi arroccati sui verdi pendii. L’Umbria con una popolazione di 853 068 abitanti e una superficie di 8 463,97 km2, è l’unica regione in il centro-sud a non affacciarsi su nessuno dei mari che circondano la penisola. Sorge infatti a cavallo del tratto centrale della catena appenninica, ragion per cui è caratterizzata da un territorio collinare e montuoso intervallato da altopiani e ampie vallate.

10 curiosità sull’Umbria

1. Perché si chiama Umbria

Come tante altre Regioni italiane, l’Umbria deve il proprio nome a una delle antiche popolazioni che hanno abitato l’Italia prima del lungo processo di romanizzazione della penisola. Gli Umbri, infatti, furono un popolo di origine indoeuropea stanziato nei territori tra l’alta e media valle del Tevere, la parte settentrionale delle attuali Marche e quella meridionale dell’Emilia-Romagna.
Secondo gli storici dell’Età…

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L’evoluzione della fiaba di Biancaneve: dall’originale alla versione live-action Disney nel corso del tempo.

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Polemiche sul film

Il film di Biancaneve diretto da Marc Webb ha suscitato polemiche sin dalla sua anteprima, uscito il 20 marzo. Le critiche riguardano le opinioni politiche delle protagoniste, Rachel Zegler e Gal Gadot, nonché la decisione di utilizzare la CGI al posto di attori nani per i sette nani. Alcuni spettatori considerano la trama troppo “woke”, portando molti a considerare il film un flop commerciale. Con un budget di 270 milioni di dollari, ha incassato solo 87,3 milioni a livello globale, infrangendo le aspettative di copertura dei costi.

Adattamento moderno

Il film rappresenta una reinterpretazione moderna della classica di Biancaneve dei fratelli Grimm, discostandosi notevolmente dall’animazione 1937. Nonostante il cambiamento di prospettiva, rimangono le radici della storia tradizionale, presenta elementi distintivi rispetto ad altre versioni e adattamenti della fiaba. Si esplorano le origini tedesche della storia, mettendo in evidenza le differenze rispetto alle varie interpretazioni della leggenda nel corso del tempo.

Com’è cambiata nel tempo la fiaba di Biancaneve, dalla versione originale al live-action della Disney

Il film live action di Biancaneve di Marc Webb è uscito solo lo scorso 20 marzo sale, ma da mesi sta facendo parlare di sé sui social, e non in maniera positiva. Le polemiche sulle visioni politiche delle due attrici principali (Rachel Zegler e Gal Gadot), la scelta di non assumere attori nani per interpretare i sette nani ma usare la CGI e la trama considerata da molti troppo “woke” avrebbe trasformato il film in un flop. Il budget del film, infatti, era di 270 milioni di dollari, ma globalmente ne ha incassati circa 87,3, rimanendo ancora lontano dalla copertura dei costi di produzione.

Il film è un adattamento sicuramente in chiave moderna della classica fiaba di Biancaneve dei fratelli Grimm, ed è abbastanza distante dal film animato del 1937. Ma la famosa fiaba tedesca dove è nata, e quali sono le differenze principali tra le tante versioni della fiaba?

Biancaneve e i sette nani dei fratelli Grimm: la trama originale

Nel 1812 I fratelli Grimm pubblicarono la loro raccolta Fiabe dei fratelli Grimm, e in essa compariva anche quella di Biancaneve (Fiaba 53), con il titolo Sneewittchen (in…

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Dal 1 Aprile vietati i powerbank in aereo: ecco le nuove regole per la sicurezza sui bagagli.

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Nuove restrizioni sui powerbank

A partire dal 1° aprile 2024, alcune compagnie aeree asiatiche impongono restrizioni per il trasporto dei powerbank. Molti vettori hanno deciso di proibire l’uso e la ricarica di questi dispositivi a bordo, mentre altri impongono specifiche per il loro posizionamento al fine di prevenire incendi. Queste misure vengono attuate dopo una serie di incidenti legati a powerbank in fiamme, tra cui un caso in Corea Sud, dove un aereo di Air Busan è stato distrutto dal fuoco. Un altro episodio recente ha coinvolto un volo della Hong Kong Airlines, in cui un powerbank ha preso fuoco all’interno di una valigia riposta in cabina.

Rischi delle batterie agli ioni di litio

Le batterie agli ioni di litio, comunemente utilizzate powerbank, sono estremamente diffuse tra i viaggiatori per la loro praticità. Tuttavia, se danneggiate o difettose, queste batterie possono rappresentare un rischio notevole. La nuova normativa mira a garantire la a bordo degli aerei, tenendo conto dei potenziali pericoli associati a queste batterie quando non sono gestite correttamente.

Powerbank vietati in aereo dal 1 Aprile per motivi di sicurezza, le nuove regole sui bagagli

restrizioni sul trasporto dei powerbank su alcune compagnie asiatiche entreranno in vigore a partire dal 1° aprile 2024. Diversi vettori hanno deciso di vietare l’uso e la ricarica di questi dispositivi a bordo, mentre altri ne regolamentano il posizionamento per ridurre i rischi di incendio. Il provvedimento è stato adottato in seguito ad alcuni recenti incidenti avvenuti in Asia e riconducibili, presumibilmente, a powerbank andati a fuoco. Uno di questi è avvenuto in Corea del Sud e ha coinvolto un aereo di Air Busan, distrutto dalle fiamme mentre era fermo sulla pista; un’altro episodio è avvenuto pochi giorni fa su un volo della Hong Kong Airlines diretto a Hong Kong nel quale, a quanto pare, un powerbank ha preso fuoco mentre era conservato in una valigia riposta in una cappelliera dell’aereo.

Powerbank in aereo, quali sono le nuove regole delle compagnie

Le batterie agli ioni di litio, comunemente utilizzate nei powerbank, sono dispositivi onnipresenti nei bagagli di viaggiatori di tutto il mondo, vista la loro estrema utilità. Se danneggiate o difettose, però, le batterie agli ioni di…

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Terremoto del 1964 in Alaska: un evento da 9.2 magnitudo, il secondo più forte mai registrato nella storia.

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Il terremoto del 1964

Il in 27 marzo 1964 colpì alle 17:36 locali, durando circa 4 minuti con una magnitudo di 9.2. È il secondo terremoto più potente mai registrato, dopo di Valdivia in Cile. Questo evento catastrofico portò alla formazione di uno tsunami che si estese dalle isole Kodiak fino alla California settentrionale, provocando circa 135 vittime.

Epicentro e conseguenze

L’epicentro del terremoto si trovava nel Prince William Sound e viene anche denominato “Terremoto del Venerdì Santo” per il giorno in cui si verificò, il venerdì prima della Pasqua. Anchorage, la capitale dell’Alaska, subì ingenti danni dovuti a frane e smottamenti. Le devastazioni furono amplificate dalla forza del sisma, rendendolo uno dei momenti più drammatici storia degli Stati Uniti.

Il terremoto in Alaska del 1964 di magnitudo 9.2 fu il secondo più violento mai registrato

La città di Anchorage in Alaska dopo il terremoto del 1964 Credit: U.S. Army, Public domain, via Wikimedia Commons

Il terremoto dell’Alaska del 27 marzo 1964 face tremare la terra alle 17:36 locali per circa 4 minuti  con una magnitudo di 9.2, diventando il secondo terremoto più violento mai registrato dopo quello di Valdivia in Cile del 1960 di magnitudo 9.5 e il più violento mai registrato negli Stati Uniti. Questo evento catastrofico generò anche uno tsunami che si propagò dalle isole Kodiak fino alle coste della California settentrionale, causando circa 135 vittime. Con epicentro nel Prince William Sound e conosciuto anche come il “Terremoto del Venerdì Santo” – in inglese Good Friday earthquake – poiché avvenne il venerdì precedente la Pasqua di quell’anno, provocò ingenti danni da frane e smottamenti, in particolare ad Anchorage, capitale dello stato americano.

I dati sul terremoto in Alaska del 27 marzo 1964

L’Alaska è stata protagonista di uno tra i fenomeni naturali più potenti della storia quando il 27 marzo 1964, alle 17:36 ora locale, la terra tremò per 4 minuti e mezzo…

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Come si convalida una scoperta scientifica?

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Scoperta sotto la Piramide di Chefren

La piramide di Chefren a Giza è al centro di recenti speculazioni riguardanti cinque camere “segrete” e otto “pozzi” cavi. Queste strutture avrebbero profondità che possono raggiungere centinaia di metri, alimentando un acceso dibattito sia scientifico che culturale. Tuttavia, il team di Geopop, guidato da Corrado Malanga, ha mostrato scetticismo riguardo a queste dichiarazioni.

L’importanza del Pensiero Critico

Questo caso di studio evidenzia la necessità di sviluppare capacità critiche per discernere informazioni scientifiche verificate da affermazioni potenzialmente fuorvianti. È fondamentale imparare a riconoscere le “red flag” comunicazione per comprendere meglio come viene costruita la conoscenza nel campo.

Comunicazione della Scienza

Si sottolinea che chiunque può annunciare scoperte significative, ma è altrettanto importante valutare la validità e la solidità delle evidenze presentate. Questo approccio critico è essenziale per navigare tra le notizie relative a scoperte scientifiche e per evitare di trarre conclusioni premature.

come si valida una scoperta scientifica?

La piramide di Chefren. Credit: Ben Snooks from Melbourne, Australia – Cairo, Egypt, CC BY–SA 2.0

La presunta di strutture sotto la piramide di Chefren a Giza, in Egitto, secondo cui si troverebbero 5 camere “segrete” e 8 “pozzi” cavi cilindrici fino a centinaia di metri di profondità, che noi di Geopop abbiamo commentato con una notevole dose di scetticismo, ha acceso un dibattito che va oltre la notizia in sé e solleva questioni culturali profonde legate al modo in cui procede la scienza e in cui si costruisce la conoscenza in ambito scientifico.

A nostro avviso il guidato da Corrado Malanga rappresenta un caso di studio che può aiutarci a capire come distinguere un’informazione validata scientificamente da un’affermazione da prendere con le pinze. Insomma, come scovare le red flag quando si parla di comunicazione pubblica della scienza, anche necessariamente entrare nel merito delle specifiche affermazioni dal punto di vista tecnico.

In linea di principio chiunque può indire una conferenza stampa in cui annuncia di aver raggiunto un risultato epocale o compiuto…

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Perché ci sono così tanti piccioni nelle città?

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La storia dei piccioni nelle città

I , presenti in gran numero nelle , sono uccelli addomesticati risalenti a 5000 anni fa, quando in Mesopotamia iniziarono a essere nutriti e riparati dall’uomo. Questo legame con gli esseri umani ha favorito la loro proliferazione nelle moderne, dove trovano un ambiente favorevole per nidificare su superfici rigide come edifici e monumenti, riducendo il rischio di predatori. La disponibilità di cibo contesti urbani, spesso derivante dalle abitudini alimentari degli esseri umani, contribuisce ulteriormente alla loro presenza.

Il piccione viaggiatore

Oltre al loro adattamento alle città, i piccioni sono stati storicamente utilizzati per il trasporto di messaggi, dando origine alla figura del piccione viaggiatore. Questa abilità di ritorno al nido è stata sfruttata in diversi contesti, rendendo i piccioni un importante alleato nel passato. Oggi, la loro presenza nelle metropoli continua a suscitare curiosità, nonostante siano considerati animali comuni. La connessione profonda tra i piccioni e gli esseri umani è quindi radicata nella storia e nella cultura delle civiltà umane.

Perché in città ci sono così tanti piccioni?

Chiunque abbia mai passeggiato in una grande città avrà sicuramente notato che, tra tutti gli animali selvatici, i piccioni sono in assoluto quelli che si incontrano di frequente. Ma come hanno fatto a diventare così popolari nelle metropoli di tutto il mondo? Dietro a questa domanda apparentemente semplice, si cela una risposta tutt’altro che scontata: in parte questi uccelli tendono a nidificare su superfici rigide e per questo motivo prediligono gli edifici, in cui trovano numerosi luoghi per ripararsi e scarsità di predatori; in parte gli ambienti urbani forniscono loro cibo facilmente reperibile. Un aspetto che non tutti conoscono, però, è che i piccioni si trovano a loro agio in mezzo alle persone perché di fatto non sono animali selvatici bensì addomesticati!

La presenza dei piccioni in città

Partiamo col dire che i piccioni sono animali addomesticati: già in Mesopotamia 5000 anni fa si cominciò a realizzare rifugi e a nutrire questi uccelli. Con il tempo poi si scoprì che questo animale era ottimo per portare messaggi, dando vita alla figura del piccione viaggiatore,…

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Scopri il funzionamento e le novità nella ricerca sul web: tutto quello che devi sapere!

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Annuncio di AI Overviews

Google ha introdotto la funzione AI in Italia e in altri otto Paesi europei. Questo strumento, basato su intelligenza artificiale generativa, sintetizza e organizza le informazioni direttamente risultati di ricerca.

Funzionalità e vantaggi

AI Overviews offre risposte immediate e complete, eliminando la necessità di navigare tra molte fonti. Gli utenti possono ottenere riepiloghi dettagliati su vari argomenti, accompagnati da link selezionati per ulteriori approfondimenti. Questo migliora sia le ricerche semplici quelle complesse.

Tecnologia sottostante

Il sistema si basa su un modello avanzato della famiglia Gemini, progettato per affinare la comprensione delle query e migliorare la pertinenza dei risultati.

Impatto sul web

L’introduzione di AI Overviews potrebbe trasformare le nostre abitudini di ricerca e l’accesso alle informazioni, influenzando significativamente il traffico nei siti . Google anticipa un cambiamento notevole nel modo in cui le persone interagiscono con le informazioni online.

come funziona e quali sono le novità per la ricerca sul web

AI Overviews. Credit: Google.

Nelle scorse ore Google, il motore di ricerca più usato al mondo, ha annunciato la disponibilità della funzione AI Overviews in Italia e altri 8 Paesi europei. AI Overviews è un sistema basato su intelligenza artificiale generativa che sintetizza e organizza le informazioni direttamente nei risultati di ricerca. Questo strumento permette di ottenere risposte immediate e complete senza dover navigare tra più fonti, semplificando sia le ricerche quotidiane che quelle più complesse. Dietro questa innovazione c’è un modello avanzato della famiglia Gemini, progettato per migliorare la comprensione delle query e fornire risultati più pertinenti e articolati. Gli utenti non solo potranno ricevere un riepilogo dettagliato di un argomento, ma avranno anche la possibilità di esplorare una selezione di link di approfondimento.

L’introduzione di AI Overviews promette di cambiare il modo in cui interagiamo con il Web, con effetti significativi sulle abitudini di ricerca, sull’accesso alle informazioni e sul traffico ai siti. Stando a quanto dice Google, questa novità dovrebbe…

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