back to top
Home Blog Pagina 447

Propano: sintesi, reazioni, usi

Il Propano: Proprietà, Sintesi, ,

Il propano è un tipo di alcano con tre atomi di carbonio, rappresentato dalla CH3CH2CH3 o C3H8. Esso è un incolore e inodore, altamente infiammabile e più pesante dell’aria. Il propano è presente nel in concentrazioni che vanno dal 3% al 18%. Per rendere riconoscibile la sua presenza e individuare eventuali perdite, viene aggiunto un tiolo che conferisce all’ambiente un caratteristico odore di uova marce. Questo gas viene emesso nell’atmosfera da diverse fonti, come forni, scarichi di automobili e liquidi di gas naturale.

Proprietà del Propano

Come tutti gli alcani, il propano contiene atomi di carbonio ibridati sp3. A differenza del metano e dell’etano, che presentano un singolo gruppo alchilico, il propano ha due gruppi alchilici: propil CH3CH2CH2- e isopropil CH3CHCH3.

Sintesi del Propano

In laboratorio, il propano può essere ottenuto dalla reazione del butanoato di sodio con l’idrossido di sodio:
CH3CH2CH2COONa + NaOH → CH3CH2CH3 + Na2CO3
Questo processo produce anche carbonato di sodio. Un altro metodo di sintesi prevede l’utilizzo di alogenuri alchilici, come l’1-bromopropano, che reagisce con magnesio ed etere etilico per formare un reattivo di Grignard. L’idrolisi di questo reattivo produce il propano.

Usi e Applicazioni del Propano

Il propano viene ampiamente utilizzato come combustibile e carburante per veicoli stradali a motore a combustione interna. Nell’industria petrolchimica, il propano è utilizzato come materia prima insieme ad etano e nafta per la produzione di etene, propene e altre olefine. In particolare, il propene è il monomero di base per la produzione di polipropilene.

Reazioni del Propano

Il propano reagisce come gli altri alcani, principalmente attraverso due tipi di reazioni: combustione e alogenazione. Durante la combustione, il propano reagisce con l’ossigeno per formare anidride carbonica e acqua con rilascio di energia. Questa reazione è fortemente esotermica con un’entalpia di -2220 kJ/mole. L’alogenazione del propano avviene tramite un meccanismo radicalico che può portare alla sostituzione degli atomi di idrogeno.

In conclusione, il propano svolge un ruolo cruciale come combustibile e materia prima nell’industria chimica, contribuendo a diverse applicazioni quotidiane.

Etano: isomeria, sintesi, reazioni, usi

L’utilizzo e le proprietà dell’etano

L’etano è un alcano costituito da due atomi di carbonio con CH3CH3 o C2H6, caratterizzato dall’ibridazione sp3 degli atomi di carbonio. Viene estratto su scala industriale dal naturale e come sottoprodotto della raffinazione del petrolio. È il secondo componente più comune del gas naturale dopo il metano, con una presenza che varia tra meno dell’1% e più del 6% v/v a seconda dei giacimenti.

Caratteristiche e isolamento dell’etano

L’etano è un gas infiammabile, incolore e leggermente dolciastro, solubile in vari solventi organici ma poco solubile in acqua. In passato, non veniva separato dal metano come combustibile, ma attualmente viene isolato dagli altri componenti del gas naturale nella maggior parte degli impianti di trattamento del gas.

Isomeria conformazionale

Come molti composti aciclici, l’etano mostra isomeria conformazionale dovuta alla rotazione intorno al semplice. Questa conformazione può essere rappresentata tramite le proiezioni di Newman, con conformazioni eclissate e sfalsate che variano in energia sinusoidalmente in funzione dell’angolo di rotazione.

Sintesi dell’etano

In laboratorio, l’etano può essere sintetizzato dalla reazione tra propionato di sodio e idrossido di sodio, che dà origine anche a carbonato di sodio. Un’alternativa è l’idrolisi di un reattivo di Grignard come l’ioduro di etilmagnesio.

L’etano reagisce in modo tipico degli alcani, con reazioni di combustione e alogenazione. La combustione dell’etano è esotermica con un’entalpia di -3187 kJ/mole. La pirolisi dell’etano porta alla formazione di etene e idrogeno.

Utilizzi dell’etano

L’etano è ampiamente utilizzato come materia prima per la di etene, che a sua volta è il monomero di partenza per ottenere il polietilene. Trova impiego anche come refrigerante in frigoriferi e impianti di condizionamento.

Attraverso la sua versatilità e le sue proprietà chimiche, l’etano svolge un ruolo cruciale in diversi settori industriali, contribuendo alla produzione di materiali plastici e al funzionamento di apparecchiature di raffreddamento.

β-chetoesteri: sintesi, reazioni

Cos’è un β-chetoestere?

I β-chetoesteri sono composti organici che presentano un gruppo chetonico in posizione β rispetto al gruppo estereo, dove gli atomi di idrogeno in posizione α mostrano una particolare acidità.

Sintesi dei β-chetoesteri

Esistono diverse vie per la sintesi di β-chetoesteri. Un metodo comune prevede la reazione tra un chetone e un dimetil- o dietilcarbonato in un ambiente basico. In questo processo, il chetone viene deprotonato per formare un enolato, che successivamente reagisce con il carbonato per produrre il β-chetoestere.

Un’altra strategia sintetica è la , che coinvolge un alcossido come l’alcossido di sodio e un estere enolizzabile con un idrogeno legato al carbonio α al carbonile. Inoltre, i β-chetoesteri possono essere ottenuti tramite la reazione di un chetone con l’etil cloroformiato.

dei β-chetoesteri

I β-chetoesteri, in presenza di un alcossido, possono reagire con alogenuri alchilici per formare β-chetoesteri monoalchilati e successivamente dialchilati mediante il meccanismo SN2.

Dalla reazione di idrolisi, possono formarsi , che in seguito possono subire un processo di decarbossilazione sotto condizioni acide o basiche, producendo chetoni e biossido di carbonio come prodotti finali.

Questi processi chimici sono fondamentali nella sintesi di composti organici più complessi e possono essere sfruttati in varie applicazioni industriali e di laboratorio.

Eritritolo: proprietà, usi

L’: caratteristiche e utilizzi

L’eritritolo è un , noto anche come poliolo o alcol dello zucchero, che deriva dagli zuccheri e appartiene alla classe di polioli monosaccaridi insieme a sorbitolo, , xilitolo e glicerolo. Scoperto dal chimico scozzese John Stenhouse nel 1848 e isolato per la prima volta nel 1852, si trova in piccole quantità in frutta, funghi e cibi fermentati come vino, sake e salsa di soia.

Proprietà dell’eritritolo

L’eritritolo ha C4H10O4 e deriva dall’eritrosio. Le sue proprietà chimiche sono simili a quelle degli altri polioli, con un’eccellente stabilità al calore e agli acidi. È solubile in acqua ma meno stabile in solventi organici come l’etanolo e l’acetone. Si presenta sotto forma di cristalli bianchi, inodori e termostabili, con una dolcezza che equivale al 60-80% di quella del saccarosio.

L’eritritolo è considerato sicuro per il consumo umano ed è ampiamente utilizzato come dolcificante alternativo al saccarosio. Rispetto ad altri polialcol, non contribuisce alla formazione di acido che porta alla carie in quanto non è fermentato dai batteri orali, e non ha effetti lassativi poiché non viene degradato enzimaticamente nell’organismo umano.

dell’eritritolo

L’eritritolo trova largo impiego come dolcificante in prodotti per diabetici e a basso contenuto calorico, come gelati, torte, biscotti, caramelle e proteine in polvere. È anche presente in compresse masticabili, gomme da masticare, bevande analcoliche dietetiche, bevande per sportivi, frullati e tè freddo. Nel settore farmaceutico, è utilizzato nelle compresse e come agente di rivestimento.

Oltre al settore alimentare, l’eritritolo è impiegato anche nell’industria cosmetica, nei deodoranti, nei prodotti per la cura dei capelli e dell’igiene orale, nei saponi e nei prodotti da bagno. La sua versatilità e le sue proprietà benefiche lo rendono un ingrediente apprezzato in diversi settori.

Stearato di magnesio: proprietà, sintesi, usi

Il Ruolo del Magnesio Stearato nell’Industria Chimica e Alimentare

Il magnesio stearato, un sale derivante dall’acido stearico con Mg(C18H35O2)2, è ampiamente utilizzato nell’industria, in particolare in settori come l’alimentare e il farmaceutico. Esso consiste in una miscela di sali di acidi grassi, principalmente acido stearico e , derivati da grassi animali o oli vegetali.

Proprietà del Magnesio Stearato

Il composto si presenta sotto forma di polvere bianca, morbida e leggera, ed è poco solubile in acqua e anche in solventi come etere etilico, etanolo e benzene. A temperatura elevata, può emettere fumi tossici. Tuttavia, è economico, chimicamente stabile e possiede proprietà lubrificanti.

Il suo lubrificante deriva dall’aderenza della parte polare granuli o polveri, mentre la parte lipofila è orientata verso l’esterno, formando uno strato idrofobo che riduce la penetrazione dell’acqua.

Sintesi del Magnesio Stearato

Il magnesio stearato può essere ottenuto facendo reagire acido stearico e ossido di magnesio, oppure attraverso un processo a due stadi che coinvolge la dell’acido stearico con idrossido di sodio, seguita dalla reazione con un sale di magnesio solubile come il solfato di magnesio.

Usi del Magnesio Stearato

Questo composto trova svariate applicazioni nell’industria alimentare come emulsionante, legante, addensante, antiagglomerante, lubrificante, distaccante e antischiuma. È presente in dolciumi, integratori alimentari, gomme da masticare, spezie e prodotti da forno. In campo farmaceutico, è utilizzato come ingrediente in compresse, capsule e polveri.

Nel settore chimico, il magnesio stearato è impiegato come additivo in composti per stampaggio e resine acrilonitrile-butadiene-stirene, come stabilizzante per il PVC e come agente antischiuma in prodotti cosmetici.

Grazie alle sue proprietà lubrificanti altamente efficaci, il magnesio stearato è un componente fondamentale in molte applicazioni industriali, prevenendo l’agglomerazione e facilitando la lavorazione dei materiali.

Gomma da masticare: composizione, dolcificanti

La storia e la composizione della gomma da masticare

La gomma da masticare ha una storia antica che affonda le sue radici nella tradizione di masticare resine vegetali. Il termine stesso deriva dal greco “masticha”, una resina ottenuta dal lentisco di Chios citata da Ippocrate oltre due millenni fa.

Storia della gomma da masticare

Fu l’odontoiatra statunitense William Finley Semple a brevettare la prima ricetta della gomma da masticare nel dicembre del 1869, con le prime chewing gum che fecero il loro ingresso sul mercato nel 1871. Inizialmente, la gomma da masticare era prodotta utilizzando il chicle, una gomma naturale derivata dal Manilkara chicle, pianta originaria dell’America Centrale.

Composizione della gomma da masticare

La composizione della gomma da masticare varia da marca a marca e da paese a paese. Gli ingredienti principali menzionati sulle confezioni includono dolcificanti, , coloranti e gomma base. Quest’ultima è composta principalmente da resina, cera ed elastomero, che contribuiscono a conferire alla gomma le sue caratteristiche masticabili e flessibili.

La gomma base può contenere una miscela di ingredienti sia naturali che sintetici. Tra gli ingredienti utilizzati, troviamo il copolimero stirene-butadiene (gomma SBR), la gomma butilica, la paraffina, le cere ottenute dal petrolio, il polietilene, il poliisobutilene e il polivinilacetato.

Dolcificanti

Per conferire un sapore dolce alla gomma da masticare, vengono aggiunti dolcificanti. Questi ingredienti, insieme alla gomma base, agli aromi e ai coloranti, contribuiscono a creare la variegata gamma di gomme da masticare disponibili sul mercato.Gomme da masticare: ingredienti e componenti comuni

Le gomme da masticare sono prodotti amati da molti per il gusto e la consistenza unica. Ma quali sono gli ingredienti principali che compongono queste golosità masticabili? Ecco una panoramica dei componenti comuni che si trovano nelle gomme da masticare e il loro ruolo.

Ingredienti Dolcificanti

Saccarosio

: un dolcificante comune nelle gomme da masticare.

Aspartame

: un altro dolcificante utilizzato per dare dolcezza senza calorie.

Destrosio

: un altro ingrediente dolcificante presente in alcune gomme.

Glucosio

: fornisce dolcezza e consistenza alle gomme.

: un dolcificante a basso contenuto calorico.

Isomalto

: un altro dolcificante che contribuisce alla dolcezza.

: favorisce la produzione di saliva e dà dolcezza.

Maltitolo

,

,

sorbitolo

: altri dolcificanti comuni utilizzati nelle gomme da masticare.

Lattitolo

e

sucralosio

: altri componenti utilizzati per dare dolcezza alle gomme da masticare.

Ammorbidenti

Le gomme da masticare contengono spesso

glicerina

o

oli vegetali

come ammorbidenti. Questi ingredienti aiutano a trattenere l’umidità e rendono la gomma più flessibile. Quando la gomma viene masticata e si riscalda con la temperatura della bocca, gli ammorbidenti contribuiscono a creare la consistenza desiderata.

Aromi

Gli aromi sono aggiunti alle gomme da masticare per migliorare il gusto complessivo del prodotto. Possono essere naturali o sintetici e vengono utilizzati per offrire una varietà di sapori. I gusti più comuni includono la classica menta piperita e la menta verde, ma ci sono anche aromi fruttati come limone e altre opzioni fruttate.

Rivestimento in Poliolo

Il guscio esterno duro delle gomme da masticare spesso contiene una polvere di

poliolo

. Questo ingrediente assorbe l’acqua per mantenere la qualità del prodotto e prolungarne la durata. Il poliolo contribuisce alla consistenza esterna e alla capacità della gomma di mantenere il suo sapore nel .

In conclusione, i produttori di gomme da masticare continuano a innovare e adottare nuove formule per migliorare la qualità e l’esperienza di masticazione dei loro prodotti. Sperimentano con diversi ingredienti per garantire che le gomme da masticare siano più gustose, abbiano una consistenza ottimale e mantengano il sapore più a lungo.

Anidride succinica: sintesi, reazioni, usi

L’anidride succinica è un composto organico appartenente alla classe degli acidi bicarbossilici. Si tratta dell’anidride acida dell’acido succinico, presentando aghi incolori o un solido cristallino bianco.

È solubile in cloroformio, tetracloruro di carbonio ed etanolo, ma poco solubile in etere etilico e acqua. La sua in acetone, acetonitrile, 2-propanolo e acetato di etile aumenta con la temperatura. Quando riscaldata fino alla decomposizione, emette odore acre e fumi irritanti.

La formula dell’anidride succinica è (CH2CO)2O, rappresentando un’anidride dicarbossilica ciclica e un tetraidrofurandione. Questa presenta due gruppi carbonilici di tipo chetonico.

Sintesi

In laboratorio, si ottiene per disidratazione dall’acido succinico in presenza di o cloruro di fosforile. A livello industriale, l’anidride succinica si ottiene per idrogenazione catalitica dell’anidride maleica.

La reazione ha una resa elevata tra il 96% e il 99%, utilizzando tipicamente una lega di nichel, zirconio, alluminio e silicio come catalizzatore.


Il comportamento chimico è caratterizzato dalla reattività delle due funzioni carbossiliche, dando luogo a reazioni di idratazione, disidratazione, esterificazione, idrogenazione, acilazione e altre reazioni chimiche. Importante saper fare distinzione tra le varie reazioni e come sfruttarle correttamente in laboratorio o in ambito industriale.Applicazioni e Reazioni dell’Anidride Succinica

L’anidride succinica è un composto azotato e solforato che reagisce con diversi agenti, provocando l’apertura dell’anello. Alcune delle reazioni che coinvolgono l’anidride succinica includono la sua conversione in acido succinico in presenza di acqua, l’ottenimento di acido 4-osso, 4-fenilbutanoico in seguito alla reazione con benzene e AlCl3, e la formazione di esteri con alcoli.

Reazioni con le Ammine

Particolarmente interessanti sono le reazioni dell’anidride succinica con le ammine. Questo composto reagisce rapidamente con i gruppi amminici presenti nella lisina e nelle proteine, formando legami ammidici. Queste reazioni avvengono tipicamente a un pH compreso tra 7 e 8.

Usi dell’Anidride Succinica

L’anidride succinica trova numerose applicazioni industriali, essendo ampiamente impiegata nella di resine alchidiche. Oltre a questo utilizzo principale, trova impiego anche nella sintesi di prodotti farmaceutici, agrochimici, coloranti, prodotti chimici fotografici, agenti tensioattivi, additivi lubrificanti, materiali organici ritardanti di fiamma, esteri, e fragranze.

Ruolo come Agente Reticolante

Inoltre, l’anidride succinica agisce come agente reticolante nelle membrane a scambio ionico e come indurente per le resine epossidiche, contribuendo alla formazione di materiali più solidi e durevoli.

In conclusione, l’anidride succinica è un composto versatile con una vasta gamma di applicazioni industriali che vanno dalla produzione di resine alla sintesi di prodotti farmaceutici e chimici vari. Grazie alle sue capacità reattive, trova impieghi significativi nella sintesi di legami ammidici e nella reticolazione di materiali polimerici epossidici.

Numero di massa: definizione, calcoli

Il concetto di numero di massa in chimica nucleare si riferisce alla combinazione di protoni e neutroni presenti in un nucleo atomico. Per calcolare il numero di neutroni in un nucleo, è sufficiente sottrarre il numero di protoni dal numero di massa. Il numero di protoni, noto come numero atomico, è una costante per ogni elemento e si trova nella Tavola Periodica degli Elementi.

Il concetto di

La massa atomica è una ponderata delle masse atomiche dei diversi presenti in un campione. Questo parametro fornisce informazioni importanti sulla composizione isotopica di un elemento. Ad esempio, per calcolare la massa atomica del boro, che ha isotopi con numero di massa 10 e 11, possiamo utilizzare la percentuale di abbondanza di ciascun isotopo.

Numero di massa e

Alcuni isotopi, noti come radioisotopi, sperimentano il decadimento radioattivo emettendo particelle per raggiungere una configurazione più stabile. Questo processo porta a una variazione nel numero di protoni nel nucleo atomico, cambiando l’identità dell’atomo stesso.

#

Il decadimento α coinvolge l’emissione di particelle contenenti 2 protoni e 2 neutroni, con conseguente diminuzione del numero di massa di 4 unità. Ad esempio, il decadimento del Radon-219 produce Polonio-215 e una particella α.

Questo esempio dimostra come il concetto di numero di massa sia cruciale per comprendere la composizione e il comportamento dei nuclei atomici.

Polialcoli o polioli: proprietà, classificazione, usi

I polialcoli, noti anche come polioli o alcoli dello zucchero, sono composti organici ottenuti dalla trasformazione degli zuccheri, in cui ogni carbonio è legato a un gruppo -OH, conferendo loro una funzione ossidrilica anziché aldeidica o chetonica.

La formula generale dei polialcoli è HOCH2(CHOH)nCH2OH, derivante principalmente da pentosi o esosi con cinque o sei atomi di carbonio. A differenza dei monosaccaridi, i polialcoli non si presentano in forma ciclica.

Utilizzati come edulcoranti nei cibi a basso contenuto calorico, i polialcoli sono presenti nella natura in alimenti come pere, meloni, uva, funghi, vino, salsa di soia e formaggio.

Caratteristiche dei Polialcoli

– Meno dolci del saccarosio e con minor apporto calorico.
– Non si colorano di marrone per del calore.
– Possono essere utilizzati in endotermiche.
– Alcuni, come il e l’eritritolo, danno una sensazione di freschezza.
– Vengono assorbiti più lentamente del saccarosio, con un basso indice glicemico.
– Non contribuiscono alla formazione di carie dentarie.

Classificazione

I polialcoli si dividono in derivati da monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi, come:
– Sorbitolo, , xilitolo ed eritritolo (derivati da monosaccaridi).
– Isomalto, lattitolo e maltitolo (derivati da disaccaridi).
– Idrolizzati di amido idrogenato (derivati da polisaccaridi), ottenuti dall’idrogenazione parziale dell’amido di mais, patate o frumento.

dei Polialcoli

I polialcoli sono impiegati in vari settori:
– Settore alimentare senza zucchero: caramelle, gomme da masticare, gelati, prodotti da forno.
– Igiene orale: dentifrici, collutori, mentine per l’alito.
– Settore medicinale: sciroppi per la tosse, pastiglie.
– Nutrizione sportiva: polveri proteiche, integratori pre-allenamento a basso contenuto di carboidrati.

Mannitolo: proprietà, usi

Il è un polialcol noto anche come poliolo o alcol dello zucchero, un composto organico derivante dagli zuccheri in cui ogni carbonio è legato a un gruppo -OH.

Peculiarmente chiamato “zucchero della manna”, il mannitolo si trova nella linfa estratta dalla corteccia di alcune specie di piante del genere Fraxinus. È naturalmente presente in frutta e verdura come anguria, pesche, funghi champignon, cavolfiori, sedano, piselli, zucca e patate dolci.

Il mannitolo ha formula C6H14O6 ed è un isomero del , differenziandosi per l’orientamento del gruppo -OH sul carbonio 2 e per proprietà fisiche come il punto di fusione, gli utilizzi e le fonti naturali.

Proprietà del mannitolo

Il mannitolo è solubile in acqua, scarsamente solubile in etanolo e poco solubile in etere etilico. Si presenta come un solido bianco, cristallino, inodore e dolce al palato, simile al glucosio ma meno dolce del saccarosio. Apporta una sensazione di freschezza in bocca e non contribuisce alla formazione della carie dentale in quanto resistente alla batterica.

Mostra polimorfismo e si presenta in forme α, β e δ. È utilizzato nell’alimentazione con la sigla E421.

Il nostro organismo assorbe parte del mannitolo metabolizzandolo come glucosio, mentre il resto subisce fermentazione, potenzialmente causando gonfiore ed effetti lassativi.

Sintesi

Il mannitolo può essere estratto dalla linfa essiccata della manna e da altre fonti naturali mediante etanolo caldo o solventi selettivi. Commercialmente è prodotto dalla riduzione catalitica o elettrolitica di monosaccaridi come il mannosio e il glucosio.

Titolazione dell’

L’acido borico è un acido debole con un Kₐ di 6.4 × 10⁻¹⁰. Titrando l’acido borico con NaOH, si verifica la reazione:

B(OH)₃ +Il mannitolo, quando reagisce con l’idrossido di sodio (NaOH), forma il metaborato di sodio (NaBO₂) e acqua (H₂O). Successivamente, il metaborato subisce un processo di idrolisi, trasformandosi in acido boroico (B(OH)₃) e ione idrossido (OH⁻), impedendo così il raggiungimento di un punto di fine preciso durante la titolazione.

L’aggiunta di mannitolo come reagente ausiliario consente di formare un complesso con il metaborato, evitandone l’idrolisi e permettendo di effettuare la titolazione senza problemi. Inoltre, la fenolftaleina viene impiegata come indicatore per rilevare il punto finale della titolazione.

Usi del Mannitolo

Il mannitolo è utilizzato come dolcificante ipocalorico in sostituzione dello zucchero in prodotti alimentari come dessert surgelati, gomme da masticare senza zucchero e bevande. Le sue proprietà dolcificanti lo rendono un’opzione popolare per coloro che cercano alternative più leggere allo zucchero.

In campo alimentare, il mannitolo ha anche proprietà anti-agglomeranti grazie alla sua capacità limitata di assorbire acqua. Questa caratteristica lo rende ideale come rivestimento per caramelle dure, frutta secca e gomme da masticare.

Nei settori farmaceutico e cosmetico, il mannitolo viene impiegato come eccipiente e diluente in varie formulazioni. La sua natura versatile lo rende un componente utile in diverse applicazioni.

Infine, il mannitolo, insieme all’acido borico, viene utilizzato nella di condensatori elettrolitici a secco per applicazioni radio e altri settori tecnologici, sfruttando le sue proprietà uniche per scopi specifici.

Sorbitolo: proprietà, usi

Conoscere il : Origine e Proprietà

Il sorbitolo è un diffuso in natura, presente in frutta come mele, uva, prugne, pesche e ciliegie. Questo composto organico, derivante dagli zuccheri, è caratterizzato dalla presenza di un gruppo -OH su ogni carbonio della sua struttura molecolare.

Una Dolcezza Speciale

Il sorbitolo presenta una dolcezza superiore del 60% rispetto al saccarosio, ma ciò che lo rende particolarmente interessante è la sua resistenza alla acida da parte dei microrganismi presenti nella bocca, contribuendo così a prevenire la formazione di carie dentarie.

Proprietà Fisiche e Isomeria

Il sorbitolo, con C6H14O6, è un isomero del , differenziandosene per l’orientazione del gruppo -OH presente sul carbonio 2. Questo composto si presenta come una polvere bianca cristallina, chimicamente stabile e poco soggetta all’ossidazione atmosferica.

Solubile e Termicamente Stabile

Il sorbitolo è solubile in acqua, in alcoli come etanolo, metanolo e isopropanolo, oltre che in fenolo, acetone, acido acetico e dimetilformammide. La sua elevata stabilità termica evita reazioni di decomposizione fino a una temperatura di circa 200 °C, rendendolo ideale per l’impiego in numerosi contesti.

Applicazioni e Utilizzi

Grazie alle sue proprietà dolcificanti, il sorbitolo è impiegato come sostituto dello zucchero in prodotti alimentari ipocalorici come dessert surgelati, gomme da masticare senza zucchero e bevande. Trova spazio anche in ambito medico come dolcificante in sciroppi e sospensioni medicinali, nonché come lassativo e diuretico. Nei cosmetici, viene utilizzato per le sue proprietà addensanti e idratanti.

Processo di Sintesi

L’estrazione del sorbitolo dalle fonti naturali non è economicamente vantaggiosa, pertanto viene prodotto per idrogenazione ad alta pressione di D-glucosio o D-fruttosio. Durante questo processo, il gruppo aldeidico presente nei zuccheri viene convertito in un gruppo ossidrile, generando sorbitolo.

Il sorbitolo si conferma quindi un composto versatile con numerose applicazioni, che va oltre il semplice ruolo di dolcificante per spaziare in diversi settori, dalla nutraceutica alla cosmetica.

Isomalto: proprietà, produzione, usi

I benefici dell’Isomalto: un dolcificante alternativo

L’isomalto è un o alcol dello zucchero appartenente alla categoria dei derivati da disaccaridi, con chimica C12H24O11. Nel 1957, un team di scienziati dell’azienda tedesca Südzucker AG si interessò per la prima volta a questo composto, che ha un sapore simile al saccarosio ma è meno dolce.

Proprietà dell’Isomalto

L’isomalto è una miscela equimolare di due monosaccaridi, ovvero glucosio e mannitolo o glucosio e sorbitolo. È una sostanza bianca, cristallina, non igroscopica e contiene circa il 5% di acqua di cristallizzazione. La sua in acqua aumenta con la temperatura e, a 20°C, è di 24 g per 100 g di soluzione. L’isomalto è molto stabile all’idrolisi sia acida che enzimatica.

dell’Isomalto

L’Isomalto è un derivato dalla barbabietola da zucchero e viene ottenuto in un processo a due stadi: la trasformazione del saccarosio in isomaltulosio, noto anche come platinosio, e l’idrogenazione catalitica dell’isomaltulosio a 1000°C in presenza di nichel Raney come catalizzatore.

Utilizzi dell’Isomalto

L’Isomalto viene impiegato in diversi settori tra cui:

– Dentifrici
– Alimenti ipocalorici e per diabetici
– Preparazioni farmaceutiche come capsule, rivestimenti di compresse e sospensioni
– Gomme da masticare
– Caramelle

Grazie alle sue proprietà, l’isomalto è considerato un dolcificante acariogeno e viene ampiamente utilizzato per la sua stabilità all’idrolisi e il ridotto potere calorico fisiologico rispetto al saccarosio. Questo lo rende una scelta popolare per coloro che cercano alternative dolci ma salutari.

è in caricamento