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Adenina: basi complementari

L’importanza dell’Adenina: base azotata e sua struttura

Conosciuta anche come 6-ammino-9H-purina, l’adenina è una base azotata presente nel e nell’RNA, insieme alla . La sua struttura è composta da un anello purinico unito a una molecola di imidazolo, con un gruppo amminico in posizione 6.

Basi complementari nel DNA e nell’RNA

Nel DNA e nell’RNA, i filamenti complementari di nucleotidi sono legati tramite , con le rivolte verso il centro. L’adenina si appaia con la timina nel DNA e con l’uracile nell’RNA, formando così le coppie di basi complementari.

L’Adenosina: combinazione con il ribosio

L’adenina si combina con lo zucchero ribosio per formare l’adenosina, che a sua volta può legarsi a uno, due o tre gruppi fosfato per creare rispettivamente AMP, ADP e ATP, che costituiscono una fonte essenziale di energia cellulare.

Ruolo dell’Adenina nei

L’adenina svolge un ruolo cruciale come unità strutturale in vari coenzimi, tra cui il nicotinammide adenina dinucleotide (NAD), che è essenziale per le reazioni di ossidazione biologica.

In conclusione, l’adenina è una molecola chiave nella struttura e nella funzionalità del DNA e dell’RNA, nonché nella produzione di energia cellulare e nei processi biologici che richiedono coenzimi specifici.

Ruolo e Importanza della NAD e del FAD nelle Reazioni Enzimatiche

Il NAD (Nicotinamide Adenine Dinucleotide) è una molecola indispensabile per il trasporto dell’idrogeno e l’accettazione degli elettroni in diverse reazioni di ossidoriduzione catalizzate dalle deidrogenasi, un tipo specifico di enzimi appartenenti alla classe delle ossidoreduttasi. Questo processo è cruciale per il metabolismo delle cellule.

Struttura e Ruolo del NAD

Il NAD, rappresentato nella sua struttura molecolare, svolge un ruolo fondamentale nel trasporto di elettroni e nel trasferimento di cariche nelle reazioni biochimiche. La sua azione è essenziale per la produzione di energia all’interno delle cellule e per il corretto funzionamento di numerosi processi metabolici.

Il Flavina Adenina Dinucleotide (FAD)

Oltre al NAD, un’altra molecola di vitale importanza è il Flavina Adenina Dinucleotide (FAD), coinvolto anch’esso in reazioni di trasferimento di elettroni. Il FAD è particolarmente cruciale nella β-ossidazione degli acidi grassi e nel ciclo di Krebs, due fondamentali processi metabolici per la produzione di energia all’interno delle cellule.

Conclusione

Entrambi il NAD e il FAD svolgono un ruolo essenziale nel metabolismo cellulare, garantendo il corretto funzionamento delle reazioni di ossidoriduzione enzimatiche e contribuendo alla produzione di energia necessaria per le varie attività cellulari. Pertanto, la comprensione di queste molecole e dei processi che regolano è di vitale importanza per la ricerca biologica e per lo sviluppo di nuove terapie.

Reazioni elementari unimolecolari, bimolecolari, trimolecolari, cinetica

Le reazioni chimiche, sebbene vengano comunemente scritte considerando solo i reagenti e i prodotti coinvolti, in realtà avvengono per stadi successivi. Ad esempio, prendiamo la decomposizione dell’ozono, che viene comunemente rappresentata come 2 O3 → 3 O2. Tuttavia, questa reazione avviene effettivamente in due stadi distinti: O3 → O2 + O e O + O3 → 2 O2, entrambe definite come reazioni elementari.

Quando un atomo o una molecola è prodotta in una fase e consumata in una fase successiva, viene definita intermedia. Questo significa che l’atomo di ossigeno formato nel primo stadio della decomposizione dell’ozono viene poi consumato nel secondo stadio, senza comparire come prodotto nella reazione complessiva.

Le reazioni elementari, a differenza delle reazioni complessive, descrivono i singoli stadi attraverso i quali avviene una reazione, inclusi il processo di rottura e la formazione di nuovi legami. Per determinare la legge della velocità, di solito ci si basa sui coefficienti stechiometrici della reazione complessiva o si ottiene sperimentalmente.

Molecolarità

La molecolarità di una reazione elementare corrisponde al numero di specie coinvolte nella reazione.

Reazioni elementari unimolecolari

Una reazione unimolecolare coinvolge un solo reagente che si trasforma in uno o più prodotti. Ad esempio, la decomposizione e le reazioni di sono di . Questo tipo di reazione segue una cinetica del primo ordine, come nel caso di N2O4(g) → 2 NO2(g).

Reazioni elementari bimolecolari

Le coinvolgono due reagenti che reagiscono tra loro a seguito di una collisione. Esse possono essere di due tipi: A + B → prodotti, seguendo una cinetica del primo ordine rispetto ad A e B, oppure 2 A → prodotti, con una cinetica del secondo ordine. Esempi di queste reazioni sono NO(g) + O3(g) → NO2(g) + O2(g) e 2 NOCl(g) → 2 NO(g) + Cl2(g).

Reazioni elementari trimolecolari

Le reazioni trimolecolari coinvolgono tre reagenti che devono simultaneamente collidere per reagire insieme. Questo tipo di reazione è raro e può essere di tre tipi: 3 A → prodotti, 2 A + B → prodotti, o A + B + C → prodotti, rispettivamente con cinetiche del terzo e secondo ordine. Un esempio di reazione trimolecolare è 2 NO(g) + O2(g) → 2 NO2(g).

Difenilcarbazide: proprietà, sintesi, usi

Scopriamo la difenilcarbazide: struttura e proprietà

La difenilcarbazide, conosciuta anche come DPC, è un composto organico appartenente al gruppo delle carbazidi, caratterizzate dal gruppo funzionale RNH-NH(C=O)NH-NHR. Si tratta di un derivato bisostituito dell’urea con la struttura rappresentata.

Proprietà

La difenilcarbazide è un composto stabile sebbene possa degradarsi alla luce trasformandosi in difenilcarbazone a seguito di ossidazione. È caratterizzata da un comportamento basico e un valore di Kb pari a 9.55 · 10-5. Si presenta come un solido biancastro scarsamente solubile in acqua ma solubile in come etanolo, acido acetico glaciale e acetone.

Sintesi

Per ottenere la difenilcarbazide, si può procedere alla reazione tra e urea. La reazione può avvenire anche con urea N-sostituita, producendo un’ammina invece che .

Usi

La difenilcarbazide trova impiego nella determinazione fotometrica di metalli come , mercurio, cadmio, osmio, rubidio e tecnezio. Ad esempio, il cromo esavalente sotto di cromato e bicromato viene determinato tramite reazione con la difenilcarbazide. Quest’ultima, solubilizzata in acido fosforico, si ossida a difenilcarbazone in presenza di cromo esavalente, mentre il cromo viene ridotto a cromo (III).

Il complesso rosso-viola formato tra difenilcarbazone e cromo (III) viene misurato fotometricamente alla lunghezza d’onda di 543 nm. Inoltre, la difenilcarbazide viene impiegata come reagente per la determinazione quantitativa del palladio mediante spettrofotometria.

Acido glutarico: proprietà, sintesi, usi

Acido Glutarico: Struttura e Proprietà

L’acido glutarico, noto anche come acido pentandioico, è un acido bicarbossilico lineare con formula chimica HOOC-CH2-CH2-CH2-COOH. Si presenta come un solido cristallino solubile in acqua e si trova all’interno delle cellule, nel citoplasma, e in alcuni alimenti come l’avena e la barbabietola. Questo acido si durante il metabolismo della lisina e del triptofano.

Sintesi dell’Acido Glutarico

L’acido glutarico può essere ottenuto attraverso diverse vie di sintesi:
– Come sottoprodotto della sintesi dell’acido adipico.
– Dalla reazione tra il pentanodinitrile, l’acido cloridrico e l’acqua a caldo.
– Dalla reazione tra l’,3-propandioato di dietile e il metanale in presenza di dietilammina, seguita da un secondo stadio con acido cloridrico e acqua.
– Dal γ-butirrolattone in presenza di cianuro di potassio e successiva idrolisi.
– Dall’ossidazione del catalizzata dal e in presenza di perossido di idrogeno come agente ossidante.

Usi dell’Acido Glutarico

L’acido glutarico trova diversi utilizzi, tra cui:
– Nelle sintesi organiche.
– Come intermedio nella produzione di poliammidi e poliesteri.
– Come plastificante.
– Come inibitore della corrosione.
– Per diminuire l’elasticità dei .
– Per ottenere oli lubrificanti, pesticidi e cristalli liquidi.
– Nella produzione di un farmaco antiretrovirale.

In conclusione, l’acido glutarico è una sostanza versatile con numerose applicazioni in diversi settori, dalla chimica alla produzione di farmaci.

Fosfato di calcio: solubilità, sintesi, usi

Il Fosfato di Calcio: Proprietà, Sintesi e Usi

Il fosfato di calcio è un composto inorganico con formula Ca3(PO4)2, che si presenta come un solido bianco solubile in acido cloridrico e acido nitrico.

Solubilità

Il fosfato di calcio è scarsamente solubile in acqua con un prodotto di solubilità di 2.07 · 10^-33. Si dissocia secondo l’equilibrio: Ca3(PO4)2(s) ⇌ 3 Ca2+(aq) + 2 PO4^3-(aq). La solubilità molare è di 1.14 · 10^-7 M.

Sintesi

Il fosfato di calcio può essere ottenuto per precipitazione tramite una reazione di doppio scambio oppure dalla reazione tra ossido di calcio e acido fosforico.

Usi

Il fosfato di calcio è il componente principale della matrice di ossa e denti ed è essenziale per trattare pazienti con osteoporosi e osteomalacia. È utilizzato in campo medico per produrre ceramiche riassorbibili e non riassorbibili, rivestimenti protesici, cementi ossei e altro ancora.

Negli alimenti, il fosfato di calcio viene impiegato come antiagglomerante, in agricoltura come fertilizzante e in prodotti come dentifrici e borotalco. Il suo utilizzo si estende a una vasta gamma di applicazioni, inclusi riempimenti di difetti ossei e ricostruzioni ossee, soprattutto in applicazioni maxillo-facciali e di sostituzione ossea delle ossa piccole e dell’orecchio medio.

Per ulteriori informazioni sul fosfato di calcio, visita i link su [fosfato](https://chimica.today/chimica-generale/fosfato/) e [calcio](https://chimica.today/chimica-generale/calcio/).

ppm. Esercizi svolti

Cos’è il in e Come Calcolarlo

Il PPM, acronimo di Parti Per Milione, è un’unità di misura adimensionale utilizzata per indicare la quantità di una sostanza presente in una soluzione. Questo parametro esprime i grammi del soluto presenti in un milione di grammi di soluzione ed è comunemente impiegato per esprimere concentrazioni molto basse, come ad esempio la presenza di inquinanti nell’aria o tracce di sostanze.

Significato del PPM

In chimica, il PPM indica la presenza di una sostanza in una soluzione e può anche essere espresso come mg di soluto in 1 kg di soluzione, per semplificare il calcolo della .

Esercizi Pratici

Calcolo del Volume di Cobalto


> Un esercizio tipico coinvolge il calcolo del volume che contiene una certa quantità di cobalto in una soluzione di acqua di mare. Ad esempio, considerando un campione di acqua di mare con 1.0 · 10^-4 ppm di cobalto e assumendo la densità dell’acqua di mare come 1.0 g/mL, si può calcolare il volume che contiene 1.0 g di cobalto.

Concentrazione del Manganese


> Per determinare la concentrazione del manganese in una soluzione di volume 500.0 mL contenente 0.145 g di KMnO4 e con densità pari a 1.0 g/mL, è necessario effettuare alcuni calcoli basati sulle moli della sostanza.

Millimoli di Soluti Presenti


> Infine, per calcolare le millimoli di soluto in una soluzione di NaCl con concentrazione di 10.5 ppm e densità pari a 1.0 g/mL, bisogna tenere conto della definizione di PPM e delle moli della sostanza.

In conclusione, il PPM è una misura importante e comune in chimica per esprimere concentrazioni molto basse, e può essere utilizzato in diversi tipi di calcoli e esercizi pratici per valutare la presenza di sostanze in .

Cloruro di fosforile: sintesi, reazioni, usi

Il Cloruro di Fosforile: Proprietà e Sintesi

Il cloruro di fosforile, conosciuto anche come ossicloruro di fosforo, è un liquido incolore con formula POCl3, ottenuto industrialmente dal tricloruro di fosforo e dall’ossigeno.

Proprietà

Il fosforo nel cloruro di fosforile è ibridato sp3 e presenta un +5, legato a tre atomi di cloro e a un atomo di ossigeno tramite un . La geometria molecolare è tetraedrica, conferendo alla molecola una polarità a causa della distribuzione asimmetrica della carica.

Ha una temperatura di fusione di 1°C e una temperatura di ebollizione di 106°C, mostrando somiglianze con l’acqua a causa della sua polarità e delle proprietà fisiche. Può autoionizzarsi come segue: 2 POCl3 ⇄ POCl2+ + POCl4-.

Il cloruro di fosforile è altamente solubile in cloroformio, benzene, tetracloruro di carbonio e . Può agire come una base di Lewis, formando addotti con diversi acidi di Lewis come il tetracloruro di titanio.

Sintesi

Il cloruro di fosforile fu sintetizzato per la prima volta nel 1847 da Adolphe Wurtz facendo reagire il pentacloruro di fosforo con acqua secondo la seguente reazione: PCl5 + H2O → POCl3 + 2 HCl.

Può essere ottenuto tramite ossidazione del tricloruro di fosforo in due modi sintetici:
– Per reazione con l’ossigeno: PCl3 + O2 → 2 POCl3.
– Per reazione con il clorato di potassio: 3 PCl3 + KClO3 → 3 POCl3 + KCl.
– Per reazione del fosfato di in presenza di carbonio: Ca3(PO4)2.

Applicazioni e Utilizzi del Cloruro di Fosforile

Il Cloruro di Fosforile, composto chimico con formula PCl₃, svolge un ruolo cruciale in diverse reazioni chimiche e processi industriali.

# Reazioni Chimiche

Reazione con l’Acqua:

Una reazione del Cloruro di Fosforile con l’acqua produce Acido Fosforico e Acido Cloridrico secondo l’equazione:

POCl₃ + 3 H₂O → H₃PO₄ + 3 HCl

.

Reazione con gli Alcoli:

La disidratazione degli alcoli in presenza di cloruro di fosforile e una base amminica come la piridina offre un’alternativa vantaggiosa rispetto alla disidratazione in ambiente acido, evitando la decomposizione in presenza di acidi forti.

Reazione con le Ammidi:

Le ammidi primarie, in presenza di cloruro di fosforile, si trasformano in nitrili. Ad esempio, l’etanammide reagisce per formare etanonitrile:

CH₃CONH₂ → CH₃C≡N

.

# di Reazioni

Un esempio di reazione interessante è quella del 2-metil, 2-propanolo che, grazie al cloruro di fosforile, genera 2-metil, 1-propene.

Applicazioni Industriali

Il Cloruro di Fosforile trova ampio impiego in diversi settori:

# Sintesi di Esteri Fosforici

Viene impiegato per la sintesi di esteri fosforici come il trifenilfosfato (C₆H₅O)₃P=O, utilizzato come plastificante e ritardante di fiamma.

# Industria dei Semiconduttori

Nel settore dei semiconduttori, il Cloruro di Fosforile è utilizzato come fonte di fosforo liquido nei processi di diffusione e come agente disidratante.

In conclusione, il Cloruro di Fosforile rappresenta un componente versatile e fondamentale in numerose reazioni chimiche e processi industriali, contribuendo significativamente a diversi settori applicativi.

Determinazione del ferro: titolazione, calcoli

Come determinare il ferro (II) tramite titolazione permanganometrica

La titolazione permanganometrica è un metodo utilizzato per determinare la quantità di ferro (II) presente in una soluzione, sfruttando le proprietà del permanganato di potassio. Questo reagente è comunemente impiegato in numerose ossidimetriche.

Trattamenti preliminari

Quando il ferro è presente in un minerale, può trovarsi sia nella di Fe^2+ che di Fe^3+, è quindi necessario ridurre tutto il ferro (III) a ferro (II). Per fare ciò, si aggiunge un eccesso di cloruro di stagno (II) che reagisce con il ferro (III) secondo la seguente equazione:

Sn^2+ + 2 Fe^3+ → Sn^4+ + 2 Fe^2+

Successivamente, l’eccesso di stagno (II) che potrebbe reagire con il permanganato viene rimosso aggiungendo cloruro di mercurio (II), formando un precipitato di cloruro di mercurio (I):

Sn^2+_(aq) + 2 HgCl2_(aq) → Hg2Cl2_(s) + Sn^4+_(aq) + 2 Cl^-_(aq)

Per evitare la reazione del cloruro con il permanganato, si utilizza il reagente di Zimmermann-Reinhardt, composto da solfato di manganese (II), acido solforico e acido fosforoso.

Titolazione

Durante la titolazione, si ha la seguente reazione tra permanganato e ferro (II):

MnO4^- + 5 Fe^2+ + 8 H+ → Mn^2+ + 5 Fe^3+ + 4 H2O

Il permanganato viene aggiunto fino a raggiungere il punto equivalente. Dopo aver lasciato riposare la soluzione e riscaldandola, si arriva al punto finale quando la colorazione violetta del permanganato scompare.

Calcoli

Supponiamo di avere un minerale con una massa di 0.4857 g e di averlo titolato con 41.21 mL di KMnO4 0.01963 M. Per determinare la percentuale di ferro presente nel campione, calcoliamo le moli di KMnO4, le moli di ferro e infine la percentuale di ferro:

– Moli di KMnO4 = 0.04121 L * 0.01963 mol/L = 0.0008090
– Moli di Fe = 0.0008090 * 5 = 0.004045
– Massa di ferro = 0.004045 mol * 55.845 g/mol = 2259 g
– % Fe = 0.2259 * 100 / 0.4857 = 46.51

In questo modo, è possibile determinare con precisione la quantità di ferro (II) presente nel campione analizzato.

α-pinene: sintesi, reazioni, usi

L’α-pinene e i suoi β-pinene e γ-pinene con formula C10H16 sono composti organici che si trovano in natura. L’α-pinene è un monoterpene biciclico ed è il terpene più diffuso in natura, presente nella resina di molte conifere e in varie piante come la cannabis e la famiglia delle Satureja, tra cui rosmarino e timo.

Questa sostanza si presenta come un liquido trasparente incolore che emana un odore di trementina. È poco solubile in acqua ma solubile in etanolo, cloroformio, etere, acido acetico glaciale e acetone.

Sintesi

Nella natura, sia l’α-pinene che il β-pinene vengono ottenuti dal , che è un intermedio della via dell’acido mevalonico, utilizzata negli organismi viventi per la biosintesi dei terpeni. La reazione avviene attraverso una ciclizzazione che porta alla formazione di α-pinene o β-pinene, a seconda del percorso seguito dall’ione idrogeno durante la reazione.

Reazioni

L’α-pinene è un composto particolarmente reattivo a causa della presenza di un . Può reagire con l’ozono producendo monossido di carbonio, biossido di carbonio, formaldeide e altre aldeidi. Inoltre, può subire riarrangiamenti scheletrici e apertura dell’anello.

È importante sottolineare che l’industria dei profumi utilizza il pinano – ottenuto per idrogenazione dell’α-pinene – come materiale di partenza nei processi industriali per la produzione di profumi e aromi.

Usi

Grazie al suo gradevole odore, l’α-pinene viene impiegato in vari prodotti per la pulizia come , profumi, lucidi per mobili e detergenti liquidi. Inoltre, l’α-pinene viene utilizzato come agente fungicida, antivirale e antimicrobico a causa delle sue proprietà biologiche.

Esercizi sulla velocità di reazione

Come calcolare la

La velocità di una reazione chimica può essere determinata osservando le variazioni di o di massa dei reagenti e dei prodotti nel corso del . La formulazione generale per calcolare la velocità di una reazione è la seguente, considerando la reazione generica:

a A + b B → c C + d D

Dove a, b, c e d sono i coefficienti stechiometrici della reazione. La velocità di reazione è definita come:

v = – 1/a (Δ[A]/dt) = – 1/b (Δ[B]/dt) = 1/c (Δ[C]/dt) = 1/d (Δ[D]/dt)

È importante notare che il segno meno è anteposto davanti alla variazione di concentrazione dei reagenti perché durante una reazione la concentrazione dei reagenti diminuisce. Ad esempio, per un reagente A, il termine Δ[A]/dt sarà minore di zero. Per confrontare la velocità di consumo dei reagenti con quella di formazione dei prodotti si utilizzano i segni opposti.

di calcolo della velocità di una reazione chimica

1. Reazione: 4 PH3(g) → P4(g) + 6 H2(g)
Supponiamo che, in un contenitore di 2.0 L, 0.0048 moli di PH3 vengano consumate ogni secondo. La velocità di consumo del reagente PH3 sarà:
-[PH3]/dt = – (-0.0048/2)/1 s = + 0.0024 mol/L·s

Considerando i coefficienti stechiometrici, si calcoleranno le velocità di formazione dei prodotti come segue:
Δ[P4]/dt = 1/4 (Δ[PH3]/dt) = 0.0024 mol/L·s / 4 = 0.00060 mol/L·s
Δ[H2]/dt = 6/4 (Δ[H2]/dt) = 0.0036 mol/L·s

2. Reazione: 2 O3(g) → 3 O2(g)
Se la velocità di formazione dell’ossigeno è 6.0 · 10^-5 mol/L·s, possiamo calcolare la velocità di consumo dell’ozono come segue:
– 1/2 (Δ[O3]/dt) = + 1/3 (Δ[O2]/dt)
-(Δ[O3]/dt) = + 2/3 (Δ[O2]/dt) = 2/3 * 6.0 · 10^-5 mol/L·s = – 4.0 · 10^-5 mol/L·s

Quindi, la velocità con cui si consuma l’ozono è di 4.0 · 10^-5 mol/L·s.

Gruppo 6 (Cr, Mo, W, Sg): proprietà

Elementi del Gruppo 6: Cromo, Molibdeno, e Tungsteno

Il Gruppo 6 della tavola periodica comprende cromo, molibdeno, tungsteno e seaborgio, che sono metalli appartenenti al blocco d. Il seaborgio è un elemento radioattivo artificiale il cui isotopo più stabile, 271Sg, ha un di dimezzamento di .9 minuti. Concentreremo l’attenzione sulle proprietà fisiche e chimiche dei primi tre elementi.

Gli elementi del Gruppo 6 hanno sei elettroni di valenza, e il loro numero di ossidazione più alto è +6. Tuttavia, per il cromo, il numero di ossidazione più stabile è +3, poiché i composti di cromo (VI) sono e tendono a ridursi a sali di cromo (III). Per quanto riguarda il molibdeno e il tungsteno, i numeri di ossidazione più stabili sono +6 e +5, rispettivamente.

Tabella degli Elementi del Gruppo 6

Di seguito sono riportate alcune caratteristiche chiave di cromo, molibdeno e tungsteno:

– Cromo: Z=24, Configurazione=[Ar] 3d5, 4s1, =1.66, Raggio atomico=125 pm, Temperatura di fusione=1903°C, Densità=7.14 g/cm3.
– Molibdeno: Z=42, Configurazione=[Kr] 4d5, 5s1, Elettronegatività=2.16, Raggio atomico=136 pm, Temperatura di fusione=2620°C, Densità=10.28 g/cm3.
– Tungsteno: Z=74, Configurazione=[Xe] 4f14, 5d4, 6s2, Elettronegatività=2.36, Raggio atomico=137 pm, Temperatura di fusione=3410°C, Densità=19 g/cm3.

Stato Naturale

Il cromo si trova principalmente nella cromite FeCr2O4, un ossido doppio di cromo e ferro. Il molibdeno è presente nel solfuro di molibdeno MoS2 e nel molibdato, come nella wulfenite. Il tungsteno è comunemente trovato nei tungstati, come la wolframite e la scheelite.

Proprietà degli Elementi del Gruppo 6

Il cromo è un metallo bianco brillante e, nonostante sia un riducente, è notevolmente inerte a causa della formazione di una patina protettiva. Molibdeno e tungsteno, invece, condividono dimensioni atomiche quasi uguali dovute alla contrazione lantanidica.

In termini di punti di fusione, il tungsteno ha la temperatura di fusione più elevata tra tutti gli elementi del periodo, conferendogli caratteristiche di elevata resistenza termica.I Metalli Speciali Utilizzati negli Acciai Inossidabili

Il cromo rappresenta un componente cruciale degli acciai inossidabili poiché forma una pellicola di ossido che lo protegge da attacchi chimici. Questo rende il cromo un elemento fondamentale per proteggere il ferro. Grazie alla passivazione, il cromo rimane immune agli agenti ossidanti ma è solubile in acidi non ossidanti.

Proprietà del Molibdeno e del Tungsteno

Il molibdeno e il tungsteno sono metalli caratterizzati da colori bianchi. Grazie ai loro elevati punti di fusione, vengono impiegati negli acciai speciali per mantenere elevate proprietà meccaniche anche a temperature elevate. Dal punto di vista chimico, il molibdeno e il tungsteno sono molto inerti a causa della loro passivazione e non subiscono attacchi da parte di acidi e ossidanti, solubilizzandosi solo in una miscela di acido nitrico e acido fluoridrico concentrati, così come in una miscela fusa di nitrato di potassio e idrossido di sodio.

Reattività del Molibdeno e del Tungsteno

Questi metalli sono sensibili all’attacco del fluoro, che crea esafluoruri volatili, mentre reagiscono con cloro e ossigeno solo a temperature elevate. La loro peculiare resistenza chimica li rende materiali di grande valore in molteplici applicazioni industriali e tecniche.

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