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Scienziati rivelano immagini inedite della caldera del vulcano Campi Flegrei a 20km di profondità con l’INGV

Scoperta sconvolgente: i Campi Flegrei nascondono un’enorme camera di magma a 20 km di profondità! Studio INGV rivela dettagli inediti sulla caldera con tecniche avanzate. #CampiFlegrei #INGV #Vulcano #RischioVulcanico #ScopertaScientific

Un nuovo studio dell’INGV ha scosso il mondo scientifico e non solo, rivelando immagini 3D della caldera dei Campi Flegrei fino a una profondità di 20 km! Utilizzando la tecnica della tomografia magnetotellurica tridimensionale, i ricercatori hanno scoperto che la principale zona di accumulo del magma si trova tra gli 8 e i 20 km di profondità, con canali che potrebbero facilitare la risalita del magma, come delle autostrade sotterranee per il fuoco liquido. Individuare queste strutture è cruciale per la gestione del rischio vulcanico, ma alcuni si chiedono se stiamo davvero pronti per un’eruzione di proporzioni epiche.

Lo studio dell’INGV ha avuto come obiettivo quello di spiare nel cuore della caldera dei Campi Flegrei fino a 20 km di profondità. Su un’area di 288 km2, i ricercatori hanno applicato la tomografia magnetotellurica tridimensionale, misurando le variazioni dei campi elettromagnetici del sottosuolo. Questa tecnica ha permesso di mappare la resistività elettrica, rivelando dove si trovano i fluidi magmatici grazie alla loro bassa resistività. Immaginate una mappa del tesoro, ma al posto dell’oro c’è magma bollente!

Il modello 3D della caldera mostra un’area a bassa resistività, come una specie di gigantesca piscina di magma parzialmente fuso tra gli 8 e i 20 km di profondità. Da qui, un canale simile a un camino porta il materiale fuso verso l’alto, pronto a esplodere in superficie. Sopra questa zona c’è una regione a media resistività, piena di fluidi e piccoli accumuli di magma in raffreddamento, come lenticchie di fuoco. In superficie, troviamo magma solidificato e una copertura argillosa, quasi come una torta geologica a strati.

Questi risultati sono un enorme passo avanti, ma anche un campanello d’allarme. Roberto Isaia, uno degli autori dello studio, ha dichiarato: Comprendere l’architettura interna del vulcano è essenziale per valutare i processi in atto e fornire indicazioni utili alla comunità scientifica e alla gestione del rischio. Commento: Perché ci sembra di sentire l’eco di "Sta per succedere qualcosa"?

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