Metodi Analitici Volumetrici Basati su Ossidazioni e Riduzioni
Le titolazioni iodometriche e iodimetriche sono tecniche analitiche quantitative che fanno parte delle titolazioni ossidimetriche, basate su reazioni redox. Questi metodi utilizzano lo iodio per determinare la concentrazione di sostanze presenti in campione. Mentre l’iodometria è utilizzata per titolazioni indirette, l’iodimetria è impiegata per titolazioni dirette.
Indice Articolo
Iodometria vs Iodimetria
L’iodometria è impiegata per misurare gli ossidanti, mentre l’iodimetria è utilizzata per la quantificazione dei riducenti.
Nel contesto dell’iodometria, l’ioduro reagisce con agenti ossidanti come il permanganato di potassio o il bicromato di potassio, producendo iodio che viene successivamente titolato con tiosolfato di sodio per effettuare la titolazione indiretta.
Procedura di Iodometria
Durante la titolazione iodometrica, l’amido viene spesso impiegato come indicatore per il raggiungimento del punto di fine, osservando un cambio di colore significativo da giallo a blu intenso. Questa transizione è dovuta alla formazione di triioduro.
Durante le analisi, lo iodio viene trattato con ioduro di potassio per favorire la solubilità, formando ioni triioduro. La presenza di amido facilita l’indicazione visiva del punto fine della titolazione.
Applicazioni dell’Iodometria
L’iodometria trova ampio impiego nell’analisi di sostanze ossidabili come acido solforico, solfiti, idrazina e composti contenenti stagno (II) e arsenico (III). Questi composti possono essere quantificati in modo affidabile utilizzando le titolazioni iodometriche.
Per ulteriori approfondimenti sull’iodometria e tecniche analoghe, è possibile consultare risorse esterne come Sigma-Aldrich per informazioni aggiuntive.
L’utilizzo dell’iodometria nella determinazione quantitativa rimane un pilastro nelle scienze chimiche, consentendo una valutazione precisa e sensibile di diversi analiti in varie soluzioni.