Legge di Biot: applicazioni nelle tecniche polarimetriche

La scoperta della legge di Biot, intitolata al fisico francese Jean-Baptiste Biot che la identificò nel lontano 1815, ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle tecniche polarimetriche. Questa legge viene impiegata per correlare efficacemente il potere ottico rotatorio specifico con l’angolo di rotazione. Le molecole chirali, conosciute come molecole otticamente attive, si distinguono per la capacità di far ruotare il piano della luce polarizzata.

L’effetto generato da questa particolare caratteristica è definito come rotazione ottica. I polarimetri vengono impiegati per effettuare misurazioni quantitative dell’angolo di rotazione. In tali strumenti, la luce ordinaria, di solito una radiazione monocromatica al sodio, passa attraverso un polarizzatore che la converte in luce polarizzata. Quest’ultima attraversa il campione e raggiunge un altro prisma di Nicol noto come analizzatore.

Quando la soluzione è collocata tra il polarizzatore e l’analizzatore con piani perpendicolari, una parte della luce polarizzata riesce a transitare attraverso l’analizzatore. Misurando l’angolo di rotazione dell’analizzatore che è richiesto per annullare la quantità di luce trasmessa, è possibile determinare la concentrazione della specie nella soluzione.

La Rotazione nelle Molecole Chirali

La maggior parte delle proprietà fisiche degli enantiomeri sono simili, tuttavia differiscono per la proprietà dell’attività ottica. Questa caratteristica fa sì che un campione sia in grado di far ruotare il piano di polarizzazione di un raggio di luce polarizzata che lo attraversa. Nel 1812 Biot scoprì che l’entità di questa rotazione dipendeva dallo spessore delle lastre di quarzo utilizzate.

Biot identificò che composti come le soluzioni di trementina e saccarosio erano capaci di far ruotare la luce, attribuendo questo fenomeno a particolari caratteristiche della loro struttura molecolare. Basandosi sulle sue ricerche, formulò la legge di Biot. La rotazione avviene grazie all’interazione tra la luce polarizzata e il mezzo chirale attraverso il quale essa passa.

Influenze sulla Rotazione

La lunghezza del percorso del campione chirale influisce sulla rotazione. Maggiore è il percorso, maggiore sarà la rotazione in quanto aumenta la quantità di campione chirale con cui la luce interagisce. Allo stesso modo, maggiore è la concentrazione, maggiore sarà la rotazione. Raddoppiando la concentrazione, si osserva una doppia rotazione.

Rotazione Specifica e Legge di Biot

Per rendere i dati relativi alla rotazione più universali, è stata definita la rotazione specifica per quantità ([α]). Questa metrica viene misurata in una provetta da 1 dm a 25 °C utilizzando una lampada al sodio che emette luce a una determinata lunghezza d’onda. La rotazione specifica consente di standardizzare e confrontare i dati relativi alla rotazione osservata, facilitando la comprensione e l’analisi dei risultati ottenuti.

Il Significato della Rotazione Ottica nelle Soluzioni Chirali

La rotazione ottica è un fenomeno che si verifica quando la luce polarizzata passa attraverso una sostanza chirale in soluzione, causando un cambiamento nell’orientamento della luce stessa. Questa proprietà è definita come una rotazione specifica, che dipende dalla concentrazione del soluto chirale e dalla lunghezza del percorso ottico che la luce attraversa.

Influenze sulla Rotazione Ottica

Oltre alla concentrazione e alla lunghezza del percorso, la temperatura e il tipo di luce possono influenzare la rotazione osservata in una soluzione chirale. Ad esempio, la rotazione può essere oraria (+) o antioraria (-) a seconda delle caratteristiche del composto in esame, come stabilito dalla legge di Biot.

La formula [α]λt = α / (l * p) rappresenta la relazione tra l’angolo di rotazione (α), lo spessore della soluzione (l) in decimetri e la concentrazione del soluto (p) in grammi per millilitro. La relazione tra la concentrazione del soluto e l’angolo di rotazione può essere espressa come c = α * 100 / [α]λt, sottolineando l’importanza dell’analisi polarimetrica quantitativa in chimica.

Enantiomeri e Rotazione Ottica

Gli enantiomeri sono molecole che mostrano la stessa quantità di rotazione ottica, ma in direzioni opposte. Ad esempio, (R)-2-butanolo e (S)-2-butanolo hanno rispettivamente una rotazione specifica di -13,52° e +13,52°. Quando una miscela racemica, contenente il 50% di ciascun enantiomero, viene esaminata, non si osserva alcuna rotazione nel piano della luce polarizzata, poiché le rotazioni opposte si annullano a vicenda.

In conclusione, la rotazione ottica nelle soluzioni chirali fornisce informazioni cruciali sulla struttura e la composizione delle molecole chirali, permettendo agli scienziati di caratterizzare e analizzare le sostanze con precisione.

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