Conversione degli alcoli in alcani: meccanismo e strategie
La conversione degli alcoli in alcani rappresenta una sfida, poiché gli alcoli sono caratterizzati dalla presenza del gruppo funzionale –OH, considerato un debole gruppo uscente. Di conseguenza, generalmente gli alcoli subiscono reazioni di ossidazione, anche in presenza di un riducente come il litio alluminio idruro, senza formare l’alcano corrispondente.
Solitamente, la conversione degli alcoli richiede un processo in due fasi: la conversione del gruppo -OH in un buon gruppo uscente e la successiva riduzione con un idruro metallico o tramite altre strategie come la idrogenazione eterogenea o la riduzione di Birch.
Riduzione dell’alcol
Un metodo comune per la riduzione degli alcoli prevede l’utilizzo del cloruro di tosile, che converte l’alcol in tosilato, un buon gruppo uscente, il quale può essere successivamente trattato con un riducente per ottenere l’alcano desiderato.
Un’altra fase coinvolge l’alogenazione con sostanze come PX3 (dove X è un alogeno), PX5, SOCl2, e cloruro di ossalile (COCl)2. È anche possibile ottenere l’alcano tramite la riduzione diretta dell’alcol usando il clorodifenilsilano.
La reazione avviene in presenza di cloruro di indio (III) come catalizzatore, manifestando un’alta selettività e resa per gli alcoli secondari, terziari e benzilici, mentre gli alcoli primari non reagiscono.
Meccanismo
Il meccanismo proposto per la riduzione degli alcoli in alcani in un unico step rappresenta una strategia efficace per la sintesi di alcani a partire dagli alcoli.
In conclusione, la riduzione degli alcoli, ad eccezione di quelli primari, può essere realizzata attraverso diverse strategie, come l’utilizzo di clorodifenilsilano come fonte di idruro in presenza di tricloruro di indio. Tuttavia, è importante considerare che l’utilizzo di litio alluminio idruro e cloruro di alluminio può portare a riarrangiamenti e isomerizzazioni degli intermedio carbocationici, rappresentando un potenziale svantaggio di tale metodo.