Le reazioni nelle pile alcaline: come funzionano e vantaggi dell’utilizzo
Le pile alcaline rappresentano una soluzione avanzata ai problemi delle pile zinco-carbonio, grazie all’elettrolita alcalino a base di idrossido di potassio. In queste pile, lo zinco agisce da anodo, mentre il manganese (IV) è il catodo.
Durante il loro funzionamento, lo zinco e il MnO2 vengono consumati, ma la presenza costante di KOH mantiene stabile la reazione nel tempo. Questo elettrolita evita la formazione di gas e cadute di tensione, garantendo un funzionamento costante anche sotto carichi elevati.
Le reazioni che avvengono sono le seguenti:
– Anodo: Zn(s) + 2 OH-(aq) → ZnO(s) + H2O(l) + 2 e-
– Catodo: 2 MnO2(s) + H2O(l) + 2 e- → Mn2O3(s) + 2 OH-(aq)
La reazione complessiva è: Zn(s) + 2 MnO2(s) → ZnO(s) + Mn2O3(s) con un potenziale di + 1.43 V.
Le pile alcaline offrono una densità energetica superiore e una lunga durata, con una perdita annuale di energia limitata al 5% se non usate. Tuttavia, il loro costo è più elevato rispetto ad altre tipologie di pile. Apparecchiature come macchine fotografiche e telecamere digitali ad alta corrente beneficiano dell’utilizzo delle pile alcaline per la loro affidabilità e durata.
Le innovazioni introdotte da Lewis Urry e le caratteristiche delle pile alcaline le rendono una scelta comune in diversi dispositivi elettronici, offrendo un’elevata efficienza energetica e una lunga durata nel tempo.