L’uragano Milton, uno dei più potenti eventi atmosferici del 2024, si prepara a colpire la penisola della Florida. Si prevede che il landfall avvenga domani, mercoledì 9 ottobre, nella zona di Tampa Bay, lungo la costa occidentale della Florida. Dallo scorso 6 ottobre, la regione è in stato di emergenza e la sindaca di Tampa ha avviato operazioni di evacuazione per sostenere la popolazione in fuga da potenziali danni e inondazioni, che potrebbero raggiungere altezze di onde fino a 4,5 metri.
Al momento del suo approdo nella Florida, Milton presenterà caratteristiche di categoria 3 o 4, con venti sostenuti che varieranno da 210 a 250 km/h, con il potenziale di danneggiare edifici e causare perdite di vite umane. L’evacuazione in atto è la più massiccia nell’ultimo anno, a distanza di sei anni dall’uragano Irma, che comportò più di 120 vittime. Le strade della Florida sono in preda al caos, con code lunghissime di veicoli in fuga. Questo si verifica solo due settimane dopo l’uragano Helene, che ha causato oltre 230 morti. Oggi, Milton, ora catalogato come uragano di categoria 4, si trova ancora al largo della penisola dello Yucatán, con venti che raggiungono i 240 km/h.
Previsioni di impatto su Tampa
Secondo le ultime previsioni, Tampa sarà la zona maggiormente colpita, con precipitazioni stimate tra i 30 e i 40 cm e un rischio di inondazioni improvvise superiore al 70%. L’allerta per uragano è estesa anche alla costa orientale della Florida, mentre una tempesta tropicale minaccia la punta della penisola.
Potenziale di intensificazione
Milton ha raggiunto il suo apice nelle ore scorse al largo della costa di Merida, nello Yucatán, dove è stato classificato come un uragano di categoria 5. Con venti che superano i 285 km/h e una pressione centrale di soli 897 millibar, si tratta della quinta pressione più bassa mai registrata in un uragano nell’Oceano Atlantico. Milton ha guadagnato potenza in modo impressionante: solo sette ore prima di raggiungere la categoria 5 era un uragano di categoria 1. Questo rapido incremento lo colloca come il terzo uragano cresciuto più rapidamente mai osservato nell’Atlantico.
Le alte temperature delle acque superficiali nel Golfo del Messico, che oscillano attorno ai 28 °C e raggiungono in alcuni punti anche 31 °C, sono tra le cause principali di questa intensificazione. Il calore dell’acqua, infatti, alimenta la forza dei venti di un ciclone tropicale. Nonostante il passaggio ravvicinato con lo Yucatán abbia diminuito temporaneamente l’intensità di Milton, il ciclone sta ancora colpendo la penisola messicana con forti venti e piogge torrenziali. Fortunatamente, l’occhio del ciclone non ha toccato la costa del Messico, il che ha limitato notevolmente i danni, ma è stata comunque emessa un’allerta rossa in numerosi Comuni.
Sfortunatamente, però, questa diminuzione di forza è solo temporanea: le previsioni del National Hurricane Center indicano una ripresa della potenza di Milton mentre si dirige verso la Florida, mantenendosi come una “minaccia estremamente grave”. È normale osservare un aumento della frequenza di uragani maggiori in questa fase della stagione, e attualmente si registrano tre cicloni tropicali contemporaneamente nell’Atlantico, una situazione alquanto anomala per il mese di ottobre.