Nuovi tipi di ossidi trovati nei pianeti Urano e Nettuno

Negli ultimi anni, gli studi condotti sui pianeti Urano e Nettuno hanno rivelato composizioni uniche che li distinguono dai comuni pianeti gassosi come Giove e Saturno. Questi due pianeti, noti anche come i pianeti gemelli, sono predominanti di carbonio, idrogeno e ossigeno. Questi elementi, tra i più diffusi nei composti organici, si combinano in condizioni estreme di pressione, che sono quattro milioni di volte maggiori rispetto alla pressione sulla Terra a livello del mare, trovata nei nuclei di tali pianeti.

Utilizzando modelli computazionali e l’algoritmo USPEX (Universal Structure Predictor: Evolutionary Xtallography), gli scienziati dell’Istituto Skoltech hanno scoperto composti “esotici” e altamente instabili al di là delle normali pressioni e strani composti polimerici, presenti nel cuore di questi pianeti. Questi risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

I risultati degli studi hanno rivelato la presenza di nuovi tipi di ossidi di alluminio, silicio e magnesio, insieme a vari sali come Na3Cl, NaCl3, NaCl7, Na3Cl2 e Na4Cl3. A pressioni superiori a 93 GPa, il metano si decompone formando idrocarburi più pesanti come etano, butano e polietilene.

Un altro composto interessante trovato nei pianeti Urano e Nettuno è il clatrato, un composto di inclusione costituito da idrogeno e metano.

Un’altra scoperta significativa è legata all’acido carbonico, che diventa termodinamicamente stabile a circa 10000 atm. Ciò nonostante, a pressioni comprese tra i 44 e i 400 GPa, si trasforma in un polimero. Inoltre, a 314 GPa, può avvenire una reazione esotermica tra acido carbonico e acqua, formando l’acido ortocarbonico, noto anche come acido di Hitler, per la sua struttura a forma di svastica. Questo composto, in precedenza considerato solo ipotetico e altamente instabile, è stato così confermato.

Queste scoperte rappresentano una significativa espansione della nostra comprensione sulla composizione e la chimica dei pianeti gassosi del nostro sistema solare, aprendo nuove prospettive di ricerca e approfondimento.

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