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Auricalcite: diffusione, proprietà

Cosa è l’Auricalcite, Il Minerale di Zinco e Rame

L’Auricalcite è un minerale composto da e rame, con formula (Zn,Cu)5(CO3)2(OH)6, in cui zinco e rame si trovano in rapporto di 5:2 ma possono avvicinarsi a 2:1. Conosciuto in passato come fiore d’ottone, il nome deriva dal greco “oreíchalkos”, che significa rame di montagna. È considerato un minerale di ottone naturale, essendo composto dai componenti dell’ottone, zinco e rame.

Diffusione e Caratteristiche dell’Auricalcite

L’Auricalcite si trova comunemente insieme alla nelle zone ossidate dei giacimenti di zinco e rame. È spesso associata ad altri minerali come rosasite, , emimorfite, , e malachite. Anche se non è un minerale comune, si trova in miniere di rame in vari continenti.

In Europa è presente in diverse nazioni, tra cui Grecia, Scozia, Inghilterra, Germania e in Italia in Toscana. Negli Stati Uniti si trova in stati come Arizona, Nuovo Messico, Utah, Nevada, California e South Dakota. I campioni più pregiati, con colori vibranti, si trovano in Messico, spesso associati all’emimorfite e all’adamite su una matrice di limonite.

Proprietà dell’Auricalcite

L’Auricalcite si presenta con colorazioni azzurre, blu-verdi e talvolta verdi pallide, e è costituita da minuscoli cristalli aghiformi. Come tutti i carbonati, reagisce con acido cloridrico generando effervescenza. Ha un peso specifico di 3.96 e una durezza sulla scala di Mohs compresa tra 1 e 2.

Endorfine: classificazione, funzioni

Endorfine: le sostanze chimiche del benessere

Le endorfine sono sostanze chimiche naturalmente prodotte dal sistema nervoso per contrastare il dolore e lo , conosciute anche come “sostanze del benessere” in quanto agiscono come antidolorifici e stimolatori di felicità.

Le tipologie di endorfine e la loro classificazione

Classificate in base all’attività farmacologica come α, β e γ, le endorfine sono oppioidi endogeni rilasciati dall’ipotalamo e dalla ghiandola pituitaria. Scoperte nel 1973 dai ricercatori John Hughes e Hans Kosterlitz, le endorfine insieme alla , e ossitocina sono considerate gli ormoni del benessere.

Le β-endorfine sono le endorfine con la catena più lunga, formate da 31 . Le α e γ endorfine derivano dalla scissione proteolitica della β-endorfina.

Le funzioni delle endorfine

Le endorfine sono associate al sollievo dal dolore, con effetti superiori persino alla morfina. Contribuiscono all’euforia indotta dall’esercizio fisico e sono legate a stati di piacere come emozioni positive legate a risate, amore, sesso e cibo gradito.

Le endorfine hanno un ruolo duplice, fungendo sia da neurotrasmettitori e neuromodulatori nel sistema nervoso centrale, sia come ormoni nella ghiandola pituitaria. Nonostante abbiano effetti simili agli antidolorifici oppioidi, le endorfine potrebbero non manifestare effetti così drammatici.

L’esercizio fisico è in grado di aumentare il livello di endorfine nel corpo, migliorando l’umore. Questo ha portato alcuni medici a prescrivere regolari attività fisiche come trattamento per forme lievi o moderate di depressione e ansia.

Feniletilammina: deaminazione, sintesi, funzioni

La feniletilammina: un Neurotrasmettitore dal Potenziale Stimolante

La feniletilammina, conosciuta anche come 2-feniletilammina, è un composto organico idrosolubile con formula C8H11N. Questa sostanza agisce come neurotrasmettitore nel corpo umano e può essere rinvenuta in una varietà di fonti naturali, tra cui il Saccharomyces cerevisiae, alghe, funghi e alcune piante come fagioli e piselli.

Effetti e Sintesi della Feniletilammina

Simile al suo derivato α-metilato, l’anfetamina, la feniletilammina ha effetti stimolanti che conducono al rilascio di importanti come la e la nel sistema nervoso. A differenza dell’anfetamina, la feniletilammina non si accumula in grandi quantità nel corpo umano a causa della sua deaminazione ossidativa in acido fenilacetico, tramite l’enzima monoamino ossidasi.

La feniletilammina può essere ottenuta attraverso la della o mediante la riduzione del benzonitrile in presenza di ammoniaca e Nichel-Raney come catalizzatore. Un altro metodo prevede la riduzione del nitrostirene con litio alluminio idruro.

Ruolo e Funzioni della Feniletilammina

La feniletilammina fa parte di un gruppo di ammine presenti a livelli cellulari significativamente inferiori rispetto ad altre ammine biogene e neurotrasmettitori come l’epinefrina, la norepinefrina, la serotonina, la dopamina e l’istamina.

Questo composto può stimolare la produzione di sostanze chimiche nel corpo che influiscono sulla depressione e su altre condizioni psichiatriche. La feniletilammina può favorire la produzione di endorfine nel cervello, promuovendo una sensazione di benessere.

La presenza della feniletilammina nel cioccolato potrebbe spiegare i suoi effetti positivi sull’umore. Questo composto sarebbe in grado di indurre il rilascio di endorfina nel cervello, contribuendo così alle sensazioni di piacere associate al consumo di cioccolato.

In conclusione, la feniletilammina rappresenta un neurotrasmettitore con potenziali effetti stimolanti e ruoli significativi nel benessere emotivo e nel funzionamento del cervello, suggerendo un legame tra l’assunzione di questo composto e le sensazioni di amore e benessere.

Serotonina: struttura, sintesi

La Funzione della nel Corpo Umano: Importanza e Implicazioni

La serotonina, conosciuta anche come l’ormone del buonumore, è un neurotrasmettitore fondamentale presente nel sangue, nel tratto gastrointestinale e nel sistema nervoso centrale degli esseri umani. Isolata per la prima volta nel 1935 dal farmacologo italiano Vittorio Erspamer, la serotonina svolge un ruolo cruciale in diversi processi fisiologici e psicologici.

Struttura Molecolare della Serotonina

Derivante dalla triptammina, la serotonina presenta un anello indolico con un gruppo amminico -CH2CH2NH2 in posizione 3. Rispetto alla triptammina, la serotonina si distingue per la presenza di un gruppo -OH in posizione 5, ed è comunemente nota come 5-idrossitriptammina (5-HT).

Sintesi della Serotonina

La serotonina viene sintetizzata a partire dal , un amminoacido essenziale che deve essere assunto attraverso la dieta. Alcuni alimenti ricchi di triptofano includono albume d’uovo, formaggi e carni come maiale, pollo e tacchino. Il processo di sintesi della serotonina avviene in due fasi enzimatiche: la conversione del triptofano in 5-idrossi-L-triptofano e la successiva trasformazione in serotonina tramite un processo di facilitato dall’enzima aromatico L-amminoacido decarbossilasi.

Funzioni della Serotonina

La serotonina svolge un ruolo cruciale nel regolare le emozioni, le capacità motorie e l’umore. Essa è coinvolta anche nel favorire il sonno, regolare l’appetito e sostenere la digestione. Tra le sue funzioni principali, vi sono:

Riduzione della depressione


Regolazione dell’ansia


Guarigione delle ferite


Mantenimento della salute delle ossa

Carenza di Serotonina

Un deficit di serotonina può provocare una serie di sintomi sia a livello psicologico che fisico. Alcuni segni associati alla carenza di serotonina comprendono disturbi d’ansia e di panico, depressione, aggressività, insonnia, problemi digestivi, appetito alterato e scarsa memoria. Inoltre, la carenza di serotonina può portare a un desiderio di carboidrati, aumento di peso non intenzionale, nausea e irritabilità.

In conclusione, mantenere livelli adeguati di serotonina nel corpo è essenziale per favorire il benessere mentale e fisico. Assicurarsi di includere alimenti ricchi di triptofano nella propria dieta è un modo efficace per sostenere la sintesi di questo importante neurotrasmettitore.

Vanadinite: diffusione, proprietà, usi

: Caratteristiche, Diffusione e Usi

La vanadinite è un minerale appartenente al gruppo dell’ costituita da clorovanadato di piombo con formula Pb5(VO4)3Cl. Si tratta di un minerale secondario che si rinviene nella zona di ossidazione dei giacimenti di piombo contenenti galena e arsenopirite.

Diffusione

La vanadinite è spesso associata a minerali come la , la , la , la descloizite, la limonite e la goethite. I depositi di vanadinite si trovano in regioni aride di Argentina, Australia, Marocco, Namibia, Messico e Stati Uniti sudoccidentali, in particolare in Arizona. Alcuni dei cristalli più straordinari per forma e colore rosso sangue sono prodotti a Mibladen, in Marocco.

Proprietà

La vanadinite si presenta in una varietà di colori come giallo brillante, arancione, rosso, marrone, grigio, nero o incolore. Spesso il fosforo e l’arsenico sostituiscono il vanadio nel reticolo cristallino del minerale, creando un’ampia gamma di composizioni che influenzano il peso specifico, il colore e altre proprietà. La vanadinite può essere trovata sotto forma di cristalli che assumono la forma di prismi esagonali tabulari, ma può anche presentarsi in forme globulari e come incrostazione su altri minerali. Ha un peso specifico che varia da 6.6 a 7.2 e una durezza nella scala di Mohs da 3 a 4.

Usi

La vanadinite è un minerale da cui si può estrarre il vanadio, insieme alla carnotite e alla roscoelite. Inoltre, dalla vanadinite si può ottenere anche il piombo. Questo minerale è molto apprezzato tra i collezionisti per i suoi colori brillanti e vistosi cristalli esagonali dalla lucentezza adamantina. I suoi caratteri estetici e la sua composizione chimica la rendono un’aggiunta interessante a qualsiasi collezione di minerali.

Ciclo visivo: stadi, opsina

Il ruolo dei retinoidi nel ciclo visivo: dalla captazione della luce alla fototrasduzione

Il ciclo dei retinoidi, noto anche come ciclo visivo, rappresenta un sistema cruciale che fornisce i composti necessari affinché la luce possa attivare i recettori presenti nell’occhio. George Wald, insignito del Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina nel 1967, fu il primo a descrivere dettagliatamente questo ciclo.

I fotorecettori nella retina

Nella retina, situata nella parte posteriore dell’occhio, si trovano due tipi di fotorecettori: i bastoncelli e i coni. I bastoncelli sono responsabili della visione in condizioni di scarsa illuminazione e si trovano lungo i margini della retina, contribuendo anche alla visione periferica. I coni, invece, permettono di distinguere i differenti colori e di percepire dettagli e cambiamenti d’immagine con maggiore rapidità rispetto ai bastoncelli, grazie alla loro prontezza nel rispondere agli stimoli.

Opsina: la proteina chiave nei fotorecettori

Sia i coni che i bastoncelli contengono opsin, una proteina transmembrana fotosensibile essenziale per la fototrasduzione, il processo mediante il quale la luce catturata dalla retina viene convertita in segnali elettrici trasmessi al cervello attraverso il nervo ottico. Opsina è un recettore accoppiato alle G, che, una volta attivate, innescano una serie di reazioni che portano alla generazione dei segnali elettrici destinati al cervello.

Il processo di isomerizzazione nella fototrasduzione

Le molecole di opsina si legano al cromoforo 11-cis-retinale, appartenente alla famiglia dei retinoidi, per formare la rodopsina, il principale pigmento presente nei bastoncelli. Quando la luce stimola i fotorecettori, l’11-cis-retinale si isomerizza in tutto-trans-retinale, che viene successivamente rilasciato dall’opsina. Affinché le cellule possano essere stimolate nuovamente e inviare segnali al cervello, il tutto-trans-retinale deve essere trasformato nuovamente in 11-cis-retinale.

Fasi del ciclo visivo

Il ciclo visivo prende il via quando la luce colpisce la retina, attivando un fotorecettore e generando tutto-trans-retinale.
1. Il tutto-trans-retinale viene trasportato fuori dai fotorecettori dalla proteina ABCA4 e convertito in tutto-trans- dalle retinolo deidrogenasi.
2. Successivamente, il tutto-trans-retinolo si diffonde nelle cellule RPE, legandosi alla proteina legante il retinolo (RPB), una glicoproteina lipofila specificamente secreta dai fotorecettori.
3. La lecitina retinolo aciltransferasi (LCAT) esterifica il tutto-trans-retinolo in esteri retinilici.
4. Gli esteri retinilici vengono immagazzinati nei.Il ciclo visivo è un processo complesso che avviene nella retina dell’occhio umano, consentendo la trasformazione della luce in segnali neurali. Questo processo coinvolge diversi passaggi fondamentali che coinvolgono la trasformazione del retinale in sostanze chimiche attive per la visione. Uno degli attori principali di questo ciclo è il retinale, che è essenziale per la sensibilità alla luce e la visione notturna.

Ruolo dei retinosomi nelle cellule RPE

I retinosomi sono corpi lipidici presenti nelle cellule dell’epitelio pigmentato della retina (RPE) che svolgono un ruolo cruciale nella conservazione dei metaboliti. In particolare, gli esteri retinilici vengono trasformati in 11-cis-retinolo tramite l’azione della idrolasi retinoide. Successivamente, l’11-cis-retinolo viene ossidato in 11-cis-retinale dall’enzima 11-cis retinolo deidrogenasi, appartenente alla classe delle ossidoreduttasi. Questo composto si sposta quindi dal RPE ai fotorecettori, dove si combina con l’opsina per stimolare la visione.

Patologie legate al ciclo visivo

Il corretto funzionamento del ciclo visivo è fondamentale per garantire una corretta percezione visiva. Qualsiasi mutazione che influenzi gli e le proteine coinvolte in questo processo può portare a diverse patologie oculari. Ad esempio, la degenerazione maculare e l’amaurosi congenita di Leber possono essere causate da mutazioni del gene ABCA4, che influenzano il ciclo visivo. Altre patologie legate a difetti nel ciclo visivo includono la cecità notturna stazionaria congenita e la retinite pigmentosa.

In conclusione, è evidente che il ciclo visivo rappresenta un processo vitale per il corretto funzionamento dell’occhio umano. Le sue alterazioni possono portare a gravi disturbi della vista, sottolineando l’importanza di comprendere appieno i meccanismi coinvolti per sviluppare trattamenti mirati per queste patologie.

Retinoidi: struttura, fonti, usi

Il ruolo fondamentale dei Retinoidi per il benessere del nostro organismo

I retinoidi sono molecole essenziali che svolgono un ruolo cruciale nelle funzioni fisiologiche, come la crescita, la differenziazione cellulare, la riproduzione, l’embriogenesi, la funzione immunitaria e la visione. Questa categoria comprende diverse sostanze come il , l’aldeide retinoica, l’acido retinoico e la tretinoina.

Struttura dei Retinoidi


I retinoidi sono composti da quattro unità isoprenoidi unite in modo testa-coda, derivanti da un composto monociclico con doppi legami -carbonio e un gruppo funzionale all’estremità della parte aciclica. Il sistema coniugato dei doppi legami conferisce colore a queste molecole, rendendole dei .

Fonti di Retinoidi


I retinoidi sono presenti principalmente negli alimenti di origine animale, come nel fegato di vitello, ma si trovano anche in uova, olio di fegato di merluzzo, gamberetti, pesce, burro e formaggi. Inoltre, i presenti in alimenti vegetali come patate dolci, zucca, carote, meloni, albicocche, pesche e verdure a foglia verde scure possono essere convertiti in retinoidi.

Applicazioni dei Retinoidi


I retinoidi sono ampiamente impiegati nei settori medico e cosmetico. Ad esempio, la tretinoina viene utilizzata per aumentare la produzione di collagene e nel trattamento delle rughe. L’isotretinoina è impiegata per trattare forme gravi di acne, mentre l’adapalene è utilizzato per l’acne e la cheratosi pilare. Il tazarotene è efficace nel trattamento della psoriasi, dell’acne e dei danni cutanei da esposizione solare. Infine, l’acitretina ha dimostrato efficacia nella psoriasi e in altri disturbi della cheratinizzazione cutanea.

Idrozincite: diffusione, proprietà usi

Il Minerale Idrozincite: Caratteristiche e Utilizzi

L’idrozincite è un minerale composto da , con formula Zn5(CO3)2(OH)6. Il suo nome deriva dal greco, unendo le parole “” e “zinco”. Questo minerale è il risultato dell’alterazione di altri minerali come , sfalerite, zincite ed .

Origine e Diffusione dell’Idrozincite

L’idrozincite si forma nelle zone di ossidazione dei giacimenti di zinco, derivando spesso dalla sfalerite. In presenza di ossigeno disciolto, solfato di ferro (III) e carbonati alcalini, la sfalerite può trasformarsi in idrozincite. È associato ad altri minerali come smithsonite, emimorfite, willemite, cerussite, auricalcite, e limonite.

Si trova in diverse parti del mondo, tra cui Messico, Cina, Iran, Grecia, Portogallo, Austria, Bulgaria, Sardegna in Italia e in varie regioni degli Stati Uniti.

Proprietà dell’Idrozincite

L’idrozincite mostra una fluorescenza da blu pallido a lilla sotto la luce ultravioletta e può variare dal bianco al grigio, rosa pallido, giallo pallido o marrone. Quando viene a contatto con acido cloridrico, anche diluito, reagisce producendo effervescenza. Ha un peso specifico compreso tra 3.2 e 3.8 e una durezza sulla scala di Mohs da 2 a 2.5.

Utilizzi dell’Idrozincite

Questo minerale è utilizzato principalmente come fonte di zinco. Sebbene non sia particolarmente ricercato dai collezionisti per le sue caratteristiche estetiche, l’idrozincite suscita l’interesse di chi si dedica alla raccolta di minerali fluorescenti. In particolare, gli esemplari contenenti raggruppamenti di piccoli cristalli appuntiti o forme sferiche sono molto apprezzati.

Apolipoproteine: funzioni

Ruolo e Funzioni delle Apolipoproteine nelle Lipoproteine

Le apolipoproteine sono essenziali che si combinano con trigliceridi, e per formare le lipoproteine. Queste macromolecole complesse svolgono un ruolo fondamentale nel trasporto dei nel plasma, consentendone la solubilizzazione e garantendo la loro corretta distribuzione nei tessuti periferici.

Funzioni delle Apolipoproteine

Le apolipoproteine non solo mantengono l’integrità strutturale delle lipoproteine, facilitando la solubilizzazione dei lipidi, ma sono anche coinvolte nel riconoscimento dei recettori lipoproteici e nella regolazione di nel metabolismo dei lipidi. Le loro principali funzioni includono il trasporto e la ridistribuzione dei lipidi nei tessuti periferici, l’attività di cofattore per enzimi che partecipano al metabolismo dei lipidi e il mantenimento della struttura delle lipoproteine stesse.

Classificazione delle Apolipoproteine

Le apolipoproteine si distinguono in diverse categorie, tra cui apo-A, apo-B, apo-C, apo-D e apo-E. Ogni categoria svolge ruoli specifici nel processo di trasporto lipidico.

Apo-A

Le apolipoproteine della categoria apo-A includono apo-A I, fondamentale per il colesterolo HDL (colesterolo “buono”), apo-A II e apo-A IV. Queste proteine sono coinvolte nel trasporto dei lipidi e in diversi processi fisiologici legati al metabolismo lipidico.

Apo-B

Le apolipoproteine della categoria apo-B comprendono apo-B 100, che è essenziale nel metabolismo dei lipidi e costituisce le lipoproteine VLDL e LDL, e apo-B 48, che è specifica delle particelle di chilomicroni intestinali.

Apo-C

Le apolipoproteine della categoria apo-C includono apo-C1, apo-C2, apo-C3 e apo-C4, ciascuna coinvolta in diversi aspetti del trasporto e del metabolismo dei lipidi, incluso l’inibizione dell’attività lipasica.

Apo-D

L’apo-D è una componente delle lipoproteine ad alta densità del plasma umano, prodotta principalmente nel cervello e nei testicoli. È associata all’enzima lecitina colesterolo aciltransferasi, che partecipa attivamente al metabolismo lipidico.

Apo-E

L’apo-E favorisce il trasporto dei lipidi nel sangue legandosi a recettori specifici sulla superficie delle cellule, facilitando così l’assorbimento dei lipidi all’interno delle stesse.

In conclusione, le apolipoproteine svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento dell’omeostasi lipidica nel corpo, garantendo il corretto trasporto e l’utilizzo dei lipidi nei vari tessuti. La comprensione delle diverse funzioni e proprietà di queste proteine è fondamentale per una corretta gestione del metabolismo lipidico e per la promozione di una salute ottimale.

Numero di formolo: analisi, metodica

Come determinare il numero di formolo negli amminoacidi presenti nei succhi di frutta e nel vino

Il numero di formolo è un indicatore utile per valutare quantitativamente gli amminoacidi presenti nei succhi di frutta e nel vino. Questo parametro non è influenzato dalla presenza di altri costituenti naturali come zuccheri, aromi e coloranti, rendendolo uno strumento prezioso per valutare la qualità di queste bevande.

Principio

Il numero di formolo viene determinato tramite una procedura sviluppata dal chimico danese Søren Peter Lauritz Sørensen nel 1907. Questo metodo si basa sull’aggiunta di formaldeide a una soluzione di amminoacidi, che protegge il gruppo amminico consentendo la titolazione del gruppo carbossilico presente negli amminoacidi.

Procedimento

Per determinare il numero di formolo, una soluzione di formaldeide al 35% m/m viene portata a un pH di 8.2 mediante l’aggiunta di NaOH 0.1 M e monitorando il pH con un pHmetro. Successivamente, 25 mL di succo di frutta vengono neutralizzati con NaOH 0.25 M fino a raggiungere un pH di 8.2.

Dopo aver aggiunto 10 mL di soluzione di formaldeide al campione di succo di frutta, la soluzione viene titolata a pH 8.1 con idrossido di sodio 0.25 N.

Determinazione del numero di formolo

Il numero di formolo corrisponde alla quantità di NaOH utilizzata nella titolazione, espressa in ml e riferita alla concentrazione di 0.1 M e a 100 mL di succo di frutta. Questo valore viene arrotondato a numeri interi senza decimali.

Considerazioni

Durante la maturazione dei frutti, di solito si osserva una diminuzione del numero di formolo nel succo di frutta, mentre durante la conservazione può verificarsi un lieve aumento. È importante considerare il tipo di amminoacidi presenti nel campione, ad esempio, l’istidina non reagisce con la formaldeide e la prolina e l’idrossiprolina reagiscono solo parzialmente con essa.

Questo metodo fornisce un’indicazione preziosa sulla composizione degli amminoacidi presenti nei succhi di frutta e nel vino, consentendo una valutazione accurata della qualità di queste bevande.

Per ulteriori approfondimenti sull’argomento degli amminoacidi, ti invitiamo a visitare [chimica.today](https://chimica.today/chimica-organica/gli-amminoacidi/) e [chimica.today](https://chimica.today/tutto-chimica/il-vino-una-bevanda-millenaria/).

Piromorfite: diffusione, proprietà, usi

: caratteristiche, diffusione e usi

La piromorfite è un minerale appartenente al gruppo dell’, composto da clorofosfato di piombo con formula Pb5(PO4)3Cl. Fa parte di una serie con (Pb5(AsO4)3Cl) e (Pb5(VO4)3Cl), con i quali condivide somiglianze esterne così evidenti che spesso vengono distinti solo tramite test chimici.

Identificato nel 1784 dal chimico tedesco Martin Heinrich Klaproth, il gruppo fosfato nel minerale fu così chiamato in riferimento alla forma globulare che assume con il riscaldamento, termine coniato nel 1813 dal geologo tedesco Johann Friedrich Ludwig Hausmann.

Diffusione della piromorfite

La piromorfite è un minerale di piombo secondario rinvenuto nelle zone ossidate dei depositi di piombo, spesso associato ad altri minerali di piombo come cerussite, limonite e anglesite. Si forma in rocce metamorfiche e sedimentarie ed è abbastanza comune. I suoi cristalli di pregio si trovano principalmente in Cina, Francia, Namibia, Marocco, Messico, Repubblica Ceca, Stati Uniti (Arizona e Idaho).

Proprietà

La piromorfite si presenta in varie tonalità di colore, dal verde chiaro al verde scuro, giallo, verde-giallastro, giallo-arancio, con sfumature di marrone, bianco e incolore, talvolta con impurità di fluoro, calcio, cromo, vanadio e arsenico. Ha un peso specifico elevato (da 6.9 a 7.1), una durezza compresa tra 3.5 e 4 nella scala di Mohs e un alto , producendo gemme brillanti molto ricercate.

Usi

Oltre ad essere apprezzata dai collezionisti, in particolare per gli esemplari antichi, la piromorfite, nota anche per le varietà di colore verde neon brillante, può raggiungere prezzi elevati sul mercato.

Dopamina: funzioni, sintesi

Scopri tutto sulla : il neurotrasmettitore e neuro ormone naturale

La dopamina, conosciuta anche con la sua denominazione I.U.P.A.C. di 4-(2-amminoetil)benzen-1,2-diolo, fa parte della famiglia delle catecolamine. La sua formula chimica è C8H11NO2 ed è composta da un anello benzenico con due gruppi ossidrilici e un gruppo etilamminico legato ad esso.

La dopamina agisce come neurotrasmettitore e neuro ormone naturale, legandosi a cinque recettori nel cervello per esercitare la sua azione neurologica e fisiologica.

Nonostante oggi la dopamina sia riconosciuta come una parte cruciale delle funzioni cerebrali, inizialmente la sua importanza non fu completamente compresa quando è stata scoperta negli anni ’50. Solo negli anni ’70, gli scienziati iniziarono a studiarne gli effetti sul sistema nervoso.

Il neuroscienziato americano Paul Greengard condusse esperimenti innovativi per comprendere il funzionamento della dopamina. Legandosi a diversi recettori sulla superficie neuronale, la dopamina attiva catene di reazioni chimiche che influenzano le funzioni della cellula nervosa, inclusa la trasmissione degli impulsi ai neuroni.

La sintesi della dopamina inizia con la , che viene idrossilata in tirosina grazie all’azione dell’enzima fenilalanina idrossilasi. Successivamente, la tirosina viene convertita in l-DOPA (acido 2S-ammino-3-(3,4-diidrossifenil)propanoico) dall’enzima tirosina idrossilasi, entrambi appartenenti alla classe delle ossidoreduttasi.

Infine, l-l-DOPA viene trasformato in dopamina dall’enzima DOPA decarbossilasi, un’appartenente alla classe delle .

Funzione motoria e umore

La dopamina gioca un ruolo fondamentale nel funzionamento neurologico e fisiologico, contribuendo alla funzione motoria e all’umore delle persone. Essa è un neurotrasmettitore sintetizzato sia nel sistema nervoso centrale che periferico, agendo come messaggero chimico tra i neuroni.

La dopamina agisce stimolando il sistema nervoso simpatico, producendo effetti come l’aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. Il rilascio di dopamina è innescato da eventi che generano motivazione e ricompensa, come il consumo di cibo gustoso o la soddisfazione sessuale.

Inoltre, la dopamina è il precursore della noradrenalina e ha la capacità di attivare fino a cinque recettori differenti nel cervello, conferendo una sensazione di piacere e benessere.

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