back to top
Home Blog Pagina 416

Fenilacetone: proprietà, sintesi

: caratteristiche, sintesi e usi

Il fenilacetone, conosciuto anche come 1-fenilpropan--one, è un composto organico con formula C6H5CH2COCH3 ampiamente utilizzato nella produzione di metanfetamine e anfetamine. È considerato una sostanza controllata negli Stati Uniti dal 1980, il che significa che la sua produzione, il possesso e l’uso sono regolamentati dal governo ed è comunemente indicato anche come P2P.

Presenza in natura e proprietà
Il fenilacetone si trova sia nel regno animale, in particolare negli Streptomyces (batteri gram-positivi aerobi), che nel regno vegetale, come nel cotone messicano e nel succo di frutto della passione. Questo composto è anche utilizzato come agente aromatizzante.

Proprietà fisiche e chimiche
Si presenta come un liquido oleoso molto solubile in etanolo, etere etilico, cloroformio e altri solventi organici, mentre è scarsamente solubile in acqua. Il fenilacetone ha un intenso odore aromatico.

Sintesi
Esistono diverse vie sintetiche per ottenere il fenilacetone. Una delle principali consiste nell’utilizzo di benzonitrile e acetato di etile in una reazione che avviene in due stadi, seguita da un trattamento con acido solforico per ottenere il prodotto finale.

Altre vie di sintesi possono coinvolgere l’acido fenilacetico, tramite reazioni con in eccesso in ambiente basico, metillitio e acetato di , o la reazione tra benzene e 2-nitropropene in presenza di tetracloruro di titanio.

Reazioni e usi
Il fenilacetone è impiegato nella produzione di anfetamine attraverso un processo di , in cui l’ammoniaca reagisce con il fenilacetone per formare un’immina che viene successivamente ridotta ad ammina.

Questo composto trova anche impiego come intermedio nella produzione di pesticidi e anticoagulanti, nonché nella sintesi organica e nella produzione di radicali benzilici mediante fotolisi.

Composti di coordinazione: leganti

Leganti dei composti di coordinazione: caratteristiche e classificazioni

I composti di coordinazione si distinguono per la presenza di leganti, che possono essere classificati in base alla carica, alla denticità e alla struttura molecolare che formano nei composti.

Leganti in base alla carica

I leganti possono avere carica negativa, come ad esempio F-, Cl-, Br-, I-, CN-, OH-, e NO3-. Alcuni leganti neutri sono rappresentati da molecole con un doppietto elettronico solitario, come H2O, P(C6H5)3, C5H5N, NH2NH2, e CH3NH2. Esistono anche leganti con carica positiva, come nei complessi metallo-nitrosile.

Denticità

La denticità indica il numero di coppie di elettroni utilizzate da un legante per coordinare l’atomo centrale. I leganti possono essere monodentati, bidentati o polidentati. Esempi di leganti monodentati includono gli alogenuri, l’, il monossido di carbonio, l’acqua, e il . Tra i leganti bidentati troviamo l’etilendiammina, la e lo ione ossalato. I polidentati possono essere tridentati, tetradentati, pentadentati ed esadentati.

Classificazione dei leganti in base alla struttura molecolare

Un’altra modalità di classificazione dei leganti è basata sulla struttura molecolare complessa che formano nei composti di coordinazione.

– Gli agenti chelanti si legano ad un atomo o ione metallico centrale formando una struttura ad anello, come nel caso dell’.
– Gli ambidentati si legano all’atomo o ione metallico centrale attraverso più di un sito, ad esempio il tiocianato e il nitrito.

I leganti negativi, neutri o positivi sono essenziali per la formazione dei composti di coordinazione, stabilendo complessi con l’atomo o ione centrale. La varietà di leganti e le diverse modalità di coordinazione contribuiscono alla vasta gamma di composti di coordinazione presenti in natura e sintetizzati in laboratorio.

Acetammide: proprietà, sintesi, reazioni, usi

: proprietà e sintesi

L’acetammide, conosciuta anche come etanammide, è un composto organico presente nella barbabietola rossa e ha la formula CH₃CO-NH₂. Si tratta dell’ammide alifatica più semplice dopo la formammide ed è l’ammide dell’acido acetico.

Proprietà

La acetammide è un solido igroscopico e incolore, solubile in acqua, cloroformio, glicerolo e benzene caldo, ma scarsamente solubile in etere etilico. Essendo una base debolissima, ha un valore di Kb dell’ordine di 10^-14 a causa della presenza del gruppo carbonilico, che è elettronattrattore. Questa molecola mostra due strutture limite di risonanza, caratterizzate da una separazione di carica tra azoto e ossigeno.

Anfotera

L’acetammide è di natura anfotera, poiché può agire sia come base con gli acidi, con la protonazione dell’azoto, sia come acido con le basi. Trattata con metalli reattivi, può formare idrogeno secondo la reazione:
2 CH₃CO-NH₂ + 2 Na → CH₃CO-Na + H₂

Sintesi

Ci sono diverse vie sintetiche per ottenere l’acetammide:
– Per distillazione rapida dell’acetato di ammonio e successiva disidratazione: CH₃COONH₄ → CH₃CO-NH₂ + H₂O
– Idrolisi dell’acetonitrile: CH₃CN + H₂O → CH₃CO-NH₂
– Reazione di con

Reazioni

L’acetammide può reagire con bromo e idrossido di sodio per formare altri composti.

In conclusione, l’acetammide è un composto organico di interesse per la sua struttura e le sue proprietà uniche che la rendono un soggetto di studio nella chimica organica.

Applicazioni dell’acetammide e sue reazioni chimiche

L’acetammide è reagente versatile che può subire diverse trasformazioni. Per esempio, la reazione con bromuro di sodio, carbonato di sodio e acqua, produce metilammina, sodio bromuro, carbonato di sodio e acqua. In presenza di cloruro di tionile può formare acetonitrile.

Reazioni chimiche dell’acetammide:

L’acetammide può subire disidratazione in presenza di P2O5 per formare metilammina. Inoltre, in presenza di litio alluminio idruro, può essere ridotta a metilammina. La sua reazione con cloruro di tionile porta alla formazione di acetonitrile.

Usi dell’acetammide:

L’acetammide è ampiamente utilizzata nel campo farmacologico per trattare il glaucoma, l’edema e l’epilessia in quanto agisce come inibitore dell’enzima , appartenente alla classe delle liasi. Oltre a ciò, l’acetammide trova impiego come solvente, plastificante, agente igroscopico e monomero nella di materiali polimerici come la polivinilacetammide.

Inoltre, la sua reattività chimica la rende un ingrediente versatile per la sintesi di composti organici in diversi settori industriali.

Metilammina: proprietà, sintesi, reazioni, usi

Metanammina, conosciuta anche come metilammina, è la forma più semplice di ammina primaria con CH3NH2. Questo composto è diventato noto grazie alla serie televisiva Breaking Bad, in cui il protagonista Walter White, un professore di chimica affetto da cancro ai polmoni, decide di produrre metanfetamina per garantire il futuro della sua famiglia. Per aggirare le restrizioni sulla pseudoefedrina, viene utilizzata la metilammina in una reazione con il fenilacetone per ottenere metanfetamina.

Proprietà

La metilammina ha una temperatura di ebollizione di -6.6°C, presentandosi quindi allo stato gassoso a temperatura ambiente. Possiede un odore pungente simile a quello dell’ ed è solubile in acqua, acetone, benzene, etanolo, metanolo e tetraidrofurano. A causa del doppietto elettronico solitario sull’azoto, la metilammina agisce come una base secondo la teoria di Brønsted e Lowry.

Equilibrio in soluzione

In soluzione acquosa, la metilammina si dissocia secondo l’equilibrio: CH3NH2 + H2O ⇄ CH3NH3+ + OH-. Il valore della costante di equilibrio Kb è pari a 4.57 x 10^-4, maggiore rispetto a quello dell’ammoniaca.

Sintesi

La metilammina può essere prodotta industrialmente a partire dalla reazione tra metanolo e ammoniaca, utilizzando un catalizzatore di alluminosilicato: CH3OH + NH3 → CH3NH2 + H2O. Un altro metodo sintetico implica la trasformazione di etilammina in etanolo in presenza di : CH3CH2NH2 → CH3CH2OH.

Inoltre, è possibile ottenere metanammina dall’ossidazione del metanolo in presenza di permanganato di potassio e acido solforico, ottenendo acido acetico: CH3CH2OH → CH3COOH. Successivamente, da questa reazione con l’ammoniaca si ottiene : CH3COOH → CH3CONH2. Infine, riscaldando l’acetammide con bromo e idrossido di sodio si ottiene la metilammina: CH3CONH2 → CH3NH2.

Metilammina: e reazioni chimiche

La metilammina può essere ottenuta dapprima tramite la formazione di immina e successivamente mediante la reazione con metilammina e acido acetico. Questo processo avviene seguendo l’equazione chimica:

*CH2CHO + NH4Cl → CH2=NH → CH3NH2 + CH3COOH*

Reazioni e proprietà

La metilammina, essendo una ammina primaria, partecipa a diverse reazioni tipiche di questa classe di composti. Ad esempio, reagisce con gli acidi carbossilici generando ammidi. In presenza di acido benzoico, si ottiene la N-metilbenzammide:

*CH3NH2 + C6H5COOH → C6H5CONHCH3 + H2O*

Quando si trova in presenza di acido nitroso, la metilammina si trasforma in metanolo:

*CH3NH2 + HNO2 → CH3OH + N2 + H2O*

Usi e applicazioni

La metilammina trova impiego in svariati settori, inclusi prodotti chimici agricoli, vernici, trattamento delle acque, prodotti farmaceutici e inibitori di corrosione. È utilizzata anche come additivo per carburanti, nei sverniciatori, come solvente e come propellente per razzi.

Solfito di sodio: proprietà, sintesi, reazioni

Il solfito di sodio è un composto chimico con Na2SO3 che può essere trovato sia in forma anidra che come eptaidrato, costituito dall’anione SO32- e da due cationi Na+. In questo composto, lo zolfo presenta un numero di ossidazione +4.

Proprietà del Solfito di Sodio

Il solfito di sodio si presenta sotto forma di polvere o cristalli bianchi, inodore, con un sapore salato sulfureo ed è solubile in acqua. Questo composto è solubile in glicerolo, ma poco solubile in etanolo e . La forma anidra del solfito di sodio è più stabile rispetto all’eptaidrato, il quale tende a ossidarsi lentamente a solfato in presenza di atmosferico. Inoltre, agisce come agente riducente, particolarmente in condizioni basiche.

Sintesi

Il solfito di sodio può essere ottenuto dalla reazione tra anidride solforosa e idrossido di sodio mediante la seguente equazione: SO2 + 2 NaOH → Na2SO3 + H2O. In alternativa, industrialmente può essere sintetizzato dalla reazione tra anidride solforosa e carbonato di sodio: SO2 + Na2CO3 → Na2SO3 + CO2.

Reazioni

A temperature di circa 600°C, il solfito di sodio subisce una decomposizione termica attraverso una reazione di disproporzione che porta alla formazione di e solfuro di sodio: 2 Na2SO3 → Na2SO4 + Na2S. Inoltre, reagisce con iodio e idrossido di sodio per produrre solfato di sodio e ioduro di sodio: Na2SO3 + I2 + 2 NaOH → Na2SO4 + 2 NaI + H2O.

Usi

Il solfito di sodio trova impiego come conservante alimentare per prevenire il deterioramento della frutta secca e come antiossidante. Nell’industria chimica viene utilizzato nella di coloranti, detergenti, intermedi organici e come agente ausiliario nei processi di concia. In particolare, è impiegato per eliminare l’ossigeno disciolto nell’acqua delle caldaie, prevenendo fenomeni di corrosione.

Questo composto è impiegato anche nell’industria tessile come decolorante e nella produzione di cellulosa e carta, pasta chimica, termomeccanica e solfitica. Inoltre, è utilizzato per la produzione di pannelli in legno al fine di ridurre le emissioni di formaldeide.

Ardesia: diffusione, proprietà, usi

Le origini dell’Ardesia e il suo significato nella

L’Ardesia, una roccia metamorfica a grana fine, è principalmente composta da minerali argillosi o miche, a seconda del grado di metamorfismo. Questa roccia si ottiene attraverso un processo in cui le rocce sedimentarie di tipo argilloso vengono trasformate da calore e pressione, passando da minerali argillosi a miche. Nel XIX secolo, pezzi di ardesia, conosciuti come “pietra lavagna”, venivano utilizzati come supporto per la scrittura nelle scuole elementari. I bambini scrivevano su di essa con gessetti, cancellando successivamente i calcoli o le parole con un panno. È da questa pratica che deriva l’espressione “tabula rasa”, che simboleggia il concetto di un nuovo inizio senza il peso del passato.

La diffusione dell’Ardesia nel mondo

L’Ardesia è composta principalmente da e piccole quantità di feldspato, , , ematite e altri minerali come magnetite, zircone, feldspato e tormalina. Questa roccia è diffusa in Europa, con importanti giacimenti presenti in Spagna, Regno Unito, Francia, Italia e Portogallo. Oltre all’Europa, si possono trovare depositi significativi di ardesia in regioni come Brasile, Canada, Stati Uniti, Cina, Australia e nell’Artico.

Le proprietà e gli utilizzi dell’Ardesia

L’Ardesia si presenta in diverse tonalità, tra cui grigio, nero, verde, giallo, viola, blu, marrone o rosso. È composta principalmente da silicati, fillosilicati e alluminosilicati, ed è caratterizzata da un basso indice di assorbimento d’acqua, rendendola impermeabile e resistente ai danni del gelo. Questa roccia possiede stabilità termica, resistenza al fuoco, capacità ignifuga ed è un ottimo isolante elettrico. Grazie alla sua natura metamorfica, l’Ardesia può essere separata in fogli sottili, presentando una durezza che varia da .5 a 4 nella scala di Mohs e un peso specifico tra 2.7 e 2.8.

L’Ardesia ha una vasta gamma di utilizzi, da materiale da costruzione per coperture e tegole, a materiali per pavimentazioni esterne e interne, compresi rivestimenti e pavimenti. È comunemente presente in tavoli da biliardo, fontane e elementi decorativi a causa della sua versatilità e resistenza. La tradizione e la durabilità dell’Ardesia la rendono un materiale apprezzato in diversi settori, sia per la sua funzionalità che per la sua bellezza intrinseca.

Granito: diffusione, proprietà, usi

Il Granito: Origine e Caratteristiche

Il granito è una roccia ignea di colore chiaro con grani visibili ad occhio nudo, che si forma dalla lenta cristallizzazione del magma sotto la superficie terrestre. Ricco di , feldspato alcalino e mica, il granito è presente in alcune delle rocce più antiche della Terra ed è spesso associato alla formazione di montagne derivanti dalla collisione di masse continentali.

Distribuzione mondiale

Questo tipo di roccia si trova in abbondanza in tutto il mondo, specialmente nelle regioni montuose. Ogni varietà di granito riflette le caratteristiche minerali dominanti del territorio in cui si è formato. Ad esempio, il granito cinese tende a essere marrone, mentre quello del Brasile è più rosa e blu. Le varietà più esotiche sono estratte da depositi in Brasile, India, Cina, Finlandia, Sud Africa e Nord America.

Composizione e Proprietà

Il granito è composto principalmente da e , con aggiunte di ossidi di potassio, sodio, calcio, , magnesio, titanio, manganese e fosforo. Ha un peso specifico compreso tra ,7 e 2,8 e una durezza dalla scala di Mohs che va da 6 a 7, rendendolo estremamente resistente.

La variazione di colore del granito dipende dalla sua composizione. Può presentarsi in varie sfumature, come bianco (quando predominano quarzo e feldspato), rosa (con prevalenza di feldspato di potassio) o bianco e nero (quando sono presenti parti uguali di quarzo, feldspato e anfibolo).

Utilizzi del Granito

Il granito è stato utilizzato fin dall’antichità: gli antichi egizi lo impiegavano per la costruzione delle piramidi, architravi, davanzali e rivestimenti. In India, nel XI secolo, è stato utilizzato per costruire un tempio interamente in granito. Nell’Impero romano, il granito era un materiale fondamentale per l’architettura monumentale.

Oggi, il granito trova impiego nelle costruzioni di spazi interni come lastre per pavimenti, ma è diffuso anche per la realizzazione di lapidi e monumenti commemorativi.

Acantite: diffusione, proprietà

L’acantite è un minerale composto da Ag2S ed è il principale minerale che viene utilizzato per estrarre l’argento. Il suo nome deriva dal greco άκανθα, che significa spina, in riferimento alla sua struttura cristallina. È considerata la forma stabile di solfuro d’argento quando la temperatura è inferiore a 173°C, trasformandosi in argentite al di sopra di questa temperatura. Entrambi i minerali fanno parte del gruppo dei solfuri, differenziandosi per la loro struttura cristallina.

Formazione e distribuzione

L’acantite si forma nelle vene idrotermali e può essere rinvenuta in associazione con diversi minerali tra cui l’argento, la pirargirite, la proustite e altri ancora. Esemplari di acantite di pregio si trovano principalmente in Norvegia, Germania, Marocco, Cina, Perù, Messico, Stati Uniti e Canada.

Proprietà del minerale

Questo minerale si presenta con varie tonalità di grigio, dal grigio argenteo al grigio scuro. Ha un peso specifico tra 7. e 7.4, con una durezza che varia da 2 a 2,5 nella , il che lo rende malleabile e flessibile. Inoltre, è possibile ridurlo in sottili lamine.

Reazioni chimiche

L’acantite reagisce con l’acido cloridrico secondo la seguente equazione: Ag2S + 2HCl → 2 AgCl + H2S, con di solfuro di idrogeno. Allo stesso modo, reagisce con l’ secondo questa reazione: Ag2S + 4 NH3 → 2 Ag(NH3)2+ + S2-, formando il complesso diamminoargento.

Utilizzi

L’acantite è principalmente utilizzata per l’estrazione dell’argento, ma è anche ricercata dai collezionisti per la sua bellezza e rarità.

Legame N-glicosidico: glicoproteine, ATP

Il Legame N-Glicosidico e la sua Importanza in Biochimica

Il legame N-glicosidico è una connessione covalente che si forma quando il carbonio anomerico di uno zucchero si lega a un gruppo tramite un atomo di azoto. In biochimica, esempi significativi di questa tipologia di legame si riscontrano nel DNA e nell’RNA, in cui le unità di desossiribosio o ribosio sono legate alle basi azotate attraverso legami N-glicosidici. Un esempio di ciò è il legame N-glicosidico che collega l’adenina al ribosio nella molecola dell’adenosina.

Glicoproteine e il Processo di Glicosilazione

Le glicoproteine sono proteine alle quali è legata una catena oligosaccaridica tramite legami O- o N-glicosidici. Questo processo, noto come glicosilazione, avviene quando gli organismi attaccano zuccheri alle proteine. Nell’N-glicosilazione, un oligosaccaride viene legato a un atomo di azoto del gruppo amminico di aminoacidi come l’.

Il Ruolo dei Legami N-Glicosidici negli Acidi Nucleici

I legami N-glicosidici, in particolare quelli formati dalle basi puriniche, rappresentano legami covalenti altamente reattivi negli acidi nucleici. La scissione di tali legami viene impiegata nell’analisi della struttura primaria di queste molecole, differenziandosi dai legami O-glicosidici che connettono le unità monosaccaridiche attraverso l’ di un gruppo ossidrile al carbonio carbonilico.

Il Ruolo Chiave dell’ nei Processi Cellulari

Uno degli esempi più noti di legame N-glicosidico si trova nell’ATP, adenosintrifosfato, che svolge un ruolo fondamentale come trasportatore di energia tra reazioni esoergoniche ed endoergoniche. L’ATP è composto dalla base azotata adenina legata al ribosio tramite un legame N-glicosidico, e a sua volta il ribosio è legato a tre gruppi fosfato in sequenza.

Conclusione

Il legame N-glicosidico rappresenta un’importante connessione nella struttura di molecole cruciali per la biochimica e i processi cellulari, svolgendo un ruolo chiave nella formazione di composti essenziali come il DNA, l’RNA, le glicoproteine e l’ATP. La comprensione di questo legame è fondamentale per studiare e manipolare i processi biochimici all’interno degli organismi viventi.

Legame O-glicosidico: disaccaridi

Il ruolo dei legami glicosidici nei carboidrati

Il legame glicosidico è il legame che collega le unità monosaccaridiche nei carboidrati. Questo legame si forma quando l’ossigeno di un gruppo ossidrile si lega al carbonio carbonilico di un altro composto, come un alcol.

Nei disaccaridi, il legame tra le due unità di monosaccaride si forma mediante l’eliminazione di acqua tra un -OH anomerico di un monosaccaride e un -OH dell’altro monosaccaride. Questo legame C-O-C è chiamato legame O-glicosidico.

La formazione dei legami glicosidici

I legami glicosidici si formano tramite una reazione di condensazione con l’eliminazione di una molecola di acqua. Possono esistere in diverse forme strutturali, influenzando le proprietà fisiche dei polimeri.

Il , ad esempio, è composto da una molecola di α-D-glucosio e una molecola di β-D-fruttosio unite da un legame glicosidico , tra il carbonio 1 anomerico del glucosio e il carbonio 2 anomerico del fruttosio.

Tipi di legami glicosidici

Altri disaccaridi come il e il maltosio presentano un legame 1,4 glicosidico. Il lattosio è formato da galattosio e glucosio, mentre il maltosio da due molecole di glucosio.

Molecole complesse come il e l’amilopectina presentano sia legami 1,4 che 1,6 glicosidici nella loro struttura.

I legami glicosidici sono essenziali per la struttura e le funzioni biologiche dei carboidrati, influenzando le proprietà fisiche e chimiche di queste molecole cruciali per l’organismo.

Aglicone: glicosidi, esempi

: la struttura e gli esempi principali

I glicosidi sono composti organici di origine vegetale che contengono una parte zuccherina chiamata glicone e un non zuccherino. L’aglicone è il componente che rimane dopo l’idrolisi della parte zuccherina, spesso costituito da un alcol o un fenolo.

La struttura dei glicosidi

La struttura di un glicoside consiste in una combinazione di zuccheri e agliconi, che possono essere descritti in base alla parte zuccherina o all’aglicone della molecola. Un glucoside, ad esempio, ha il glucosio come componente zuccherino principale, mentre un pentoside contiene uno zucchero come l’arabinosio. Gli agliconi sono di natura e complessità varie, conferendo ai glicosidi una vasta gamma di proprietà fisiche, chimiche e biologiche.

Esempi di glicosidi e i loro agliconi

Ecco alcuni esempi significativi di glicosidi insieme ai rispettivi agliconi e alle sostanze in cui sono presenti:

: aglicone steroideo o triterpenoide (sapogenine) – , ginseng

Antrachinonici

: derivati dell’antracene – Senna, aloe

Glicosidi cardiaci

: aglicone steroidi – Fiori della digitale

Cianogenici

: aglicone cianidrina – Mandorle amare

Flavonici

: aglicone – Pericarpo di diversi agrumi

Aldeidici

: aglicone vanillina e suoi derivati – Vaniglia

Fenolici

: aglicone fenolo e derivati – Bacche di orso

Questi esempi mostrano la diversità e la presenza diffusa dei glicosidi nella natura, ciascuno con caratteristiche e utilizzi specifici. Gli agliconi, insieme alla parte zuccherina, conferiscono loro una vasta gamma di applicazioni in campo farmaceutico, alimentare e cosmetico.

Glicirrizina: struttura, proprietà, usi

La Glicirrizina e le sue caratteristiche uniche


La glicirrizina è un glicoside vegetale estratto dalle radici della pianta della , ed è noto per essere circa 30-50 volte più dolce del . Al contrario del saccarosio, la glicirrizina non è metabolizzata e non influisce sull’indice glicemico.

La Struttura della Glicirrizina


La glicirrizina è un glicoside triterpenico, conosciuto anche come acido glicirrizico. È una saponina tribasica composta da un triterpenoide, l’acido glicirretico, che è un acido organico triterpenico pentaciclico, unito ad un disaccaride dell’acido glucuronico. Questo composto rappresenta circa il 10% del peso secco della radice di liquirizia.

Proprietà della Glicirrizina


La glicirrizina è scarsamente solubile in acqua fredda, ma diventa solubile aumentando la temperatura. Aiuta a mascherare i sapori amari, migliorare i sapori degli alimenti e aumentare il livello di dolcezza percepito.

Utilizzi della Glicirrizina


La glicirrizina viene impiegata per conferire aroma ai prodotti del tabacco, come agente schiumogeno e modificatore di sapidità nella e come esaltatore di sapidità del . Trova anche utilizzo per modificare l’aroma di altri dolcificanti artificiali e ridurre l’amaro di alcuni prodotti farmaceutici. Tuttavia, è importante fare attenzione alle dosi, poiché l’ingestione eccessiva possono ridurre i livelli di potassio nel sangue e aumentare la pressione sanguigna.

Conclusioni


La glicirrizina, estratta dalla radice di liquirizia, non solo fornisce dolcezza ai cibi e ai prodotti farmaceutici, ma ha anche dimostrato di possedere proprietà antinfiammatorie e di trovare impiego nella cura di ulcere gastriche e duodenali. La sua struttura unica e le sue varie applicazioni la rendono un composto interessante per diversi settori industriali.
è in caricamento