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Retinoidi: struttura, fonti, usi

Il ruolo fondamentale dei Retinoidi per il benessere del nostro organismo

I retinoidi sono molecole essenziali che svolgono un ruolo cruciale nelle funzioni fisiologiche, come la crescita, la differenziazione cellulare, la riproduzione, l’embriogenesi, la funzione immunitaria e la visione. Questa categoria comprende diverse sostanze come il retinolo, l’aldeide retinoica, l’acido retinoico e la tretinoina.

Struttura dei Retinoidi


I retinoidi sono composti da quattro unità isoprenoidi unite in modo testa-coda, derivanti da un composto monociclico con doppi legami carbonio-carbonio e un gruppo funzionale all’estremità della parte aciclica. Il sistema coniugato dei doppi legami conferisce colore a queste molecole, rendendole dei cromofori.

Fonti di Retinoidi


I retinoidi sono presenti principalmente negli alimenti di origine animale, come nel fegato di vitello, ma si trovano anche in , olio di fegato di merluzzo, gamberetti, pesce, burro e formaggi. Inoltre, i presenti in alimenti vegetali come patate dolci, zucca, carote, meloni, albicocche, pesche e verdure a foglia verde scure possono essere convertiti in retinoidi.

Applicazioni dei Retinoidi


I retinoidi sono ampiamente impiegati nei settori medico e cosmetico. Ad esempio, la tretinoina viene utilizzata per aumentare la produzione di collagene e nel trattamento delle rughe. L’isotretinoina è impiegata per trattare forme gravi di acne, mentre l’adapalene è utilizzato per l’acne e la cheratosi pilare. Il tazarotene è efficace nel trattamento della psoriasi, dell’acne e dei danni cutanei da esposizione solare. Infine, l’acitretina ha dimostrato efficacia nella psoriasi e in altri disturbi della cheratinizzazione cutanea.

Idrozincite: diffusione, proprietà usi

Il Minerale Idrozincite: Caratteristiche e Utilizzi

L’idrozincite è un minerale composto da , con formula Zn5(CO3)2(OH)6. Il suo nome deriva dal greco, unendo le parole “acqua” e “zinco”. Questo minerale è il risultato dell’alterazione di altri minerali come smithsonite, sfalerite, zincite ed emimorfite.

Origine e Diffusione dell’Idrozincite

L’idrozincite si nelle zone di ossidazione dei giacimenti di zinco, derivando spesso dalla sfalerite. In presenza di ossigeno disciolto, solfato di ferro (III) e carbonati alcalini, la sfalerite può trasformarsi in idrozincite. È associato ad altri minerali come smithsonite, emimorfite, willemite, cerussite, auricalcite, calcite e limonite.

Si trova in diverse parti del mondo, tra cui Messico, Cina, Iran, Grecia, Portogallo, Austria, Bulgaria, Sardegna in Italia e in varie regioni degli Stati Uniti.

Proprietà dell’Idrozincite

L’idrozincite mostra una da blu pallido a lilla sotto la luce ultravioletta e può variare dal bianco al grigio, rosa pallido, giallo pallido o marrone. Quando viene a contatto con acido cloridrico, anche diluito, reagisce producendo effervescenza. Ha un peso specifico compreso tra 3.2 e 3.8 e una durezza sulla scala di Mohs da 2 a 2.5.

Utilizzi dell’Idrozincite

Questo minerale è utilizzato principalmente come fonte di zinco. Sebbene non sia particolarmente ricercato dai collezionisti per le sue caratteristiche estetiche, l’idrozincite suscita l’interesse di chi si dedica alla raccolta di minerali fluorescenti. In particolare, gli esemplari contenenti raggruppamenti di piccoli cristalli appuntiti o forme sferiche sono molto apprezzati.

Apolipoproteine: funzioni

Ruolo e Funzioni delle Apolipoproteine nelle Lipoproteine

Le apolipoproteine sono proteine essenziali che si combinano con trigliceridi, e per formare le lipoproteine. Queste macromolecole complesse svolgono un ruolo fondamentale nel trasporto dei nel plasma, consentendone la solubilizzazione e garantendo la loro corretta distribuzione nei tessuti periferici.

Funzioni delle Apolipoproteine

Le apolipoproteine non solo mantengono l’integrità strutturale delle lipoproteine, facilitando la solubilizzazione dei lipidi, ma sono anche coinvolte nel riconoscimento dei recettori lipoproteici e nella regolazione di nel metabolismo dei lipidi. Le loro principali funzioni includono il trasporto e la ridistribuzione dei lipidi nei tessuti periferici, l’attività di per enzimi che partecipano al metabolismo dei lipidi e il mantenimento della struttura delle lipoproteine stesse.

Classificazione delle Apolipoproteine

Le apolipoproteine si distinguono in diverse categorie, tra cui apo-A, apo-B, apo-C, apo-D e apo-E. Ogni categoria svolge ruoli specifici nel processo di trasporto lipidico.

Apo-A

Le apolipoproteine della categoria apo-A includono apo-A I, fondamentale per il colesterolo HDL (colesterolo “buono”), apo-A II e apo-A IV. Queste proteine sono coinvolte nel trasporto dei lipidi e in diversi processi fisiologici legati al metabolismo lipidico.

Apo-B

Le apolipoproteine della categoria apo-B comprendono apo-B 100, che è essenziale nel metabolismo dei lipidi e costituisce le lipoproteine VLDL e LDL, e apo-B 48, che è specifica delle particelle di chilomicroni intestinali.

Apo-C

Le apolipoproteine della categoria apo-C includono apo-C1, apo-C2, apo-C3 e apo-C4, ciascuna coinvolta in diversi aspetti del trasporto e del metabolismo dei lipidi, incluso l’inibizione dell’attività lipasica.

Apo-D

L’apo-D è una componente delle lipoproteine ad alta densità del plasma umano, prodotta principalmente nel cervello e nei testicoli. È associata all’enzima lecitina colesterolo aciltransferasi, che partecipa attivamente al metabolismo lipidico.

Apo-E

L’apo-E favorisce il trasporto dei lipidi nel sangue legandosi a recettori specifici sulla superficie delle cellule, facilitando così l’assorbimento dei lipidi all’interno delle stesse.

In conclusione, le apolipoproteine svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento dell’omeostasi lipidica nel corpo, garantendo il corretto trasporto e l’utilizzo dei lipidi nei vari tessuti. La comprensione delle diverse funzioni e proprietà di queste proteine è fondamentale per una corretta gestione del metabolismo lipidico e per la promozione di una salute ottimale.

Numero di formolo: analisi, metodica

Come determinare il numero di formolo negli amminoacidi presenti nei succhi di frutta e nel vino

Il numero di formolo è un indicatore utile per valutare quantitativamente gli amminoacidi presenti nei succhi di frutta e nel vino. Questo parametro non è influenzato dalla presenza di altri costituenti naturali come zuccheri, aromi e coloranti, rendendolo uno strumento prezioso per valutare la qualità di queste bevande.

Principio

Il numero di formolo viene determinato tramite una procedura sviluppata dal chimico danese Søren Peter Lauritz Sørensen nel 1907. Questo metodo si basa sull’aggiunta di formaldeide a una soluzione di amminoacidi, che protegge il gruppo amminico consentendo la titolazione del gruppo carbossilico presente negli amminoacidi.

Procedimento

Per determinare il numero di formolo, una soluzione di formaldeide al 35% m/m viene portata a un pH di 8.2 mediante l’aggiunta di NaOH 0.1 M e monitorando il pH con un pHmetro. Successivamente, 25 mL di succo di frutta vengono neutralizzati con NaOH 0.25 M fino a raggiungere un pH di 8.2.

Dopo aver aggiunto 10 mL di soluzione di formaldeide al campione di succo di frutta, la soluzione viene titolata a pH 8.1 con idrossido di sodio 0.25 N.

Determinazione del numero di formolo

Il numero di formolo corrisponde alla quantità di NaOH utilizzata nella titolazione, espressa in ml e riferita alla concentrazione di 0.1 M e a 100 mL di succo di frutta. Questo valore viene arrotondato a numeri interi senza decimali.

Considerazioni

Durante la maturazione dei frutti, di solito si osserva una diminuzione del numero di formolo nel succo di frutta, mentre durante la conservazione può verificarsi un lieve aumento. È importante considerare il tipo di amminoacidi presenti nel campione, ad esempio, l’istidina non reagisce con la formaldeide e la prolina e l’idrossiprolina reagiscono solo parzialmente con essa.

Questo metodo fornisce un’indicazione preziosa sulla composizione degli amminoacidi presenti nei succhi di frutta e nel vino, consentendo una valutazione accurata della qualità di queste bevande.

Per ulteriori approfondimenti sull’argomento degli amminoacidi, ti invitiamo a visitare [chimica.today](https://chimica.today/chimica-organica/gli-amminoacidi/) e [chimica.today](https://chimica.today/tutto-chimica/il-vino-una-bevanda-millenaria/).

Piromorfite: diffusione, proprietà, usi

Piromorfite: caratteristiche, diffusione e usi

La piromorfite è un minerale appartenente al gruppo dell’, composto da clorofosfato di piombo con formula Pb5(PO4)3Cl. Fa parte di una serie con mimetite (Pb5(AsO4)3Cl) e (Pb5(VO4)3Cl), con i quali condivide somiglianze esterne così evidenti che spesso vengono distinti solo tramite test chimici.

Identificato nel 1784 dal chimico tedesco Martin Heinrich Klaproth, il gruppo fosfato nel minerale fu così chiamato in riferimento alla globulare che assume con il riscaldamento, termine coniato nel 1813 dal geologo tedesco Johann Friedrich Ludwig Hausmann.

Diffusione della piromorfite

La piromorfite è un minerale di piombo secondario rinvenuto nelle zone ossidate dei depositi di piombo, spesso associato ad altri come cerussite, limonite e anglesite. Si forma in rocce metamorfiche e sedimentarie ed è abbastanza comune. I suoi cristalli di pregio si trovano principalmente in Cina, Francia, Namibia, Marocco, Messico, Repubblica Ceca, Stati Uniti (Arizona e Idaho).

Proprietà

La piromorfite si presenta in varie tonalità di colore, dal verde chiaro al verde scuro, giallo, verde-giallastro, giallo-arancio, con sfumature di marrone, bianco e incolore, talvolta con impurità di fluoro, calcio, cromo, vanadio e arsenico. Ha un peso specifico elevato (da 6.9 a 7.), una durezza compresa tra 3.5 e 4 nella scala di Mohs e un alto indice di rifrazione, producendo gemme brillanti molto ricercate.

Usi

Oltre ad essere apprezzata dai collezionisti, in particolare per gli esemplari antichi, la piromorfite, nota anche per le varietà di colore verde neon brillante, può raggiungere prezzi elevati sul mercato.

Dopamina: funzioni, sintesi

Scopri tutto sulla dopamina: il neurotrasmettitore e neuro ormone naturale

La dopamina, conosciuta anche con la sua denominazione I.U.P.A.C. di 4-(2-amminoetil)benzen-,2-diolo, fa parte della famiglia delle catecolamine. La sua formula è C8H11NO2 ed è composta da un anello benzenico con due gruppi ossidrilici e un gruppo etilamminico legato ad esso.

La dopamina agisce come neurotrasmettitore e neuro ormone naturale, legandosi a cinque recettori nel cervello per esercitare la sua azione neurologica e fisiologica.

Nonostante oggi la dopamina sia riconosciuta come una parte cruciale delle funzioni cerebrali, inizialmente la sua importanza non fu completamente compresa quando è stata scoperta negli anni ’50. Solo negli anni ’70, gli scienziati iniziarono a studiarne gli effetti sul sistema nervoso.

Il neuroscienziato americano Paul Greengard condusse esperimenti innovativi per comprendere il funzionamento della dopamina. Legandosi a diversi recettori sulla superficie neuronale, la dopamina attiva catene di reazioni chimiche che influenzano le funzioni della cellula nervosa, inclusa la trasmissione degli impulsi ai neuroni.

La sintesi della dopamina inizia con la fenilalanina, che viene idrossilata in tirosina grazie all’azione dell’enzima fenilalanina idrossilasi. Successivamente, la tirosina viene convertita in l-DOPA (acido 2S-ammino-3-(3,4-diidrossifenil)propanoico) dall’enzima tirosina idrossilasi, entrambi appartenenti alla classe delle ossidoreduttasi.

Infine, l-l-DOPA viene trasformato in dopamina dall’enzima DOPA decarbossilasi, un’appartenente alla classe delle liasi.

Funzione motoria e umore

La dopamina gioca un ruolo fondamentale nel funzionamento neurologico e fisiologico, contribuendo alla funzione motoria e all’umore delle persone. Essa è un neurotrasmettitore sintetizzato sia nel sistema nervoso centrale che periferico, agendo come messaggero chimico tra i neuroni.

La dopamina agisce stimolando il sistema nervoso simpatico, producendo effetti come l’aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. Il rilascio di dopamina è innescato da eventi che generano motivazione e ricompensa, come il consumo di cibo gustoso o la soddisfazione sessuale.

Inoltre, la dopamina è il precursore della noradrenalina e ha la capacità di attivare fino a cinque recettori differenti nel cervello, conferendo una sensazione di piacere e benessere.

Vitamine del gruppo B: funzioni

Le vitamine del gruppo B, note anche come vitamine idrosolubili, sono fondamentali per il e la sintesi di globuli rossi. Questo gruppo di otto vitamine svolge ruoli essenziali nel funzionamento cellulare, agendo come coenzimi in una vasta gamma di reazioni enzimatiche cataboliche e anaboliche, influenzando i livelli di energia e la funzione cerebrale.

Importanza delle Vitamine del Gruppo B

Le vitamine del gruppo B sono essenziali per numerosi processi cellulari, tra cui la produzione di energia, la sintesi e riparazione del DNA e dell’RNA. Queste vitamine sono tipicamente sintetizzate dalle piante, ad eccezione della vitamina B12 che è prodotta dai batteri.

La Vitamina B1

La vitamina B1, nota come tiamina, è coinvolta nella conversione di carboidrati e grassi in energia, ma anche nella contrazione muscolare e nella conduzione dei segnali nervosi. È essenziale anche per il metabolismo del piruvato.

La Vitamina B2

La vitamina B2, chiamata riboflavina, è un componente essenziale dei coenzimi flavina mononucleotide (FMN) e flavina dinucleotide (FAD), che svolgono ruoli cruciali nella produzione di energia, funzione cellulare, crescita e sviluppo, oltre al metabolismo di grassi, farmaci e steroidi.

La Vitamina B3

La vitamina B3, o niacina, è il precursore dei coenzimi nicotinammide adenina dinucleotide (NAD) e nicotinammide adenina dinucleotide fosfato (NADP) coinvolti nel metabolismo cellulare. Svolge anche un’azione antiossidante e contribuisce alla riparazione del DNA.

La Vitamina B5

La vitamina B5, conosciuta come , ha diverse funzioni cruciali, come convertire gli alimenti in glucosio, sintetizzare il colesterolo, formare ormoni sessuali e legati allo stress, nonché globuli rossi.

La Vitamina B6

La vitamina B6, fondamentale per la moltiplicazione cellulare, è vitale per il corretto funzionamento del sistema nervoso e immunitario.

In sintesi, le vitamine del gruppo B svolgono un ruolo chiave nel mantenimento della salute e del benessere generale, influenzando direttamente la nostra energia, funzione cerebrale e metabolismo cellulare. Integrare queste vitamine attraverso una dieta equilibrata è essenziale per garantire un corretto equilibrio nutrizionale.Il sistema immunitario è uno degli apparati fondamentali del nostro organismo che si occupa di difenderci da agenti patogeni esterni. Le mucose, la pelle e i globuli rossi svolgono un ruolo essenziale nel proteggere il nostro corpo. Esistono sei composti che contengono un anello piridinico come nucleo, tra cui piridossina, piridossale e piridossamina e i loro derivati fosforilati.

Importanza della Vitamina B9

La vitamina B9, nota anche come acido folico, è cruciale per il corretto funzionamento cerebrale. Partecipa attivamente alla formazione dell’emoglobina e svolge un ruolo essenziale nelle reazioni di sintesi, riparazione e metilazione del DNA. Questa vitamina è particolarmente importante durante le fasi di rapida crescita cellulare e nei periodi come l’infanzia, l’adolescenza e la gravidanza, in cui il corpo richiede un maggiore apporto di sostanze nutritive. Inoltre, collabora con la vitamina B12 nella produzione di globuli rossi.

Ruolo della Vitamina B12

La vitamina B12, anche conosciuta come cobalamina, svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo, nella mielinizzazione e nel corretto funzionamento del sistema nervoso centrale. Inoltre, è indispensabile per la produzione di globuli rossi e per il corretto funzionamento del DNA. La vitamina B12 agisce come per due importanti : la metionina sintasi e la L-metilmalonil-CoA mutasi, contribuendo così a svariati processi biochimici essenziali per l’organismo.

Nicotinammide adenina dinucleotide (NAD)

Il ruolo significativo del Nicotinammide Dinucleotide (NAD) nella biochimica è di fondamentale importanza. Composto da due nucleotidi, uno a base di adenina e l’altro a base di nicotinammide uniti dai loro gruppi fosfato, il NAD è coinvolto in numerosi processi metabolici cruciali per le cellule viventi.

Scoperta del NAD

Nel 1906, i biochimici britannici Arthur Harden e William John Young osservarono che un estratto di lievito accelerava il processo di fermentazione alcolica. Attraverso tecniche di laboratorio, riuscirono a isolare due frazioni cellulari, identificando la componente termosensibile sensibile al calore e la componente termostabile. Si scoprì che il NAD presente nella componente termostabile era essenziale per la fermentazione.

Importanza del NAD

Il NAD esiste in due forme, ossidata (NAD+) e ridotta (NADH), ed è essenziale per i processi di respirazione cellulare e metabolismo energetico. Svolge un ruolo cruciale nell’acceptare e nel donare elettroni durante le reazioni biochimiche cellulari.

Ruolo nelle Reazioni Cellulari

Il passaggio del NAD dalla ossidata (NAD+) alla forma ridotta (NADH) e viceversa è fondamentale per il trasporto degli elettroni nei processi di , fosforilazione ossidativa e fermentazione. Durante la glicolisi e il ciclo di Krebs, il NADH si forma a partire dal NAD+. Nella catena di trasporto degli elettroni, tutte le molecole di NADH rilasciano NAD+ e H+ secondo la reazione: NAD+ + H+ + 2e- ⇄ NADH.

Conclusione

In definitiva, il Nicotinammide Adenina Dinucleotide svolge un ruolo cruciale nella biochimica cellulare, facilitando i processi di metabolismo energetico e trasporto degli elettroni. La sua scoperta e la comprensione del suo funzionamento hanno contribuito significativamente alla nostra conoscenza dei meccanismi biochimici fondamentali delle cellule viventi.

Il ruolo fondamentale del NAD+ nella cellula

Il Nicotinammide Adenina Dinucleotide (NAD+) svolge un ruolo cruciale nel , in particolare nella produzione di energia sotto forma di ATP. Gli ioni H+ vengono utilizzati per alimentare una “pompa” sulla membrana interna dei mitocondri, generando energia che viene poi convertita in ATP. Questo processo avviene durante la catena di trasporto degli elettroni, che produce la maggiore resa di ATP nella respirazione cellulare.

Altre funzioni del NAD+ al di fuori della produzione di ATP

Il NAD+ non è coinvolto solo nella produzione di energia, ma ha anche un ruolo importante in altre reazioni cellulari. Ad esempio, negli come l’alcol deidrogenasi e l’aldeide deidrogenasi, il NAD+ agisce come agente ossidante per convertire l’etanolo delle bevande alcoliche in acetato, una sostanza meno tossica. In queste reazioni, il NAD+ accetta elettroni e ioni H+ dall’etanolo per formare NADH.

Il NAD+ come cofattore redox e mediatore biologico

Oltre al suo ruolo nelle reazioni di trasferimento di elettroni, il NAD+ è essenziale come cofattore redox e mediatore di numerosi processi biologici. Funge da substrato per varie biotrasformazioni, tra cui le modificazioni post-traduzionali delle proteine e la formazione di molecole di segnalazione. Queste reazioni controllano importanti processi biologici come la segnalazione cellulare, la riparazione del DNA, la risposta allo stress ossidativo, la risposta immunitaria, l’invecchiamento e la senescenza.

Urto elastico: calcolo della velocità

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Nel fenomeno di un urto elastico, l’ totale e la totale sono conservate. Sebbene parte dell’energia cinetica possa convertirsi in altre forme di energia durante la collisione, ci sono casi in cui l’urto può essere considerato quasi elastico. Ad esempio, quando due blocchi di acciaio collidono sul ghiaccio o quando avviene la collisione tra molecole di un gas ideale.

Per risolvere problemi che coinvolgono urti elastici unidimensionali, è necessario utilizzare le equazioni per la conservazione della quantità di moto e dell’energia cinetica. Un’espressione chiave per la conservazione della quantità di moto per due oggetti in una collisione unidimensionale è data da: m1v1 + m2v2 = m1v1′ + m2v2′ ().

Considerando che un urto elastico conserva l’energia cinetica totale, possiamo scrivere l’equazione: ½ m1v1^2 + ½ m2v2^2 = ½ m1v1’^2 + ½ m2v2’^2 (2).

Calcolo delle

Nel seguente esempio, un corpo di massa 0.500 kg subisce un urto elastico con un corpo di massa 3.50 kg, inizialmente fermo, con una velocità di 4.00 m/s. Dobbiamo calcolare le velocità finali dei due corpi.

Poiché il corpo di massa 3.50 kg è inizialmente fermo (v2 = 0), possiamo sostituire i valori nell’equazione (1) come segue: 0.500 · 4.00 = 0.500 v1′ + 3.50 v2′. Quindi, otteniamo: 2.00 = 0.500 v1′ + 3.50 v2′.

Applicando il teorema di conservazione dell’energia cinetica, possiamo scrivere: ½ ·0.500 · (4.00)^2 = ½ ·0.500 · v1’^2 + ½ 3.50 ·v2’^2, da cui otteniamo: 4.00 = 0.250 · v1’^2 + 1.75 · v2’^2.

Risolvendo il sistema di equazioni, escludendo le radici negative, si possono trovare le velocità finali dei corpi. La conservazione dell’energia cinetica fornisce un ulteriore vincolo alle equazioni del moto, il che rende la soluzione adeguata in molti casi di urti elastici.

Wulfenite: diffusione, proprietà

La è un minerale secondario composto da di piombo PbMoO4 che si durante l’ossidazione della galena e altri primari. Questo minerale è piuttosto raro e appartiene alla classe dei molibdati. Nel 1845, il geologo Wilhelm Karl von Haidinger lo nominò in onore del geologo austriaco Franz Xaver von Wulfen.

Il molibdeno può derivare da minerali primari come la molibdenite, ma spesso è fornito dalla dilavazione di altri minerali. Tra i minerali associati alla wulfenite nelle zone di ossidazione dei minerali di piombo si trovano piromorfite, cerussite, anglesite, , malachite, calcite e limonite. Gli esemplari di Wulfenite più ricercati provengono dal Messico settentrionale, dall’Arizona e dal sud-ovest degli Stati Uniti.

Questo minerale è diffuso anche in Europa (Austria e Slovenia), in Asia (Cina e Iran) e in Africa (Marocco e Namibia). Recentemente è stato scoperto vicino a una vecchia miniera di barite a Catanzaro, in Italia.

La wulfenite si presenta in varie tonalità di giallo, arancione, rosso-arancio e marrone, anche se talvolta può essere grigia, bianca, nera o blu. I cristalli sono generalmente tabulari, di forma quadrata o ottagonale, con sezione molto stretta e possono essere fragili. Ha un peso specifico elevato (da 6.5 a 7) e una durezza sulla scala di Mohs compresa tra 2.5 e 3.

Questo minerale è utilizzato principalmente nell’estrazione del molibdeno. Anche se non adatto per la gioielleria, i pezzi sfaccettati e i cristalli sono molto apprezzati dai collezionisti per la loro bellezza e il colore intenso, difficilmente riscontrabile in altri minerali.

Antrachinone: sintesi, reazioni, usi

L’antrachinone è un composto aromatico derivante dall’ossidazione dell’antracene appartenente alla classe dei chinoni che ha formula C14H8O2 e struttura. Questa molecola presenta due gruppi carbonilici nelle posizioni 9 e 10 rispetto all’antracene, quindi il suo nome I.U.P.A.C è 9,10-antracenedione.

Possono esistere isomeri di minore importanza in cui i gruppi carbonilici si trovano in posizione ,2-, 1,4-, e 2,6-. L’antrachinone si trova naturalmente in alcune piante, funghi, licheni e insetti, dove costituisce la struttura di base per i loro pigmenti.

Proprietà

Si presenta come una polvere gialla, poco solubile in acqua ma solubile in nitrobenzene, acetone, etere etilico e anilina. Inoltre, è poco solubile in etanolo a temperatura ambiente ma solubile a temperature più elevate.


L’antrachinone può essere preparato tramite diverse vie sintetiche:
– Ossidazione dell’antracene in presenza di acido acetico e ossido di cromo (VI).
– Condensazione del benzene con anidride ftalica in presenza di AlCl3. L’acido o-benzoilbenzoico risultante, trattato a caldo con acido solforico, subisce quindi la ciclizzazione, formando l’antrachinone.

Reazioni

L’antrachinone può essere ridotto in presenza di idrosolfito di sodio in ambiente basico a 9,10-diidrossiantracene, che è solubile in alcali. Questa molecola può reagire in diverse vie per formare l’, ovvero l’1,2-diidrossi-9,10-antracenedione.

Sintesi dell’alizarina a partire dall’antrachinone

La sintesi dell’alizarina inizia con l’antrachinone, che reagisce con il bromo per formare il 1,2-dibromoantrachinone. Successivamente, trattando il 1,2-dibromoantrachinone con idrossido di potassio si ottiene l’alizarina.

dell’alizarina

L’antrachinone e i suoi derivati hanno proprietà , in particolare su tessuti come lana e seta, senza la necessità di agenti ausiliari. Da essi è possibile ottenere altri coloranti sostituendo atomi di idrogeno con gruppi elettrondonatori come alogeni, gruppi ossidrilici o gruppi amminici, in una o più delle otto posizioni possibili.

Oltre all’utilizzo come coloranti, i derivati ​​antrachinonici sono impiegati da secoli in ambito medico, ad esempio come lassativi e come agenti antimicrobici e antinfiammatori.

Solfuro di ferro (II): solubilità, reazioni, usi

Il , conosciuto anche come solfuro di ferro (II), è un composto inorganico con formula FeS che si trova comunemente nei minerali troilite e pirrotite. Questo composto presenta una solubilità molto bassa, con un prodotto di solubilità pari a 6.0 ·10–19.

Solubilità del solfuro di ferro (II)

Il solfuro di ferro (II) si dissocia secondo l’equilibrio eterogeneo FeS(s) ⇄ Fe2+(aq) + S2-(aq). L’espressione del prodotto di solubilità è data da Kps = [Fe2+][S2-]. Calcolando la solubilità molare all’equilibrio, si ottiene un valore di 7.7 · 10-10 mol/L.

Si tenga conto che la solubilità del solfuro di ferro (II) è influenzata dal pH, poiché lo ione S2- è la base coniugata di HS-.

Proprietà

Il solfuro di ferro (II) è un solido di colore varia da grigio a nero-brunastro ed è poco solubile in acqua. Esso reagisce con gli acidi.

Sintesi

Questo composto si ottiene dall’azione di composti di zolfo corrosivi su ferro e acciaio, presenti soprattutto negli impianti industriali come navi e serbatoi. La sintesi avviene grazie alla reazione tra ferro e zolfo: 8 Fe(s) + S8(s) → 8 FeS(s).

Reazioni

Il solfuro di ferro (II) reagisce con diversi composti, ad esempio con acido cloridrico per formare cloruro di ferro (II) e acido solfidrico. In presenza di acido solforico, si ha la formazione di solfato di ferro (II) e acido solfidrico. Inoltre, reagisce con l’ossigeno per produrre ossido di ferro (II) e anidride solforosa.


Nell’industria siderurgica, il solfuro di ferro è utilizzato come agente di solforazione per la da taglio, leghe e acciai inossidabili. Trova impiego anche come pigmento nella ceramica, nelle tinture per capelli e nei contenitori di vetro. In laboratorio, viene impiegato per generare solfuro di idrogeno nell’.

Oltre a questi utilizzi, il solfuro di ferro viene impiegato nei lubrificanti, nel trattamento dei gas di scarico per la riduzione dell’inquinamento da e come materiale catodico nelle batterie al litio, dove reagisce con il litio per formare Fe e Li2S.

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